Cagliari, porto Canale: la nave Bahri Tabuk, “carica di bombe per lo Yemen”
"Basta alle morti innocenti e alle stragi": la protesta di chi, da stamattina, sta monitorando l'attività della nave porta container Bahri Tabuk, attraccata a Cagliari e diretta, pare carica di bombe, in Arabia Saudita
Cagliari: al porto Canale questa mattina è attraccata la nave porta container Bahri Tabuk. Secondo Cgil e Rete disarmo, la nave sarebbe stata caricata con decine di container pieni di bombe destinate all’Arabia Saudita. “I nostri porti continuano ad essere meta di navi del gruppo Bahri per i rifornimenti bellici ai Paesi sauditi”, dice il segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo, a seguito dell’attracco. Per il sindacalista, “il governo continua a tacere nonostante le denunce e le manifestazioni di protesta che ci hanno già visti impegnati in analoghi casi, prima a Genova e poi a Monfalcone”.
E continua: “Noi diciamo basta alle morti innocenti, non vogliamo essere complici delle stragi di incolpevoli civili e continuiamo ad essere fermamente contrari a tali rifornimenti perché violano gravemente le norme nazionali, europee ed internazionali”.
A lanciare l’allarme anche il Comitato per la riconversione della Rwm, la fabbrica di bombe con sede a Domusnovas, nel Sulcis: partita la richiesta al prefetto di Cagliari e all’Autorità portuale affinchè si adoperino “per evitare che la nave saudita imbarchi bombe destinate alla carneficina dello Yemen”. L’appello è rivolto anche ai lavoratori addetti alle operazioni di carico, ai vigili del fuoco e alle forze di pubblica sicurezza con l’invito a rifiutarsi di svolgere mansioni che eventualmente agevolino l’operazione.
Distrutta da un incendio doloso l’auto dell’avvocata che difende Luigi Pinna, supertestimone nel caso Zuncheddu
Il contesto di questo attacco è stato enfatizzato dalla recente notizia, resa pubblica dalla stessa avvocata, riguardante l'esclusione di Luigi Pinna dall'avviso di garanzia per calunnia.
L’incendio doloso dell’auto dell’avvocata Alessandra Delrio a Sassari, che assiste Luigi Pinna nelle vicende legate al caso Beniamino Zuncheddu, ha suscitato grande preoccupazione. La Mini della professionista è stata data alle fiamme in via IV Novembre, una via centrale e residenziale del quartiere San Giuseppe, nelle prime ore del mattino. Gli investigatori e i vigili del fuoco hanno confermato che l’incendio è stato causato dall’uso di liquido infiammabile da parte di ignoti.
Il contesto di questo attacco è stato enfatizzato dalla recente notizia, resa pubblica dalla stessa avvocata, riguardante l’esclusione di Luigi Pinna dall’avviso di garanzia per calunnia. Pinna è l’unico sopravvissuto alla strage di Sinnai del 1991 e si era costituito parte civile nel processo, assistito proprio dall’avvocata Delrio. La strage aveva causato la morte di Gesuino Fadda, del figlio Giuseppe e di Ignazio Pusceddu, e Beniamino Zuncheddu era stato inizialmente ritenuto responsabile.
Tuttavia, come è noto, la Corte d’appello di Roma ha emesso un verdetto di piena assoluzione per Zuncheddu. Il clamoroso quanto sacrosanto ravvedimento giudiziario, ha sollevato dubbi sulla testimonianza di Pinna, che in passato aveva riconosciuto Zuncheddu come l’assassino, ma che successivamente aveva ritrattato questa identificazione, sostenendo di essere stato influenzato da un poliziotto che gli aveva mostrato la foto di Zuncheddu.
Gli inquirenti ora indagano per trovare i colpevoli dell’attentato incendiario contro l’avvocata Delrio che ha pubblicato su Facebook la foto del veicolo distrutto dalle fiamme, raccogliendo la solidarietà di molti amici e conoscenti.
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