Poco fa a Cagliari il capo del Governo, Conte ha ricevuto il Premio Mediatore Mediterraneo 2019. Una targa, una bottiglia con un messaggio legato alla storia della Madonna di Bonaria, e la fede sarda Maninfide, simbolo di impegno.

È stato Carlo Pilia, docente di Diritto privato all’Università di Cagliari e coordinatore scientifico del convegno internazionale “Autonomia e responsabilità nella gestione delle crisi: quali modelli nazionali, europei e internazionali?”, a premiare Conte. Dopo la lettura di una motivazione, il professore ha consegnato al Premier una targa, una bottiglia, contenuta in una cassetta in legno, con un messaggio, con il racconto della storia della Basilica di Bonaria, e il suo indiscutibile legame col Mediterraneo.

Infine il capo del Governo ha ricevuto la tradizionale fede sarda chiamata Maninfede, costituita da tre anelli racchiusi tra due mani a simboleggiare l’impegno del premier nella sua attività di mediatore. «Sono molto onorato, e considero questo premio come un incitamento a fare di più. La mediazione – ha affermato Conte – non è un accomodamento sterile, ma un impegno che richiede coraggio. Implica innovazione, perché porta a cambiare sé stessi e gli altri per venirsi incontro».

Infine Conte ha citato le parole di Calvino per definire la mediazione: «Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così».

L’Asinara non può più essere considerata un’isola dimenticata. Lo ribadisce con forza l’assessore regionale agli Enti locali e Urbanistica, Francesco Spanedda, che rilancia l’impegno della Regione Sardegna per un rilancio concreto e sostenibile di uno dei luoghi più iconici del Mediterraneo.

“Si parla spesso dell’Asinara come di un luogo abbandonato, bloccato da vincoli e burocrazia – afferma Spanedda – ma oggi abbiamo l’occasione di voltare pagina, con responsabilità e consapevolezza del suo straordinario valore ambientale, storico e strategico”.

Il nodo, sottolinea l’assessore, resta la gestione dei beni trasferiti alla Regione in seguito alla dismissione da parte dello Stato: “Si tratta, nella maggior parte dei casi, di immobili in condizioni fatiscenti. Per anni abbiamo fatto fronte alle criticità utilizzando fondi regionali, e ora – grazie alla Conservatoria delle Coste – è stato stanziato un primo intervento da 5 milioni di euro per il recupero di alcune strutture”.

Ma la svolta, secondo Spanedda, passa soprattutto da un rinnovato dialogo istituzionale. “Nei mesi scorsi abbiamo attivato un tavolo con tutti i soggetti coinvolti nel futuro dell’Asinara. Ora chiediamo la riconvocazione del tavolo: è fondamentale che gli enti locali possano realmente utilizzare i beni che sono stati loro assegnati”.

L’obiettivo, chiarisce l’assessore, è chiaro: restituire all’Asinara un futuro all’altezza della sua storia e della sua bellezza. “Ma – conclude – serve anche la piena collaborazione dello Stato. Solo con un’azione condivisa sarà possibile costruire un progetto duraturo e rispettoso dell’unicità di quest’isola”.