Black out di tre ore. Viaggio odissea a bordo della Tirrenia, Cagliari Civitavecchia

Da Cagliari a Civitavecchia in 18 ore: black out in mezzo al mare nel cuore della notte durato tre ore. A denunciare l'accaduto è il deputato di Unidos, Mauro Pili: "I passeggeri a bordo sono stati costretti a pagare lautamente la connessione Internet per poter avvisare i parenti su quanto stava accadendo"
Blackout di tre ore in mezzo al mare durante la notte. Diciotto ore di navigazione per arrivare da Cagliari a Civitavecchia, la denuncia del deputato di Unidos, Mauro Pili.
“Dopo 18 ore di navigazione la nave Moby Dada è arrivata da poco nel porto di Civitavecchia. Una vera e propria odissea con centinaia di passeggeri vittime dell’ennesimo black out in mezzo al mare durato oltre tre ore. Si tratta di un fatto di una gravità inaudita perché ancora una volta è stata messa a repentaglio la sicurezza di una nave passeggeri pagata lautamente come servizio pubblico.
Si tratta di una nave di oltre quarant’anni di vita, una carretta del mare, che non può più essere utilizzata sulle rotte da e per la Sardegna. Il tutto è successo alle 2.41 stanotte quando la nave a metà strada tra Cagliari e Civitavecchia si è fermata, così come mettono in evidenza anche i tracciati radar. I passeggeri a bordo sono stati costretti a pagare lautamente la connessione Internet per poter avvisare i parenti su quanto stava accadendo.
A bordo della nave vi erano anche decine e decine di uomini delle forze dell’ordine che scortavano un carico della Banca d’Italia destinato a Roma. È indispensabile che quanto accaduto induca il ministro dei trasporti ad intervenire senza ulteriori indugi proprio perché si tratta di un servizio pubblico e non può essere gestito con tanta spregiudicatezza e irresponsabilità”.

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In Sardegna vola la Saturnia del Pero, un’enorme falena grande 16 cm

E' la regina delle falene europee. Volando di notte, a causa della sua impressionante apertura alare, viene spesso scambiata per un pipistrello.
La Saturnia del pero, conosciuta anche come pavonia maggiore, è tra le falene più grandi d’Europa. La femmina può raggiungere un’impressionante apertura alare di 15-16 centimetri, mentre il maschio è leggermente più piccolo. Le sue ali, di un elegante colore nocciola sfumato di grigio, sono ornate da quattro grandi “occhi” simili a quelli del pavone: una strategia difensiva utile per spaventare i predatori o distrarne gli attacchi dalle parti vitali del corpo. I margini delle ali sono bordati da una fascia chiara color ocra che ne accentua l’eleganza.
Il bruco di questa specie è altrettanto sorprendente: lungo fino a 10 centimetri, ha un colore verde brillante, arricchito da tubercoli azzurri e ciuffi di peli neri. Durante la sua crescita si nutre voracemente di foglie, soprattutto di pero (Pyrus), ma anche di melo (Malus domestica), noce (Juglans), pioppo (Populus), olmo (Ulmus), albicocco, ciliegio e altri alberi del genere Prunus. A causa della sua dieta, può occasionalmente diventare dannoso per i frutteti.
La Saturnia del pero predilige le zone calde, in particolare quelle ricche di alberi da frutto. È attiva durante la notte, mentre di giorno si rifugia tra le foglie per riposare. La sua distribuzione copre i Paesi dell’area mediterranea, spingendosi fino al Vicino Oriente.
Queste falene sono volatrici potenti e, nel buio della notte, il loro volo può ricordare quello dei pipistrelli. Il maschio possiede due antenne bipettinate estremamente sensibili, capaci di percepire i feromoni emessi dalla femmina anche a distanze di 5 chilometri. Subito dopo l’accoppiamento, la femmina depone fino a 250 uova, sfruttando le ultime riserve energetiche accumulate durante lo stadio larvale, per poi morire. Il maschio, invece, può accoppiarsi più volte.
Un tempo comune, oggi la Saturnia del pero è sempre più rara. Le principali minacce alla sua sopravvivenza sono l’uso diffuso di insetticidi e l’inquinamento ambientale, che ne hanno drasticamente ridotto la presenza in natura.

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