Il freddo è arrivato: AAA cercasi coperte per i rifugi della Sardegna

Nonnina Heidi da Gonnosfanadiga testimonial per l'appello "coperte per i rifugi": le strutture che ospitano cani e gatti randagi e abbandonati della Sardegna hanno bisogno di coperte, cuscini, tappeti, maglioncini. Tutto quello insomma che riuscirà a donare un inverno meno faticoso e più caldo ai quattro zampe ospiti nelle tantissime strutture dell'Isola
Il freddo ormai è arrivato anche in Sardegna e il famigerato cambio dell’armadio va fatto con urgenza: lettori di Vistanet, mi raccomando! Conservate coperte, lenzuola, asciugamani, maglioni vecchi, quelli che non potete donare in beneficenza: i cani e i gatti dei rifugi ve ne saranno eternamente grati.
Pensate a ogni volta che piove, in un qualunque rifugio quante copertine vengono bagnate e finiscono grondanti acqua: impossibili da asciugare velocemente. Serve cambio rapido e nuovo materiale. Pensate a quanti animali anziani hanno bisogno di trascorrere al caldo la notte e le giornate nei box. Ascoltate l’appello di Nonnina Heidi, testimonial della campagna “coperte per i rifugi”: chi più di lei può farsi portavoce di questa richiesta?
Inutile dire che più che le coperte quello che serve sono le adozioni ma, in attesa di continuare con i nostri appelli relativi ai quattro zampe in cerca di casa, rendiamoci utili comunque regalando loro almeno un inverno al caldo.
Nonnina Heidi vive nel rifugio di Gonnosfanadiga Amici degli Animali che ospita circa 250 cani ma in Sardegna sono tantissime le realtà che hanno necessità di supporto di questo tipo, oltre che economico (Amici degli Animali, Casa di Bingo, Casa del Randagio, Bau Club e tante altre ancora e potete trovare tutti i loro contatti su FB).

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Cagliari, Patty Pravo in concerto al Conservatorio: “Niente cellulari durante lo spettacolo”

Prima ancora che le luci si abbassassero e la voce inconfondibile della cantante riempisse la sala, è stato diffuso al pubblico un avviso: niente telefoni, niente foto o video durante lo spettacolo. Cosa ne pensate?
Un’atmosfera intima e vibrante ha avvolto ieri il Conservatorio di Cagliari durante il concerto di Patty Pravo, icona intramontabile della musica italiana, che ha scelto il capoluogo sardo come tappa del suo tour. Ma prima ancora che le luci si abbassassero e la voce inconfondibile di Nicoletta Strambelli riempisse la sala, un messaggio è stato diffuso al pubblico: niente telefoni, niente foto o video durante lo spettacolo.
Un appello semplice, ma potente. Un invito a scollegarsi dai dispositivi per connettersi davvero con la musica, con l’artista, con l’emozione del momento. E Patty Pravo, che da sempre ama il contatto diretto con il suo pubblico, ha scelto di unirsi a quella sempre più ampia schiera di artisti che chiedono rispetto per il presente, per il tempo condiviso, per lo spazio sacro del live.
Il gesto, ormai sempre più diffuso, riaccende una riflessione necessaria: i telefoni durante i concerti sono diventati una distrazione costante, per chi guarda ma anche per chi ascolta. Trovarsi davanti qualcuno che filma per interi minuti, con lo schermo sollevato sopra la testa, spezza la magia e impone agli altri spettatori un filtro digitale tra sé e la scena.
Eppure, nonostante il fastidio diffuso, non riusciamo a farne a meno. È il riflesso di un’epoca in cui l’esperienza non sembra esistere davvero se non è documentata. Ma cosa perdiamo nel frattempo? Forse proprio l’essenza dell’evento: la musica, la voce, le emozioni in presa diretta.
Quella di Patty Pravo, dunque, non è una semplice richiesta tecnica, ma un atto d’amore per la musica e per il pubblico: “Godetevi l’attimo”, sembra dire, “perché è unico e irripetibile”. Un invito prezioso, soprattutto in tempi in cui la memoria viene affidata più allo storage del telefono che al cuore.

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