Piazza Matteotti: al via i lavori di restyling più urgenti
L'obiettivo è quello di rendere di nuovo fruibile, riportare dignità e soprattutto sicurezza in uno dei luoghi simbolo della città e per questo, in attesa che si rifaccia il look con un intervento definitivo, sono iniziati in questi giorni i lavori per la sistemazione provvisoria di Piazza Matteotti che entro due mesi sarà riaperta ai cagliaritani.
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Dignità e sicurezza in Piazza Matteotti: avviati i lavori più urgenti. Verranno, infatti, realizzate alcune passerelle pedonali, larghe circa due metri, che permetteranno l’attraversamento della Piazza dal lato stazione verso il Largo e tra il capolinea dell’ARST e il Palazzo Civico. Le strutture saranno dotate di parapetti realizzati con gli stessi materiali presenti nell’Anfiteatro Romano e tutto intorno, per migliorare la sicurezza e il decoro, verranno ridisegnati gli spazi con la ghiaia bianca in modo da conferire un aspetto più ordinato a tutto lo scenario.
I dettagli dell’intervento, sono stati illustrati oggi, martedì 4 marzo 2020, in una apposita conferenza stampa convocata dal Sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu. “Era ormai diventato difficile – ha spiegato il primo cittadino del capoluogo sardo – attraversare la piazza e camminarci. Ci sono stati alcuni incidenti capitati ai passanti e allora abbiamo dato il via libera ad un primo intervento per mettere in sicurezza Piazza Matteotti, creando un sistema di camminamenti semplice che consentisse l’attraversamento della stessa. Contemporaneamente abbiamo impedito l’accesso alle zone meno sicure. In poco tempo, questo intervento di permetterà di restituire ai cittadini un luogo simbolo della città in attesa di un intervento definitivo”.
L’Amministrazione, infatti, ha già in programma di realizzare un concorso di progettazione che consenta a professionisti di livello, di dare delle prospettive interessanti sulla riqualificazione della piazza. “È un luogo che richiedere un intervento strutturale più importante che riguarderà non solo la piazza ma tutta la via Roma” ha concluso il Sindaco che ha voluto al suo fianco l’Assessora ai Lavori Pubblici, Gabriella Deidda. “Abbiamo utilizzato – ha precisato l’Assessora Deidda – i parapetti dell’Anfiteatro che poi potranno essere smontati e riutilizzati per altre opere di riqualificazione”.
“Quello relativo a Piazza Matteotti – ha voluto aggiungere Umberto Ticca, Presidente della Commissione Consiliare Lavori Pubblici – è stato uno dei primi argomenti affrontati per uno dei punti cruciali sia per gli eventi che come porta della città. Con questo intervento arriveremo con maggiore serenità al progetto futuro, ma abbiamo già fatto un passo avanti verso una piazza che a breve sarà fruibile e percorribile”. In futuro, Piazza Matteotti dovrà diventare il biglietto da visita di una città che si apre sul Mediterraneo, gradevole e innovativa. E in attesa che le idee si trasformino in progetti specifici, il primo passo è stato quello di rendere i luoghi più sicuri e utilizzabili.
A spiegare i dettagli tecnici dell’intervento è stato il Dirigente del Servizio Lavori Pubblici, Daniele Olla. “Con questi lavori, anche i disabili potranno riattraversare la piazza. Avevamo la necessità di eliminare le recinzioni di cantiere che creavano qualche problema e adesso restituiremo un attraversamento sicuro e illuminato che metterà in comunicazione il Largo con la Sazione e con l’ARST. Non sono previste panchine o spazi di stazionamento perché la piazza, all’interno, non è in sicurezza, ma verrà ridato decoro alla zona, tutelando anche gli alberi che si trovano all’interno della piazza”.
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Intervista alla fotografa Sara Montalbano: “Ogni scatto è incontro umano e memoria emotiva”

«Definirei il mio stile autentico, senza tempo e profondamente nostalgico», racconta Sara. «È una fotografia che nasce dal desiderio di andare oltre la superficie, di cercare la poesia nascosta in uno sguardo, in una postura, in un silenzio»
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Sara Montalbano, nata a Cagliari nel 1993, è una fotografa che ha saputo trasformare il ritratto in una forma di narrazione emotiva, capace di raccontare l’interiorità delle persone oltre l’apparenza. La sua carriera inizia nella ritrattistica e nella fotografia di moda: nel 2012 trascorre un anno a Oxford in uno studio fotografico, prima di partire per Jakarta, in Indonesia, dove lavora per due mesi con una casa di moda che collabora con le principali riviste del gruppo Femina e partecipa alla settimana della moda di Jakarta come fotografa ufficiale.
«Definirei il mio stile autentico, senza tempo e profondamente nostalgico», racconta Sara. «È una fotografia che nasce dal desiderio di andare oltre la superficie, di cercare la poesia nascosta in uno sguardo, in una postura, in un silenzio». Con il tempo, la fotografa si è resa conto che ogni immagine rappresenta una mappa visiva personale del paesaggio dell’anima umana, un viaggio che va oltre la mera estetica.
Nel 2018 si trasferisce a Londra, dove sviluppa il proprio linguaggio fotografico ascoltando la creatività e le emozioni. L’esperienza più intensa arriva nel 2019, quando trascorre sei mesi a Londra dedicandosi al ritratto emotivo: fotografava quindici persone a settimana, con uno sfondo nero, uno sgabello e un flash. Questo periodo le insegna che la fotografia più potente nasce dalla semplicità e dalla capacità di accogliere l’emozione senza costruirla. Nello stesso anno, vive tre mesi in Asia (India, Vietnam, Thailandia e Birmania) per progetti personali di ritrattistica e fotografia di viaggio, consolidando la sua capacità di osservare le persone e i luoghi con profondità emotiva.
Il suo lavoro si concentra su storie intime e reali: ogni ritratto diventa un esperimento emotivo, un’occasione per far emergere la personalità e la bellezza autentica del soggetto. Le sue ispirazioni arrivano da epoche lontane: fotografia di moda degli anni ’30, musica parigina, jazz e musica brasiliana, mondi che portano con sé eleganza malinconica e lentezza, oggi quasi perdute.
Sara cerca una realtà emotiva, non oggettiva. «Non mi interessa documentare ciò che è visibile a tutti, ma ciò che emerge solo se ci si prende il tempo di ascoltare. Ogni fotografia è filtrata dal mio sguardo, dalla mia storia e dalla relazione che si crea con la persona davanti all’obiettivo». La connessione con i soggetti nasce prima dello scatto: parlano, condividono silenzi e, quando la persona smette di preoccuparsi di come appare, il ritratto prende vita. Da questa esperienza nasce The Portrait Session, il suo servizio di punta, raccontato anche su Instagram con @theportraitsession, dedicato a chi desidera ritratti autentici e personali.
La firma visiva di Sara si manifesta in luce diretta ma morbida, ombre profonde, fondali scuri e colori contenuti, spesso attraversati da una malinconia silenziosa che diventa segno di verità emotiva. «La tecnica è uno strumento», spiega. «Le mie immagini sono il risultato di tutto ciò che ho vissuto: cambiamenti, distanza, incontri e memoria familiare».
Oggi Sara è tornata a Cagliari, pronta a mettere la propria esperienza al servizio delle piccole e medie imprese, aiutandole a espandersi online anche a livello internazionale attraverso la fotografia. Per lei, la fotografia rimane memoria e immaginazione, un incontro umano prima ancora che un’immagine. «Voglio lasciare che siano le persone che fotografo a guidarmi, aprendo uno spazio in cui possano emergere i loro lati più intimi», conclude.
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