Un banchetto luculliano, tante prelibatezze servite in una tavolata di famiglia. Tutto condito con l’ingrediente più gustoso: quello della solidarietà. È la cena di Natale alla Caritas, un punto di riferimento per tanti, che non vogliono sentirsi esclusi dalla gioia di questa serata tanto attesa. Nella viale Sant’Ignazio, allora, sono in tanti a fare la fila non semplicemente per un pasto caldo, ma per sentirsi a casa, in questa Santa Notte.

Cena di Natale alla Caritas, la notte di chi lavora

Una grande e numerosa famiglia quella della Caritas. E nella notte del 24 dicembre, nel Natale delle restrizioni e della pandemia, c’è chi unisce passione e buon cuore, rinunciando a quelle che possono ore da passare con i genitori o con i figli. Il cuoco Eugenio Mulana ritornerà a casa, probabilmente, molto più tardi del solito, ma con l’animo pieno di gioia: ai fornelli, guanti, cappello e mascherina, quest’anno ha dedicato il suo Natale agli altri.

Notte particolare: una cena bellissima a chi non ce la fa

Una notte particolare in un periodo più che particolare. E nella notte di Natale la cena alla Caritas diventa occasione di compagnia, davanti a mille squisitezze di Sardegna. “Ci sono tanti antipasti, con una selezione di salumi sardi – il commento di Mulana – con una selezione di primi, con ravioli fatti in casa. Poi, maialetto, agnello e gamberoni: immancabili i dolci e la frutta”.

Un 2020 di difficoltà: non è mancata la Provvidenza

Per la Caritas il 2020 è stato, senza dubbio, ricco di difficoltà. La pandemia ha di sicuro creato nuovi poveri e in questo anno tribolato in tanti hanno bussato alla porta di don Marco Lai e dei suoi volontari. “Sono sicuramente aumentati i poveri, ma non è diminuito il buon cuore di tanti”, il commento del cuoco Mulana, ” ci sono tanti commercianti, ad esempio, che hanno dato l’invenduto: abbiamo raccolto tantissimo”. E aggiunge: “Laddove aumentano le difficoltà, un aiuto ce lo dà sempre la Provvidenza”.

Si è spento questa mattina Chico Pais, all’anagrafe Antonio Enrico, veterano del 118 e colonna portante del volontariato cagliaritano. Aveva 69 anni e il suo cuore ha smesso di battere all’ospedale Brotzu, dopo un intervento chirurgico reso purtroppo inutile a seguito di un ictus improvviso, colpendolo mentre si trovava nella sede della sua associazione nel Quartiere del Sole.

Foto I Sardi Soccorso

Originario di Iglesias, Chico Pais aveva dedicato gran parte della sua vita alla salvaguardia della vita altrui, guidando ambulanza dopo ambulanza, soccorrendo centinaia di persone in Sardegna. Durante il periodo del Covid, era in prima linea, tra ospedali e case dei contagiati, sempre attento e critico rispetto alle dinamiche dell’emergenza-urgenza.

Innamorato della Sardegna e indipendentista convinto, Chico Pais era noto per la sua generosità, determinazione e onestà. Lo ricordano così i colleghi e i volontari dell’associazione I Sardi Soccorso: «Generoso, determinato fino alla cocciutaggine, colto, amico dei giovani, umano, troppo umano… Ciao Chico, noi di via San Paolo ti ricordiamo così! Fai buon viaggio».

Il suo impegno e la sua dedizione hanno lasciato un segno profondo nel mondo del soccorso cagliaritano e tra i volontari di tutta l’Isola. Innumerevoli i messaggi di cordoglio già apparsi sui social, testimoniando quanto fosse amato e stimato: un punto di riferimento insostituibile, la cui assenza si farà sentire fortemente.

Chico Pais non era solo un professionista del soccorso: era un mentore e un simbolo di dedizione civile, capace di trasformare ogni intervento in un atto di cura e di umanità. La sua scomparsa lascia un vuoto difficile da colmare, ma il suo esempio resterà vivo in chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerlo.