Antonio Cao: sei anni fa morì il genetista sardo conosciuto in tutto il mondo per gli studi sulla talassemia

Il 21 giugno 2012 morì il professor Antonio Cao, uno dei più illustri rappresentanti della pediatria e della cultura medico-scientifica della Sardegna. Fu, tra le altre cose, padre fondatore dell’ospedale Microcitemico di Cagliari nel 1981, unico in Italia dedicato alla cura delle patologie legate alla talassemia e punto di riferimento europeo per le malattie genetiche rare
Antonio Cao nacque a Cagliari il 4 maggio del 1929 e si laureò in Medicina nel 1954. Dedicò il suo impegno scientifico alla genetica e all’ematologia molecolare, contribuendo in maniera incisiva alla lotta contro la talassemia. Il genetista sardo conosciuto in tutto il mondo per gli studi sulla talassemia, fu padre fondatore dell’Ospedale Microcitemico di Cagliari (aperto nel 1981) e ne costruì faticosamente l’eccellenza, unico centro in Italia dedicato alla cura delle patologie legate alla talassemia e punto di riferimento europeo per le malattie genetiche rare.
Nel 2010 gli venne conferita anche l’onorificenza di Maestro della Pediatria italiana. Non soltanto per meriti di carattere culturale ma per quelli di ordine sociale e morale che oggi ne rendono più acuto il rimpianto. Nel 2008 gli era stata fra l’altro attribuita l’onorificenza regionale “Sardus Pater” per il lustro dato all’Isola con la sua infaticabile attività di ricerca.
Nel giorno della sua morte, avvenuta il 21 giugno 2012 a 83 anni, così lo ricordò l’ex assessore regionale e medico pediatra Emanuele Sanna: «Con Antonio Cao se ne va uno dei più illustri rappresentanti della pediatria e della cultura medico-scientifica della Sardegna. È stato un pioniere e un impareggiabile innovatore nel campo della prevenzione e dell’organizzazione sanitaria per sconfiggere la piaga atavica dell’anemia mediterranea nella nostra isola. Un maestro che ha creato una scuola di assoluto valore internazionale per prevenire e curare in Sardegna e nel mondo tante patologie su base genetica considerate per troppo tempo e a torto incurabili».

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