(VIDEO) La rabbia dei lavoratori portuali di Cagliari: “Vogliamo il lavoro, non ammortizzatori sociali”

I lavoratori portuali hanno manifestato stamane in via Roma, sotto il palazzo del Consiglio regionale.
«Da maggio non vediamo un soldo del nostro stipendio, non vedremo neanche la quattordicesima». William Foddi ha lavorato per la Cict, (società del gruppo Contship, che gestisce il traffico merci al porto canale) dal 2006 in qualità di operatore polivalente.
Tredici anni durante i quali non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe arrivata la lettera di licenziamento. Contship infatti ha deciso di lasciare il porto di Cagliari e per William e altri 200 suoi colleghi è stata una doccia fredda. «Ci hanno dato la cassa integrazione», prosegue, «noi però vogliamo il lavoro, non vogliamo ammortizzatori sociali».
E stamane erano in tanti sotto il palazzo del Consiglio regionale in via Roma a manifestare per il lavoro. La settimana prossima ci dovrebbe essere il tavolo tra Regione e ministero delle Infrastrutture a Roma, ma, fa sapere Massimiliana Tocco, segretaria generale Filt CGIL Cagliari, i sindacati non sono stati convocati. Chiedono di poter essere coinvolti. Intanto si attende l’esito dell’incontro di una delegazione di lavoratori con la Regione.

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Pensate che la città più antica d’Italia sia Roma? Vi sbagliate! Si trova in Sardegna: ecco dove

La prova di questa antichissima presenza? Un’anfora, un reperto che parla e che racconta di una città viva, organizzata, già profondamente connessa con il mondo esterno, quando Roma non era ancora stata fondata
Quando si parla di città antiche, quasi tutti pensano subito a Roma. Fondata – secondo la tradizione – nel 753 a.C., la Capitale viene spesso celebrata come la “madre” di tutte le città italiane. Eppure, c’è un angolo di Sardegna che ha una storia ben più antica.
Bisogna viaggiare verso il profondo sud-ovest dell’isola, sull’isola di Sant’Antioco, per scoprire una città che esisteva prima ancora che Roma fosse solo un’idea: l’antica Sulky.
Siamo nel IX secolo avanti Cristo. I Fenici, grandi navigatori e commercianti, scelgono questo lembo di terra proteso nel Mediterraneo per fondare un importante insediamento. Non lo fecero a caso: Sulky era un punto strategico per gli scambi con l’Oriente e rappresentava un approdo sicuro nel cuore del Mare Nostrum.
La prova di questa antichissima presenza? Un’anfora, ritrovata proprio nel comune di Sant’Antioco, e datata con certezza all’800 a.C. Un reperto che parla, che racconta di una città viva, organizzata, già profondamente connessa con il mondo esterno, quando Roma non era ancora stata fondata.
Pensate: mentre sulle coste laziali ancora regnavano il silenzio e le paludi, a Sulky c’erano strade ortogonali, case costruite in pietra e mattoni d’argilla cruda, artigiani all’opera e mercanti che arrivavano da lontano.
E non è solo l’anfora a dircelo. A partire dagli anni ’80, gli archeologi Paolo Bernardini e Carlo Tronchetti hanno scavato nell’area chiamata Cronicario, accanto all’ospizio per anziani, trovando resti che raccontano tre epoche sovrapposte: fenicia, punica e infine romana. Oggetti in terracotta, ceramiche finissime, strutture urbane ben definite: tutto parla di una città che aveva già una sua identità forte secoli prima della nascita della democrazia ateniese.
Insomma, mentre a Roma si dibatteva su quale data scegliere per la sua fondazione (sì, perché anche quella fu una scelta politica!), a Sant’Antioco si commerciava già con Tiro e con Cipro.

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