Il padre accosta e lui esce dalla macchina: bimbo di 3 anni falciato e ucciso da un’auto

#Italia Il piccolo, 3 anni, era seduto sul seggiolino posteriore. Il padre si è fermato e lui è uscito all'improvviso dall'auto finendo in strada. Qui è stato prima evitato da una macchina ma la seconda che è passata l'ha travolto
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Tragedia a Cesena. Un bimbo di tre anni, di origini senegalesi, è morto investito da un’auto. Era in macchina col padre: l’uomo ha accostato, per motivi non chiari. Il bimbo, su un seggiolino sul retro, è sfuggito alla sua attenzione, è sceso e ha attraversato: una vettura l’ha schivato, un’altra invece l’ha centrato. E’ morto poi all’ospedale Bufalini di Cesena.
Come riportato da Tgcom, il padre della vittima risiede con la famiglia nel centro del vicino comune di Savignano sul Rubicone. Era alla guida di una Audi A2 e stava percorrendo la provinciale 10 quando si è fermato per quella che viene definita un’emergenza, non meglio specificata. E’ uscito dalla macchina e ha perso di vista il figlioletto che era sul sedile posteriore, su un apposito seggiolino da bambini, ma non è chiaro se fosse legato e in che modo.
In ogni caso il piccolo è sceso ed è finito in breve tempo in mezzo alla strada. Proprio in quel momento stavano arrivando altre auto. La prima è riuscita a evitarlo, mentre una Fiat Punto l’ha travolto ed è finita poi in un fosso. E’ intervenuto il 118, ma inutile e’ stata la corsa in ospedale, dove il bimbo non ce l’ha fatta.

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“Il Dono”. A Bono il nuovo murale di Mauro Patta racconta un’antica promessa: sapete quale?

Il volto, scolpito in un’espressione di pacata solennità, è quello di una donna che porta con sé un sapere antico: la custodia delle tradizioni, il rito del tramandare. Ma cosa tiene tra le mani?
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Un gesto semplice, carico di significato, diventa monumento pubblico nell’ultimo murale firmato da Mauro Patta, realizzato nel 2025 a Bono, nel cuore della Sardegna. L’opera, intitolata “Il dono”, si sviluppa su una superficie di 72 metri quadrati, ma ciò che imprime nello sguardo è la sua delicatezza, il suo respiro intimo.
Al centro della composizione, una figura femminile. Il volto, scolpito in un’espressione di pacata solennità, è quello di una donna che porta con sé un sapere antico: la custodia delle tradizioni, il rito del tramandare. Si intuisce che tra le mani – non visibili – regge un cató, dolce tipico della cultura locale, offerto in passato dalla futura suocera alla promessa sposa. Un gesto silenzioso e profondamente simbolico, che parlava di accoglienza, di passaggio, di fiducia.
Il taglio dell’immagine è ravvicinato, quasi cinematografico. Non ci sono sfondi, né oggetti, eppure si avverte la presenza di una casa, di un tempo lento, domestico, carico di memoria. Patta sceglie di raccontare senza parole, affidando al volto e al gesto invisibile la forza evocativa del rito.
“Il dono” non rappresenta soltanto un passaggio tra due donne o tra due famiglie: racconta la trasmissione di un sapere femminile fatto di gesti quotidiani, di cucina e di cura, di attese e intese silenziose. È un sigillo d’amore, impastato di mandorle e zucchero, un augurio delicato ma duraturo, come le tradizioni che sanno rinnovarsi nel tempo.
Con questa nuova opera, Mauro Patta prosegue il suo lavoro di valorizzazione dell’identità sarda attraverso l’arte pubblica, restituendo alle comunità locali i volti e le storie che le abitano. Un ringraziamento speciale è stato rivolto al Sindaco Michele Solinas e a tutta l’amministrazione comunale di Bono, per il sostegno al progetto, e all’intera comunità per la calorosa accoglienza.

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