Nel weekend Monumenti Aperti fa tappa a Quartu: 26 siti aperti, tre le novità
Sabato 18 e Domenica 19 Quartu apre le porte della cultura. Quest’anno i siti aperti saranno 26, 5 più dell’anno scorso E ci sono 3 novità, luoghi sinora mai inclusi nel circuito della manifestazione: Casa Denotti-Falqui, il complesso monumentale Olla e i fortini del Simbirizzi.
Quartu è pronta ad aprire le porte della cultura e dei suoi beni storico-archeologici con l’ormai storico appuntamento con Monumenti Aperti. Un impegno che cresce con gli anni e che quest’anno infatti prevede la presenza nell’elenco dei siti visitabili di ben 26 beni culturali, 5 in più dell’anno scorso, con 3 novità sinora mai incluse nel circuito della manifestazione.
L’attività di valorizzazione dei beni culturali quartesi portata avanti dall’Assessorato prosegue anche in occasione dell’ormai tradizionale weekend di Monumenti Aperti. L’appuntamento con la manifestazione, che va avanti da decenni, crescendo e rinnovandosi di edizione in edizione, ritorna anche quest’anno, sabato 18 e domenica 19 maggio, ancora una volta con tantissimi volontari pronti a dare il proprio contributo per la riscoperta del proprio territorio e delle proprie radici, ma anche per la crescita e lo sviluppo turistico.
Il tema scelto per l’edizione di quest’anno di Monumenti Aperti è Radici al futuro, ovvero ciò che ci appartiene come storia e su cui poggia il domani delle comunità. Trae ispirazione dalle politiche europee tese a valorizzare l’intero patrimonio culturale tangibile, intangibile e digitale, accessibile e inclusivo. Radici al futuro ne rilancia la visione come strumento per favorire il senso di appartenenza alla comunità locale, come dialogo tra le generazioni, dando valore al confronto e all’arricchimento reciproco. Con l’obiettivo di affidare ai giovani il duplice ruolo di custodi della conoscenza e di attivatori delle opportunità future. Radici al futuro è la sintesi di una trasformazione, il condensato di un passaggio di testimone raccontato dal ciclo della materia che non si interrompe. Radici al futuro disegna l’attingere alle tradizioni culturali e alla storia per costruire la società futura all’insegna della creatività e dell’innovazione. Il patrimonio culturale diventa, quindi, fonte continua di apprendimento e di ispirazione, e la base di una cittadinanza attiva e responsabile.
Nel caso specifico di Quartu anche quest’anno la città è pronta ad aprire portali e portoni, tra chiese, case campidanesi, nuraghi e altri siti di interesse storico e ambientale. Ancora una volta la città metterà in mostra le proprie bellezze e dimostrerà la propria ospitalità ai tanti turisti e appassionati che verranno a scoprirla. Saranno ben 26 i siti aperti, con un incremento del 25% rispetto a quelli dell’anno scorso. E sono 3 le novità assolute: Casa Denotti – Falqui, l’ennesima perla tra le tante case campidanesi, così caratteristiche a Quartu, il complesso monumentale dedicato a Luigi Olla, situato in un luogo simbolo della città quale l’area ex Bussola, e il sistema fortificato dei fortini del Simbirizzi, risalente alla Seconda Guerra Mondiale.
Diversi inoltre gli eventi di accompagnamento organizzati nelle piazze e nei siti aperti. Dal ‘Festival del dialogo filosofico’ al racconto in lingua italiana, sarda, francese e inglese dello sbarco, nel 1793, dei soldati francesi sul litorale, dalla mostra storico- fotografica e documentaria della Fondazione Asilo G.B. Dessì ai vari concerti degli istituti musicali, della Scuola civica di musica e della banda Città di Quartu, dai balli ai laboratori di pane e pasta, dalle escursioni nel parco alle presentazioni dei libri.
«Monumenti Aperti è un’idea bella e vincente, ma soprattutto fruttuosa per la crescita formativa e culturale della comunità – commenta l’Assessore alla Cultura e ai Beni Culturali Lucia Baire -. La manifestazione è maturata negli anni, grazie anche all’esperienza accumulata, e sa regalare sempre più emozioni, quelle che nascono proprio dalla possibilità di apprezzare i valori e i tesori che viviamo giornalmente ma che spesso la quotidianità riesce a nasconderci. Riscoprendo le nostre radici guardiamo con più fiducia al futuro. Anche per questo ogni anno l’offerta si rinnova, e nuovi beni culturali vengono aperti, mostrati, raccontati».
«Rinnoviamo con grande piacere la lunga collaborazione con Imago Mundi per Monumenti Aperti, sempre più convinti dell’importanza strategica che essa ricopre per la crescita dell’interesse e della partecipazione intorno ai temi storico-archeologico-culturali – aggiunge il Sindaco Stefano Delunas -. Tutti i contributi utili ad evitare la perdita del senso della memoria, delle radici, di una storia che è individuale e insieme collettiva sono infatti proficui. Solo attraverso la giusta comprensione del passato infatti si può costruire un futuro migliore, perché le radici non vanno mai recise. Proiettarsi verso il futuro significa infatti innanzitutto avere un’approfondita conoscenza delle origini, e quindi dei meccanismi emozionali e culturali che hanno plasmato la nostra società. E che determinano oggi le nostre azioni quotidiane, spesso istintive, ma capaci di condizionare il presente e determinare il futuro».
«Portiamo avanti un processo di promozione e valorizzazione dei beni culturali su scala sempre più ampia. I giovani diventano esempio di cittadinanza attiva, depositari di conoscenza del nostro patrimonio ma soprattutto capaci di innescare meccanismi rivolti verso il futuro – aggiunge il Vicepresidente di Imago Mundi Onlus Massimiliano Messina -. È sempre più difficile portare delle novità dopo 23 anni di vita della manifestazione, ma ogni anno ci sforziamo di farlo, perché ogni anno tantissimi cittadini vanno alla riscoperta del proprio patrimonio».
«Monumenti aperti è ormai un rito collettivo e un momento di conoscenza e di trasmissione così importante che deve essere riconosciuto non più come una semplice manifestazione, ma piuttosto come una sorta di ‘istituzione mobile’, perché mette in rete così tanti Comuni e così tante Amministrazioni di entità differente che a suo modo è diventato un punto di riferimento fondamentale per il sapere e anche per la vita – spiega la Soprintendente di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e le Province di Oristano e Sud Sardegna Maura Picciau -. È un modo di aderire attivo e impegnativo preceduto da molto lavoro, che permette agli studenti di capire cosa vuol dire essere cittadini. Ed è un gran risultato perché mi piace ricordare che i padri costituenti hanno inserito la tutela dei beni culturali tra i doveri fondamentali della Nazione».
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