Gavino Manca (Pd): “Troppo spazio concesso dal Tg2 a Salvini. Violata par condicio”

«Dal punto di vista politico - ha detto il deputato sassarese - è la riprova che il ministro Salvini, a dispetto di quanto sta raccontando sui sondaggi, ha paura del risultato di queste elezioni e che è pronto a non guardare in faccia nessuno pur di ottenere il suo scopo».
«C’è solo una parola per definire quello che è successo: prepotenza. Non si era mai vista una violazione della par condicio sotto elezioni come quella attuata ieri da Tg2 Post. A pochi giorni dal voto in Sardegna il programma non solo ha dato uno spazio spropositato al ministro Salvini, allungando casualmente la durata della trasmissione del cinquanta per cento, ma ha anche rivelato dei presunti sondaggi che darebbero il centrodestra in vantaggio». Duro attacco all’emittente pubblica da parte del deputato sardo del Pd Gavino Manca.
«Come stanno facendo altri, chiedo all’Agcom e alla Commissione di Vigilanza Rai di riequilibrare questo clamoroso strappo alle regole (si può fare solo oggi ultimo giorno di campagna elettorale) – ha aggiunto Manca -. È un’indecenza che la televisione pubblica si presti a becere operazioni di propaganda».
«Dal punto di vista politico – ha concluso il deputato sassarese – è la riprova che il ministro Salvini, a dispetto di quanto sta raccontando sui sondaggi, ha paura del risultato di queste elezioni e che è pronto a non guardare in faccia nessuno pur di ottenere il suo scopo».

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Sardegna, mozione per la sospensione dei rapporti con Israele: il centrosinistra chiede una presa di posizione netta

In Consiglio regionale è stata depositata una mozione che chiede ufficialmente alla Regione Sardegna di interrompere ogni rapporto commerciale, istituzionale e di cooperazione con lo Stato di Israele, almeno fino a quando continueranno le gravi violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.
Sardegna, mozione per la sospensione dei rapporti con Israele: il centrosinistra chiede una presa di posizione netta.
In Consiglio regionale è stata depositata una mozione che chiede ufficialmente alla Regione Sardegna di interrompere ogni rapporto commerciale, istituzionale e di cooperazione con lo Stato di Israele, almeno fino a quando continueranno le gravi violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.
Il documento, presentato da Sinistra Futura e sostenuto dall’intera maggioranza di centrosinistra – Pd, M5s, Progressisti, Alleanza Rossoverdi, Uniti per Todde, Orizzonte Comune – segue l’esempio delle risoluzioni già approvate in Puglia e in Emilia Romagna, ed è ora in attesa di essere calendarizzato per la discussione in Aula. La mozione sottolinea come la situazione umanitaria nei territori palestinesi sia ulteriormente peggiorata negli ultimi mesi, con un numero di vittime che ha superato le 60.000 persone e oltre 120.000 feriti, tra cui migliaia di bambini. In una nota ufficiale, Sinistra Futura afferma che la Sardegna, per la sua storia, la sua posizione geografica e la sua tradizione di accoglienza, non può restare in silenzio di fronte a un tale scenario e deve contribuire attivamente alla costruzione di una prospettiva di pace. Il testo impegna la presidente della Regione, Alessandra Todde, a condannare apertamente le violazioni del diritto internazionale attribuite allo Stato di Israele, in particolare l’impiego di fame, malattie e blocco degli aiuti umanitari come strumenti di guerra contro la popolazione civile palestinese. Si chiede inoltre la sospensione immediata di ogni forma di collaborazione tra la Regione Sardegna – incluse agenzie, enti strumentali, aziende partecipate, università e centri di ricerca – e lo Stato di Israele. La mozione propone anche che la Sardegna si impegni a sostenere ogni iniziativa diplomatica per un cessate il fuoco permanente a Gaza e per la promozione di una conferenza di pace nel Mediterraneo, candidando eventualmente l’isola come sede di tale evento. Infine, il documento chiede il ripristino dei fondi regionali destinati alla cooperazione internazionale, con una linea di intervento specifica dedicata alla Palestina, e l’inserimento nei bandi pubblici di criteri che escludano l’acquisto di beni o servizi provenienti da aziende coinvolte nella violazione dei diritti umani nei territori occupati.

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