Appello delle pazienti di oncologia femminile: firmate tutti la petizione per chiedere che si risolvano le carenze del Businco

Liste d'attesa troppo lunghe, sale operatorie insufficienti, frequente indisponibilità della rianimazione, nemmeno un punto ristoro, sono solo alcune delle criticità legate alla cura dei tumori femminili all'ospedale Businco di Cagliari, per questo Maria Grazia Caligaris e Albachiara Bergamini referente della fondazione Taccia per la Sardegna, insieme a Paola Melis di FIDAPA Cagliari, hanno promosso una petizione per chiedere al presidente del consiglio regionale di farsi portavoce delle pazienti oncologiche. Nell'articolo il link per firmare la petizione.
In questa storia sembra che il problema siano i tempi della burocrazia, ma sappiamo tutti che il tumore non li rispetta ed è efficientissimo nel progredire, forse per questo in soli due giorni sono arrivate oltre 6 mila sottoscrizioni. Il problema è molto sentito non solo dalle pazienti oncologiche ma anche dai loro familiari.
« Tutti dovrebbero sottoscrivere questa petizione- afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme-i tumori femminili sono in crescita è un problema che riguarda tutti». La Caligaris che recentemente si è trovata a vivere l’esperienza della patologia oncologica in prima persona, condivide il percorso di terapia con moltissime altre donne e nonostante l’altissima professionalità e la profonda umanità di medici e operatori, ha preso atto di una serie di criticità legate soprattutto all’accorpamento dell’ospedale Businco all’Azienda Ospedaliera Brotzu. In particolare lo smantellamento del reparto di chirurgia sperimentale per la cura del tumore al seno e la limitazione dell’uso delle sale operatorie destinate alla Ginecologia Oncologica e alla Senologia non consentono di soddisfare in tempi adeguati la sempre crescente richiesta di interventi chirurgici programmati.
«Può capitare -denuncia la Caligaris- che per l’indisponibilità della sala operatoria un intervento programmato salti all’ultimo momento e la paziente che aveva già seguito il protocollo di preparazione all’intervento debba ripetere tutto da capo, si era detto che con l’accorpamento anche le sale operatorie del Brotzu, in virtù dell’approccio interdisciplinare, sarebbero state disponibili per le pazienti del Businco, ma questo ancora non è accaduto». Altro grave problema segnalato nella petizione è quello dalla rianimazione, che non è sempre disponibile per le pazienti che subiscono gli interventi più complessi. Per ottenere una diagnosi, inoltre, le donne devono attendere anche 40 o 50 giorni. Nella petizione si evidenziano anche le carenze dal punto di vista del supporto sociale e psicologico, quando si ammala una donna, soprattutto se madre di figli piccoli il sostegno psicologico per lei e i suoi familiari è fondamentale.
«Potrebbe sembrare banale- fa notare Paola Melis presidente della sezione FIDAPA di Cagliari- ma al Businco non c’è un punto ristoro, data la situazione di sofferenza, spesso anche le lunghe attese, la mancanza di un bar, uno spazio in cui consumare un caffè, un pasto veloce, poter acquistare una rivista diventa un problema serio. Il locale c’è, è stato ristrutturato, non si capisce perché non attivino il servizio». Recentemente è poi giunta la notizia che anche il reparto per le terapie oncologiche di Decimomannu probabilmente chiuderà. «Questa ulteriore chiusura- lamenta la Melis-va assolutamente scongiurata, se anche tutte le pazienti di Decimo venissero dirottate al Businco la situazione diverrebbe davvero insostenibile». «Abbiamo deciso di promuovere questa petizione il 26 maggio- racconta Albachiara Bergamini referente della fondazione Taccia per la Sardegna- in occasione della seconda edizione della manifestazione “Tumori Femminili e Sport: Un calcio al cancro”, organizzata dalla Fondazione “Taccia” e dalla sezione di Cagliari della Fidapa. Con le partecipanti, circa 80 abbiamo apposto le prime firme, ora l’abbiamo proposta online tutti sono invitati a firmare, più siamo più riusciremo a farci sentire».
In realtà queste istanze erano già state presentate in commissione sanità poco più di due mesi fa. «Abbiamo chiesto, durante un’audizione alla Commissione Regionale Sanità che venisse organizzato un incontro pubblico nel quale fossero coinvolte tutte le parti in causa, i rappresentanti delle istituzioni, dirigenti, medici, operatori e pazienti, per discutere di questi problemi e trovare delle soluzioni, ma ad oggi non abbiamo ancora ricevuto risposta. Ancora più assordante il silenzio da parte dell’Assessore alla Sanità Luigi Arru al quale abbiamo chiesto formalmente un incontro». Il vice presidente della Commissione Sanità Edoardo Tocco risponde: «apprendo solo ora di questa petizione, ma ovviamente sono a disposizione per collaborare con le pazienti, e con la signora Bergamini. Conosciamo bene i problemi generati da questi tagli e stiamo lavorando per affrontare i disagi delle pazienti».
All’audizione di due mesi fa davanti alla Commissione Sanità alcune pazienti hanno raccontato la loro esperienza,«siamo sensibili ai problemi delle pazienti- assicura Tocco- sono in costante contatto col Dottor Macciò di oncologia ginecologica, che mi sta fornendo consigli importanti per cercare di risolvere questa situazione. Per quanto riguarda l’organizzazione di un incontro con tutte le parti coinvolte, aspettavo che mi arrivasse la richiesta formale, ma adesso che so anche di questa petizione aspetto che la Signora Bergamini mi chiami, basta una telefonata ». Anche il presidente Mondo Perra della Commissione Sanità, si è dichiarato attento e sensibile alle esigenze delle pazienti oncologiche: « abbiamo ascoltato attentamente le testimonianze delle rappresentanti delle associazioni, abbiamo redatto un verbale dell’incontro di cui ho provveduto a informare l’assessore Luigi Arru e il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Brotzu, Graziella Pintus».
Per quanto riguarda la richiesta di organizzare un incontro pubblico, Perra spiega: «non è di nostra competenza, ma chiamerò quanto prima Maria Grazia Caligaris per chiarire questo punto, ribadisco comunque la nostra disponibilità nei limiti delle nostre competenze». Il Direttore generale dell’AOB già da tempo ha risposto alle istanze delle pazienti affermando:« é in programma la realizzazione per il Businco di altre due sale operatorie moderne ed efficienti entro il 2019, per questo progetto sono stati già stanziati e vincolati 3 milioni di euro, oltre ai 2 milioni che sono stati vincolati per il rifacimento completo della rianimazione». Ha poi precisato che l’abbattimento dei tempi delle liste d’attesa è uno degli obiettivi prioritari della direzione dell’AOB che per essere affrontato in modo efficace richiede una molteplicità e complessità di interventi. Per tutti coloro che volessero aderire alla petizione questo è il link: https://chn.ge/2JmjQRp

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