«Sulla schiacciata di McGee la Corsica ha attraccato al porto di Genova». Forse non ci sono parole migliori di quelle scelte dal blog cestistico “La giornata tipo” per descrivere la strepitosa schiacciata di Tyrus McGee nel quarto periodo di gara 6 della finale Scudetto tra Dinamo Sassari e Reyer Venezia.

E anche i telecronisti di Rai Sport ed Eurosport sono rimasti letteralmente senza parole, o meglio poco si poteva aggiungere a un gesto tecnico e atletico eccezionale come quello messo in scena dall’esterno biancoblù.

Occhi puntati sull’avversario Watt, baricentro basso, velocissimo gioco di gambe, terzo tempo e schiacciata degna di palcoscenici ben più prestigiosi della Lega Basket Serie A, con tutto il rispetto per la massima serie nazionale di pallacanestro.

Una giocata definita senza ombra di dubbio dagli addetti ai lavori «la giocata dell’anno».

A un anno di distanza dal suo esordio con l’Olbia, Cristian Totti dice addio al calcio professionistico. Il figlio dell’ex capitano della Roma, Francesco Totti, ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo a soli 19 anni. Una scelta arrivata dopo mesi lontano dai campi, successivi alla sua uscita dalla squadra sarda a stagione ancora in corso.

Un addio che non sorprende del tutto. Il giovane centrocampista non è mai riuscito a trovare spazio stabile né visibilità all’interno dell’organico dell’Olbia. Dopo alcune apparizioni sporadiche e un debutto ufficiale lo scorso 25 agosto 2024 in Coppa Italia contro l’Ilvamaddalena, Cristian era finito al centro di commenti spiacevoli e insulti sui social, rivolti non tanto al suo gioco quanto al suo aspetto fisico.

Dopo la parentesi all’Olbia, Totti Jr. è rimasto svincolato per diversi mesi, senza riuscire a trovare una nuova squadra. Ora arriva la svolta: l’addio al calcio giocato e un nuovo inizio nello staff della “Totti Soccer School”, la scuola fondata da suo padre e oggi gestita dallo zio Riccardo.

Per Cristian si apre così una fase tutta nuova, ancora legata al mondo del calcio, ma con un ruolo diverso: non più in campo, ma al fianco dei giovani atleti, trasmettendo la propria esperienza e affrontando il futuro da educatore sportivo.