Pan di Zucchero: ecco le condizioni della discesa al mare verso Portu Banda
L'indignazione dei cittadini che hanno inviato le foto a Mauro Pili. Ecco le condizioni di degrado in cui si trova la passerella che porta alla spiaggia di Portu Banda. "Come si può lasciare in queste condizioni di pericolo?"
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Ecco in che condizioni di degrado e abbandono si trova la passerella che porta alla spiaggia di Portu Banda. Le foto sono state inviate da cittadini di Nebida – Masua, giustamente indignati, al deputato di Unidos Mauro Pili che le ha pubblicate sul suo profilo Facebook.
“Stiamo parlando di uno dei prosceni più affascinanti della costa sud occidentale, quella dei faraglioni del Pan di Zucchero, scrive il politico. Come si può lasciare in queste condizioni di pericolo la discesa a mare sulla spiaggia di Portu Banda?
Posto che sono passati quasi tre mesi dall’alluvione, ma davvero non c’è un soggetto istituzionale che non sia stato in grado di intervenire? Spero con tutto il cuore nessuno si faccia del male, qualcuno altrimenti dovrà risponderne!”.
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Marina Cafè Noir, i motivi dell’addio a Cagliari: «Non siamo più considerati una risorsa, ma un peso»

«Troppa burocrazia, troppo poco sostegno»: ecco le ragioni dell'addio a Cagliari del Marina Cafè Noir.
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Dopo ventitré anni di attività, il Marina Cafè Noir, storico festival di letteratura, musica e cultura popolare, annuncia l’addio a Cagliari. La decisione, comunicata dall’Associazione Culturale Chourmo, segna la fine di un capitolo importante per la vita culturale cittadina: dal 2003 il festival aveva trasformato piazze e quartieri in luoghi d’incontro, dibattito e partecipazione.
Nato nel cuore del quartiere Marina, il festival si è caratterizzato per la sua natura popolare e accessibile, capace di coinvolgere migliaia di persone ogni anno e di portare in città scrittori, musicisti e artisti nazionali e internazionali. Negli anni ha contribuito a rivitalizzare spazi urbani e a costruire una comunità culturale trasversale, riconosciuta anche fuori dall’isola.
Tuttavia, spiegano gli organizzatori, il rapporto con l’amministrazione comunale si sarebbe progressivamente deteriorato. «È venuta meno la percezione di essere considerati una risorsa per la città», scrivono. «La burocrazia non è stata più un semplice ostacolo operativo, ma uno strumento contraddittorio e incomprensibile che ha reso impossibile programmare e lavorare con continuità».
Tra i nodi indicati: ritardi nell’assegnazione degli spazi e dei contributi, sostegno economico giudicato insufficiente rispetto alla complessità del progetto, difficoltà nei processi autorizzativi e mancanza di un supporto logistico adeguato. Elementi che, nel corso del tempo, hanno finito per pesare più della passione e dell’impegno.
Il Marina Cafè Noir rivendica però di non voler aprire alcun conflitto politico. «Non cerchiamo corsie preferenziali, solo il riconoscimento del valore di un festival gratuito, costruito in strada, capace di avvicinare al libro e alla cultura chi altrimenti non si avvicinerebbe». La scelta non nasce dunque da polemiche personali, precisano, ma dalla consapevolezza di non poter più lavorare «in condizioni dignitose e sostenibili».
Quel che è certo è che il festival non si ferma. La sua storia proseguirà altrove, in un’altra città ancora da svelare. «Un certo nomadismo fa parte della nostra identità. Marina Cafè Noir continuerà, ma non a Cagliari. A breve diremo dove». Intanto, dal pubblico, continuano a arrivare messaggi di sostegno, affetto e riconoscenza. Segno di quanto forte sia stata, in oltre due decenni, la presenza del festival nel tessuto culturale cittadino.
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