Fenicotteri di città: il National Geographic a Cagliari per scoprire i segreti di “sa genti arrubia”
Una fotografa professionista del National Geographic è stata a Cagliari vari mesi per realizzare un reportage sui fenicotteri, dalla nidificazione fino alle fasi dell'inanellamento
“Fenicotteri di città: in Sardegna, da alcune decine di anni, una colonia di questi splendidi uccelli ha deciso di vivere nel centro abitato di Cagliari, dove un tempo sorgevano le saline di Molentargius”, scrive su National Geographic Barbara Dall’Angelo, fotografa professionista.
La fotografa è stata ospite alcuni mesi del Parco Naturale Regionale del Molentargius Saline per realizzare un reportage fotografico seguendo i fenicotteri dalla nidificazione fino alle fasi dell’inanellamento. “La straordinarietà del fenomeno, oltre che all’elevato numero di esemplari – continua la fotografa – è dovuta anche alla particolare vicinanza dell’area scelta dai fenicotteri con il centro urbano. Tale situazione offre insoliti scenari di integrazione tra avifauna e città: complessi industriali o condomini si affacciano sulle aree di nidificazione”.
Come tengono a sottolineare i responsabili del Parco di Molentargius di Cagliari, “è stato un onore poterla accompagnare a visitare le zone più importanti e raccontarle le bellezze del nostro Parco. Ricordiamo che il reportage è stato effettuato secondo le norme di sicurezza e nessun animale è stato disturbato durante gli scatti”.
La prima donna arbitro d’Italia fu una ragazza cagliaritana. Ecco la sua storia
Per "mettere la gonnella" a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.
Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.
Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.
Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.
Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.
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