19 anni, 2 gol agli ottavi e uno scatto che supera Usain Bolt: ecco Kylian Mbappé, nuova star del mondiale di Russia
Il giovane francese, nel match contro l'Argentina, ha segnato i due gol che hanno fatto capitolare la nazionale di Lionel Messi.
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Ha battuto l’imbattibile Messi e ha portato la sua squadra, la nazionale francese, ai quarti di finale. Kylian Mbappé, classe 1998, nato in una famiglia di sportivi – suo padre è dirigente di una squadra di calcio locale francese e sua madre è una professionista della pallamano – è la nuova star di questo di questo Mondiale di Russia 2018.
Ieri nel match contro l’Argentina di Lionel Messi ha dato prova di essere un grande campione. Con i suoi 2 gol, che hanno portato la Francia in vantaggio e poi infine alla vittoria, Mbappé è il più giovane giocatore della storia del calcio a segnare 2 gol nella fase a eliminazione diretta del Mondiale – meglio di lui, fece solo Pelé che a 17 anni segnò 3 gol contro la nazionale francese.
Ma i record per Mbappé non sono finiti. Gli esperti hanno calcolato che il giocatore del Psg nell’azione che ha portato poi al rigore assegnato alla Francia avrebbe corso a 38 km/h con una media superiore a quella di Usain Bolt nel 2009 quando stabilì il record dei 100 metri.
Ora Mbappè e la sua nazionale dovranno affrontare il prossimo 6 luglio ai quarti di finale l’Uruguay che con Cavani, eliminato il Portogallo, ha battuto lo spauracchio di Cristiano Ronaldo e lo ha rimandato a casa.
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21 dicembre 1979: Fabrizio De André e Dori Ghezzi vengono liberati dai rapitori

La liberazione ebbe luogo in seguito al pagamento di un cospicuo riscatto, e fu incredibilmente questione di poche ore: Dori fu rilasciata alle 23 del 21 dicembre, Fabrizio alle 2 del 22. I due erano stati rapiti a Tempio il 27 agosto.
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Negli anni ’70 Fabrizio “Faber” De André acquistò un vasto terreno nei pressi di Tempio Pausania. Lì si stabilì già pochi anni dopo, in cerca della tranquillità necessaria soprattutto alla sua compagna, Dori Ghezzi, in attesa della figlia della coppia, Luisa Vittoria. Fu proprio da quella casa, però, che la notte del 27 agosto 1979 Faber e Dori vennero rapiti dall’Anonima sarda, banda di sequestratori che fin dagli anni ’60 terrorizzava l’Isola. Il 21 dicembre la liberazione.
Per quattro mesi, Fabrizio e Dori furono costretti a una vita fatta di catene, bende sugli occhi e ore passate legati agli alberi dei fitti boschi dell’entroterra. Sottoposti a un trattamento degradante fisicamente e psicologicamente, da carcerieri che però – come raccontarono poi i due – mantennero un comportamento “tutto sommato umano”: erano lunghi e frequenti i momenti passati senza i cappucci in testa, e mai mancarono le sigarette e i cerini dai quali Faber quasi dipendeva. L’attesa era poi intervallata da lunghe conversazioni sulla politica, improvvisati giochi di carte e le chiacchiere alcoliche di alcuni dei rapitori, uno dei quali – sotto gli effetti dell’alcol – confessò il proprio dispiacere per il trattamento riservato “soprattutto a Dori”, come raccontò poi la donna.
La liberazione ebbe luogo in seguito al pagamento di un cospicuo riscatto, e fu incredibilmente questione di poche ore: Dori fu rilasciata alle 23 del 21 dicembre, Fabrizio alle 2 del 22. Fu Giuseppe De André, padre del cantautore genovese, a pagare nella quasi totalità i 550 milioni richiesti per il rilascio. A novembre del 1985, poi, tutti e dodici gli appartenenti alla banda furono arrestati e condannati. Al processo Faber ribadì il proprio perdono per gli esecutori materiali del rapimento, e si costituì parte civile nell’accusa ai soli capi della banda, economicamente agiati – un noto veterinario toscano e un assessore comunale sardo del PCI – e quindi privi della necessità, che il cantautore considerava evidentemente un attenuante per gli altri uomini.
Un’intera raccolta di brani – priva di titolo, ma nota come L’indiano per il pellerossa raffigurato in copertina – fu il frutto artistico dell’esperienza, che legò ancor più saldamente il cantautore alla Sardegna.
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