“Sono venuto a prendere mia nipote perché i suoi genitori oggi sono impegnati”: ha detto così alle maestre un uomo che, venerdì scorso, poco prima della fine delle lezioni, si è presentato all’ingresso del plesso scolastico Giuseppe Marrazzo di Nocera Inferiore affermando di essere lo zio di una bimba di 9 anni. La vicenda è stata riportata d Il Messaggero.

Un’insegnante dell’alunna, però, che non aveva mai visto quella persona ha subito richiesto un documento d’identità e ha incalzato l’uomo con una serie di domande. Di fronte a tanto zelo, l’uomo, ha lasciato perdere e si è allontanato in tutta fretta. La docente, preoccupata per l’accaduto, ha immediatamente avvertito le forze dell’ordine e sporto denuncia; la donna, però, non ha saputo fornire un identikit preciso.

Gli inquirenti, al momento stanno indagando contro gli ignoti e si sono messi alla ricerca di un uomo di mezza età; al fine di di trovare elementi utili per le indagini, i militari, stanno visionando anche le immagini riprese dai numerosi sistemi di videosorveglianza della zona. Inoltre, in seguito alla denuncia, i carabinieri del comune salernitano hanno provveduto a intensificare i controlli all’esterno di scuole materne ed elementari.

Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.

Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.

Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.

Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.