Un uomo cagliaritano di 60 anni è stato arrestato con l’accuso di aver abusato sessualmente di minorenni.

La segnalazione di questi abusi era arrivata alla Squadra Mobile lo scorso sabato, dal servizio 114 emergenza infanzia, con la quale si riferiva di presunte violenze sessuali da parte di un cittadino cagliaritano a cui alcuni ignari genitori, a causa di impegni di lavoro, erano soliti portare i propri figli perché l’uomo si occupasse di loro.

D’intesa con la Procura della Repubblica di Cagliari è stata immediatamente avviata un’intensa attività di monitoraggio del presunto pedofilo, indiziato di abusi ai danni di minori, al fine di evitare che le violenze proseguissero.

Nella giornata di lunedì l’attività investigativa in corso ha consentito di documentare la circostanza che un minore di undici anni stesse per essere portato dal proprio genitore nell’appartamento della persona indiziata.

Una volta appurato che l’adulto stava per avvicinare la giovane vittima, gli Agenti della Polizia di Stato, appostati preventivamente davanti all’abitazione, sono intervenuti subito arrestando l’autore degli abusi.

Le indagini proseguiranno al fine di acclarare la sussistenza di altri minori vittime di abusi.

È stato identificato il responsabile dell’incendio che il 2 giugno scorso ha devastato due ettari di vegetazione in località Straccoxius, a Santa Giusta, arrivando a minacciare le abitazioni. Si tratta di un ottantenne del posto, proprietario di un fondo agricolo e titolare di un allevamento suino, denunciato dal Corpo forestale della Regione Sardegna per gestione illecita di rifiuti e incendio colposo.

Secondo quanto accertato dagli investigatori, l’uomo aveva incenerito rifiuti della porcilaia, tra cui contenitori in cartone e plastica usati per l’alimentazione dei suini, in un terreno agricolo adiacente all’allevamento. L’incendio sarebbe partito proprio da quel sito, dove i rifiuti venivano bruciati abitualmente nello stesso punto destinato alla deposizione dello stallatico, una sostanza organica che può diventare altamente infiammabile in presenza di elevate temperature e scarsa ventilazione.

Il fuoco, rimasto latente tra gli strati del cumulo, si sarebbe riattivato a causa del caldo e del vento di scirocco, favorendo la propagazione delle fiamme verso le abitazioni vicine. Il tempestivo intervento del sistema regionale antincendio ha evitato danni maggiori, riuscendo a contenere l’incendio prima che raggiungesse le case.

Le indagini hanno confermato che l’origine del rogo è da attribuire a una condotta colposa legata a pratiche illecite di smaltimento dei rifiuti domestici mediante incenerimento, una prassi pericolosa e vietata dalle normative ambientali.