Nella giornata odierna si è tenuta nella sede centrale del Comando, alla presenza del Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco della Sardegna ingegner Massimiliano Gaddini, del dirigente addetto ingegner Antonio Giordano e di tutto il personale operativo e amministrativo, la presentazione del nuovo Comandante Provinciale Gino Novello.

L’ingegner Gino Novello entra nel Corpo dei Vigili del Fuoco nel 1984 e arriva a Cagliari dopo aver svolto lo stesso ruolo a Reggio Calabria. Durante la sua attività nel C.N.VV.F. partecipa ai soccorsi nelle diverse calamità nazionali e regionali: Valtellina, terremoto di Siracusa, eruzione Etna e negli ultimi eventi sismici di Abruzzo, Emila Romagna e del Pollino. Svolge diverse attività da direttore lavori e collaudatore di opere appaltate dall’Amministrazione a Vibo Valentia, Lamezia Terme, nuova sede distaccamento VVF di Rossano e i lavori di adeguamento sismico della sede centrale nonché dei lavori dell’impianto sportivo della sede di Reggio Calabria.

Direttore e docente dei corsi di specializzazione e di ingresso nell’amministrazione nonché nei corsi di passaggio di qualifica, parla fluentemente l’inglese ed acquisisce importanti competenza nella comunicazione interna ed esterna all’Amministrazione anche acquisite durante le diverse esperienze da Comandante.

Il Direttore Regionale VVF della Sardegna, in qualità anche di Comandante Reggente del Comando di Cagliari, nel passare le consegne al nuovo Comandante ha ricordato la sua positiva esperienza, maturata circa 10 anni fa con la nomina a Comandante Provinciale di Cagliari. Esperienza rinnovata con piacere negli ultimi mesi come Comandante Reggente di un Comando che ha sempre dimostrato competenza ed efficienza operativa.

Il nuovo Comandante ha auspicato di poter intraprendere, con la collaborazione del dirigente addetto e di tutto il personale operativo ed amministrativo, dal più giovane al più anziano, questa nuova esperienza dirigenziale ispirando la propria mission alla piena soddisfazione dei cittadini di tutto il territorio provinciale.

«Tartarughe e testuggini sono rettili molti antichi e particolari, quando pensiamo ad esse la prima cosa che ci viene in mente è probabilmente il loro duro carapace, sistema difensivo che in molti casi le rende una “pietanza complicata” per molti predatori.»

Il dottor Daniel Zoboli, paleontologo dell’Università di Cagliari, ci conduce per mano in un viaggio all’indietro del tempo, quando animali che fatichiamo anche a immaginare erano molto diffusi.

Frammenti ossei di tartaruga dal guscio molle dell’Eocene di Nuraxi Figus (Museo PAS-Martel di Carbonia)

«Quello che forse molte persone non sanno è l’esistenza di un particolare gruppo di questi animali che è sprovvisto del caratteristico guscio rigido e ricoperto di placche cornee. Questo è il gruppo delle cosiddette “tartarughe dal guscio molle”.»

Niente placche cornee – su dorso e ventre – per quelli che, come chiarisce il dottore, erano voraci predatori, sebbene dall’aspetto (per noi) bizzarro.

«Attualmente sono diffuse nei fiumi e nei laghi africani, asiatici e americani ma un tempo erano presenti anche in Europa. I loro fossili sono infatti relativamente comuni in molti depositi sedimentari cenozoici tra cui quelli che oggi affiorano in Sardegna. I primi fossili sardi di queste particolari tartarughe sono stati raccolti dal paleontologo Domenico Lovisato nell’area di Cagliari tra la fine dell’800 e i primi del 900 ma altri interessanti reperti sono venuti alla luce nella seconda metà del secolo scorso e sono stati studiati dalla paleontologa sarda Ida Comaschi Caria.»

Carapace di tartaruga dal guscio molle del Miocene di Cagliari (Museo D. Lovisato di Cagliari)

«In un recente lavoro pubblicato assieme ad altri colleghi di diversi istituti, abbiamo fatto un sunto sulle conoscenze riguardanti le tartarughe fossili della Sardegna ed è emerso che le “tartarughe dal guscio molle” sono tra le più antiche e numerose nella nostra isola» chiarisce lo studioso. «I fossili più antichi risalgono infatti all’epoca chiamata Eocene (circa 50 milioni di anni) e sono stati ritrovati nella miniera di carbone di Nuraxi Figus (Gonnesa). Quelli più recenti, si fa per dire, risalgono invece ad appena 7-10 milioni di anni fa e provengono dall’area di Cagliari.»

Tartaruga dal guscio molle africana (Trionyx triunguis) (da Wikipedia)

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