Pioggia di gol nei primi 45’ alla Sardegna Arena dove sembra valere la filosofia “uno in più degli altri”. Va in vantaggio il Crotone al 21’ e chiude il Cagliari in vantaggio al 45’. Partita scoppiettante nel primo tempo che premia i padroni di casa.  La ripresa si apre con il Cagliari in vantaggio di un uomo e di un gol. I rossoblù gestiscono il campo seppur concedendo qualche spazio di troppo agli ospiti, ma portano a casa i tre punti grazie ai quattro segnati. Cagliari- Crotone finisce 4-2. 

 Primo tempo. Cagliari con il pallino del gioco, prima occasione per i rossoblù a 2’ dal fischio d‘inizio: Joao Pedro e Simeone si sono un po’ ostacolati, il brasiliano di testa non riesce dunque a fare centro. Molto bene l’inizi dei padroni di casa. Altra occasione sfumata al 7’: Simeone supera tutti e corre verso Cordaz, ma viene ostacolato dalla difesa ospite e il tiro è debole e scoordinato. All’11 si vede anche il Crotone si avvicina nell’area rossoblù: Benali con il destro calcia una palla facilissima per Cragno. al 15’ Corner per il Cagliari battuto con uno schema riuscito bene, a parte la conclusione finale di Lykogiannis. Con tutti i saltatori in area, il Crotone si aspetta la battuta in mezzo, e invece con un velo viene liberato Lykogiannis al limite, per il tiro indisturbato. Palla altissima. Al 17’ primo giallo del match per l’ex Cigarini in ritardo su Nandez.  Gol del Crotone al 21’: Messias batte prima Godin e poi Cragno. Dopo i primi 10’ in cui i sardi sono apparsi dominanti e aggressivi, ora stanno dando troppa confidenza agli ospiti che si prendono lo spazio per agire e colpire. Cagliari 0- Crotone 1.  Arriva subito il gol del pareggio al 25’: Lykogiannis con il sinistro su punizione supera la barriera e la palla si insacca dietro Cordaz. Per il greco è il primo gol della stagione. Giallo per Marin, che al 31’stende Messias dopo essere stato superato nello stretto Al 35’ raddoppio rossoblù: Simeone corre indisturbato verso la porta avversaria e stordisce il portiere calabrese portando i suoi in vantaggio. Quarto gol in campionato per il Cholito. Paura per i sardi al 38’: Simy fortunatamente calcia male e sbaglia.  Cerca il pareggio il Crotone che milita in questi minuti intorno a Cragno. E al 43’ arriva il pareggio dei calabresi: Molina piazza la palla sulla testa dell’estremo difensore rossoblù: tiro facile per il 17 del Crotone. Al 45’ tris rossoblù: su cross di Zappa dalla destra, a chiusura di una bella azione corale, Sottil segna con una bella girata di testa. Di Martino non concede neanche un minuto di recupero.

Secondo tempo. Doppia ammonizione per Cigarini al 48’ che interviene su Joao Pedro: Di Martino estrae il rosso e l’ex Cagliari è costretto a lasciare il campo tra gli applausi dei tifosi rossoblù e l’abbraccio tra gli ex compagni. I calabresi sono ora in dieci. Al 51’ occasione Cagliari, Joao Pedro serve Simeone che però, in rovesciata, sbaglia. Come nei primi minuti del primo tempo pressano ora i sardi. Inizia il walzer dei campi per Stroppa: fuori Molina e Reca per Vulic e Rispoli. Ancora un’occasione per il Cagliari: Sottil serve Nandez, ma una smanacciata di Cordaz allontana la palla e salva la porta. È pronto il primo cambio anche per Di Francesco esce Sottil ed entra Ounas. Sempre al 73’Occasione Crotone: Rispoli calcia sull’esterno della rete. Azione che nasce da Messias che ruba palla a Joao Pedro e da destra trova Vulic in area. Al 74’ ounas si fa subito vedere con un tiro a giro che termina qualche metro dalla porta di Cordaz. Colpo di tacco a smarcare l’accorrente Rispoli alle sue spalle e diagonale sinistro da ottima posizione che finisce fuori. Altro cambio nella panchina del Crotone: dentro Crociata e fuori Pereira. Il solito Cragno all’80 salva la porta dalla girata di Simy che si è bevuto totalmente Godin. Di Francesco arrabbiatissimo per alcuni evidenti errori della compagine rossoblù. Entra in campo anche Pavoletti che prende il posto di Simeone e Klavan quello di Lykogiannis. Calcio d’angolo all’84’ per il Cagliari che si trasforma in un gol a opera di Joao Pedro, ma Di Martino fischia un presunto fuorigioco. Verifica al Var e il gol del 4 a 2 viene convalidato. Doppio cambio all’88’ per Di Francesco: entrano oliva e Faragò per Marin e Zappa. Manca un minuto e mezzo alla fine e Stroppa si gioca ancora qualche chance sostituendo Simy con Rivière. Di Martino concede 4’ di recupero. Giallo per Benali che atterra Ounas. Al 93’ Pavoletti su affondo di Joao Pedro di testa cerca il quinto gol del match, ma la palla supera la traversa. Finisce con la vittoria dei rossoblù la partita alla Sardegna Arena

CAGLIARI (4-2-3-1): Cragno; Zappa (88’ Faragò), Walukiewicz, Godin, Lykogiannis (80’ Klavan); Marin (88’ Oliva), Rog; Nandez, Joao Pedro, Sottil (73’Ounas); Simeone (80’ Pavoletti). A disposizione: Aresti, Vicario; Faragò, Klavan, Pisacane, Tripaldelli; Caligara, Oliva; Cerri, Ounas, Pavoletti, Tramoni. Allenatore: Eusebio Di Francesco.

CROTONE (3-5-2): Cordaz; Magallan, Golemic, Luperto; Pedro Pereira (76’ Crociata), Benali, Cigarini, Molina (62’ Vulic), Reca (62’ Rispoli); Messias, Simy (89’ Riviere). A disposizione: Festa, Crespi; Cuomo, Crociata, Siligardi, Rispoli, Marrone, Petriccione, Vulic, Eduardo Enrique, Riviere. Allenatore: Giovanni Stroppa.

Arbitro: Antonio Di Martino di Teramo

Marcatori: Messias 21’, Lykogiannis 25’, Simeone 35’, 42’ Molina, Sottil 45’, Joao Pedro 86’,

Ammoniti: Cigarini, Marin, Magallan, Benali, a

Espulsi: Cigarini.

Lo sapevate? Perché in Sardegna si dice “Petza cota, petza crua”?

Un enigma che sembra uscito da una di quelle antiche leggende sarde, eppure non c’è un’origine storica, né un significato profondo. In pratica, è uno di quei detti che proprio non puoi non usare, soprattutto quando ti ritrovi a chiudere una serata tra amici o un incontro di lavoro.

Un capolavoro di suono, ritmo, e, oserei dire, pura poesia popolare, che scivola via dalla bocca come una melodia perfetta. Ma cosa significa davvero? Boh, chi lo sa! E la bellezza sta proprio qui, nel fatto che non ha un significato preciso. È come una di quelle canzoni che ti entrano in testa e non se ne vanno più, anche se non hai idea di cosa stai cantando.

In Sardegna, i detti – o come li chiamano i locali, i “diccius” – sono piccoli frammenti di vita, risate e saggezza popolare. Non sono solo frasi fatte, sono veri e propri racconti che ti danno un assaggio della cultura sarda. E anche se alcuni di questi proverbi non sembrano avere una logica stringente, il loro fascino è innegabile. Ogni “dicciu” è come un piccolo scrigno che custodisce ironia, esperienza e, a volte, anche una bella risata. Non importa che il significato sia nebuloso: è il suono, l’ironia, la sensazione che ti lascia a rendere questi proverbi irresistibili.

E così, ecco che “Petza cota, petza crua”, o il suo parente stretto “Pira cota, pira crua”, continua a riecheggiare in ogni angolo dell’isola. Che si sia al bar, nel mercato, o nel salotto di casa, questa frase è un po’ come un marchio di fabbrica della Sardegna. A nessuno importa davvero cosa voglia dire: basta che suoni bene, che ci faccia sorridere, e che concluda una serata come si deve. Che ci si stia concludendo un incontro tra amici o semplicemente uno di quei colloqui dove nessuno vuole andare via per primo, “Petza cota, petza crua” è il sigillo che dice “è ora di andare a casa”, senza fronzoli, senza giri di parole. Bello o brutto, buono o cattivo, carne cotta o carne cruda, l’importante è che il cerchio si chiuda e ognuno vada per la sua strada.

La cosa incredibile è che, più che un proverbio tradizionale, questo detto è come una canzoncina, una filastrocca da ripetere con il sorriso ogni volta che il momento dell’addio si avvicina. È una di quelle frasi che nasce nei villaggi, cresce nelle chiacchiere da bar e sopravvive nel cuore dell’isola, specialmente nel Campidano e nel sud della Sardegna. Non importa se sei in campagna o nella città di Cagliari, ogni occasione sembra essere quella giusta per far volare via un “Petza cota, petza crua” al termine di una chiacchierata.

E, se proprio vogliamo fare i puristi, c’è anche una variante: “Pira cota, pira crua”, che suona ugualmente bene e si dice con lo stesso ritmo coinvolgente. Ma attenzione, questa frase non è mai sola: c’è sempre un seguito, una sorta di seconda parte che completa il cerchio. “Petza crua, petza cota, s’intendeus un’atra ota” (oppure “atra borta”, a seconda di dove ti trovi sull’isola). E cioè: ci vediamo un’altra volta, magari con la carne cotta, magari con quella cruda, ma sicuramente ci vedremo di nuovo.

Il bello di questi proverbi sardi è che non sono solo un bel suono, ma sono pure un ponte tra passato e presente. Ti raccontano di una Sardegna agropastorale, di antiche tradizioni che sopravvivono nelle conversazioni quotidiane, con un tocco di ironia che non guasta mai. Questi detti sono la vera colonna sonora della vita sull’isola, che ti fa sentire subito parte di una storia che dura da secoli, senza bisogno di spiegazioni complicate. Come dire, chi ha bisogno di una lezione di filosofia quando puoi semplicemente ripetere un detto che ti fa sorridere?