A Porto Ferro, nel sassarese, nasce ufficialmente la prima spiaggia naturista della Sardegna. Questa mattina i rappresentanti dell’Associazione Sardegna Naturista, gli assessori all’Ambiente e alla Cultura del Comune di Sassari, Fabio Pinna e Manuela Palitta, e i consiglieri promotori Lalla careddu e Giuseppe Mascia, hanno ufficializzato la decisione di trasformare la spiaggia in un luogo aperto a chi vuole vivere il mare a contatto diretto con la natura.

Non sarà un luogo dedicato esclusivamente al naturismo, ma un luogo aperto a tutti. «In spazi come questi – spiega Giuseppe Ligios, a capo dell’associazione – la nudità non è un obbligo, ma ognuno sarà libero di vivere in base ai propri tempi la relazione con il suo corpo. Spesso il naturismo viene percepito come qualcosa di bizzarro e anomalo, questa sarà l’opportunità di diffondere una cultura che in realtà è inclusiva e si estende a diversi ambiti della socialità, come la pratica del trekking o momenti conviviali».

Non solo un diritto per chi vuole vivere la spiaggia in questo modo, ma anche un’importante attrattiva turistica. La decisione è stata presa all’unanimità dal Consiglio Comunale di Sassari.

Il naturismo è praticato già in alcune spiagge della Sardegna, anche se non in ambiti ufficiali: Piscinas Sud, Is Benas, San Vero Milis, Seu, Porto Pino, Ezzi Mannu, Liscia Ruja e Lu Littaroni.

Un’immersione nei colori e nell’identità più autentica della Sardegna. È ciò che trasmettono gli straordinari scatti sottomarini realizzati da Davide Loi nelle acque trasparenti di Costa Rei, proprio ieri.

Foto Davide Loi

Tra banchi di pesci e giochi di luce che filtrano dall’alto, a sventolare sott’acqua è la bandiera dei Quattro Mori, simbolo per eccellenza dell’isola. Immagini che raccontano tutto il fascino del mare sardo, ma anche il profondo legame con la terra e la cultura locale.

Foto Davide Loi

Cosa può rappresentare meglio la Sardegna di così? Tra natura incontaminata e orgoglio identitario, lo scatto di Loi è molto più di una semplice fotografia: è un tributo visivo all’anima sarda.