«Ha avuto un esito interlocutorio la riunione che avrebbe dovuto ristabilire ufficialmente la pace in seno a Forza Italia dopo lo strappo dei giorni scorsi. L’attesissimo incontro di oggi, al quale hanno partecipato tutti i pezzi grossi del partito, ha infatti prodotto solamente un passo avanti verso il disgelo e un rinvio a lunedì, quando, per dirla con le parole del coordinatore regionale Ugo Cappellacci, si dovrebbe raggiungere «la quadra finale e riaffermare l’unità ».

Unità alla quale tende fortemente anche la “ribelle” Alessandra Zedda, una dei cosiddetti “dissidenti – con lei della lista fanno parte gli altre tre consiglieri regionali Marco Tedde, Stefano Coinu e Antonello Peru, l’eurodeputato Salvatore Cicu e il deputato Pietro Pittalis – che con un documento firmato, qualche giorno fa, si erano schierati contro Cappellacci chiedendo un cambio di guida all’interno di Forza Italia. «C’è stato un confronto duro ma leale – ha spiegato la Zedda, parlando del faccia a faccia, durato circa cinque ore e andato in scena in Consiglio regionale -. Da qui si riparte per colmare le distanze ed è esattamente quello che cercheremo di fare nel prossimo incontro».

Tutto, quindi, è rinviato alle 9 di lunedì – la riunione del coordinamento prevista per domani a Oristano è stata annullata -, appuntamento fondamentale anche per quanto riguarda il fronte candidature, un tema sul quale, a pochi mesi dalle Regionali, gli azzurri continuano a non dare risposte nette ai propri elettori: «In campo – ha detto infatti Cappellacci senza sbilanciarsi più di tanto – c’è l’ipotesi che Forza Italia possa presentare un proprio candidato al tavolo della coalizione di centrodestra. Rifletteremo anche su questo e proveremo ad arrivare a una soluzione condivisa che sia espressione dell’intero partito»

La Corte d’Appello di Cagliari, sezione distaccata di Sassari, segna un nuovo precedente a favore delle vittime del dovere e dei loro familiari. Con la sentenza n. 146/2025, la Sezione Lavoro ha accolto parzialmente l’appello degli eredi del militare Luigi Fiorentino. La Corte ha riformato in parte la sentenza del Tribunale di Tempio Pausania, che aveva già riconosciuto le maggiorazioni degli assegni vitalizi, portandoli a 500 euro mensili. In appello, i giudici hanno esteso i benefici, accertando il diritto della vedova Lorena Guidarini, attualmente residente a La Maddalena (SS), e condannando Il Ministero della Difesa al pagamento di due annualità di pensione di reversibilità per un importo complessivo di circa 50mila euro, e l’esenzione sui farmaci anche in favore dell’orfano Orlando.

Una decisione che rafforza il principio di equiparazione dei diritti tra vittime del dovere e vittime del terrorismo, aprendo la strada a nuovi riconoscimenti sul piano assistenziale ed economico.

La storia – Luigi Fiorentino, nativo di Sarno, ha prestato servizio per oltre trent’anni imbarcato come meccanico e motorista navale su unità di vecchia generazione, esposto per lunghi periodi ad amianto e sostanze cancerogene. È morto a 56 anni, il 29 agosto 2008, per carcinoma gastrico.

Decorato con Croce d’Argento, Croce d’Oro, Medaglia d’Onore e riconoscimenti per lunga navigazione, Fiorentino è stato successivamente riconosciuto vittima del dovere grazie all’azione dell’Osservatorio Nazionale Amianto e dell’avvocato Ezio Bonanni. Tuttavia, secondo la difesa del dell’uomo, i benefici inizialmente erogati dal Ministero della Difesa risultavano inferiori a quanto spettante, rendendo necessario il ricorso alla giustizia.

«Questa sentenza è innovativa – dichiara l’avvocato Ezio Bonanni – perché è un ulteriore passo avanti verso il pieno riconoscimento dei diritti delle vittime del dovere che devono essere equiparate a quelle del terrorismo, e restituisce dignità a una storia segnata da dolore e sacrificio. Luigi Fiorentino ha pagato il suo servizio allo Stato con una malattia devastante e una morte prematura, dopo sofferenze indicibili. Dietro questa vicenda ci sono una moglie e un figlio che, oltre alla perdita, hanno dovuto affrontare per anni una battaglia per vedersi riconosciuti diritti elementari. Lo Stato non può voltarsi dall’altra parte di fronte al sacrificio dei suoi servitori». Intanto proseguono i procedimenti civili per il risarcimento integrale dei danni.