Caterina Quartana, nasce in Sardegna e sin dagli albori sviluppa un senso dell’arte a 360°, riuscendo a raggiungere gli obbiettivi da lei prefissati lungo la sua formazione artistica, per poi presentarsi al mondo come una Textile Designer di tutto rispetto.

Dedita a valorizzare il patrimonio tessile non solo sardo ma anche nazionale, Caterina, trasmette la sua passione in diversi ambiti e collezioni, dall’arredamento fino all’arte, la moda e i suoi accessori, prendendo come fonte d’ispirazione la nostra terra, la Sardegna, con le sue culture, storie e racconti, ma non solo.

Questo accade perché la designer sarda, in seguito ai suoi viaggi in giro per il mondo e alla continua ricerca di una crescita artistica personale, è riuscita a trovare l’equilibrio adatto nell’assemblare tutto ciò che le regala ispirazione nelle sue creazioni, tutte accomunate da uno stile artistico unico che la rappresenta appieno.

Ci abbiamo potuto chiacchierare durante l’inaugurazione del suo Concept Store nella nuova “The Ab Gallery” nel centro di Cagliari, potendo toccare con mano le sue creazioni, apprezzandone i materiali che Caterina ha tessuto con minuziosa attenzione e cura del particolare.

Caterina, come è iniziata e come si è evoluta la tua carriera?

È iniziata grazie alla passione trasmessami dalla mia famiglia e concretizzata con gli studi che ho proseguito nella città di Firenze, laureandomi in Progettazione tessile. Queste esperienze mi hanno permesso di acquisire la conoscenza di alcune tecniche della tessitura e della stampa, con le quali sono tornata in Sardegna conscia di voler proseguire la mia ricerca basandomi sulla tradizione in dialogo con la contemporaneità, sviluppando il mio stile unico.La collezione nata è il frutto di anni di ricerca e perfezionamento, con un’attenzione ai singoli dettagli e la selezione di materiali di altissima qualità come lino, seta, cashmere, lana che danno vita a una produzione unica, segno dell’innovazione che desidero trasmettere nei complementi d’arredo, negli accessori pensati per lui e lei, nei tendaggi e rivestimenti realizzati su misura. Da quest’anno ho la possibilità, in collaborazione con The AB Gallery, di offrire ai clienti affezionati e a quelli futuri uno spazio unico e multiforme dove il rapporto con la città di Cagliari si concretizza ulteriormente, permettendomi l’interazione quotidiana a servizio di chi vuole rendere i propri spazi di vita e di lavoro assolutamente propri.

Nella moda, nell’arredamento e nell’arte, quali sono i tuoi Patterns preferiti?

Certamente le geometrie che ho elaborato per l’ultima produzione sono le mie preferite, oggi presentate su carta e tessuti nella mostra “#CQ” inaugurata nel nuovo concept store di 300 mq che condivido con The AB Gallery. I cerchi neri si rincorrono su un filo continuo, nati dall’ispirazione al filo bouclé, caratterizzato da una struttura tridimensionale a cui sono molto legata.
La superficie materica di questa particolare tessitura, visibile e presente, ma con grande eleganza e raffinatezza, mi ha permesso di ripensare un nuovo pattern unico e innovativo. La forma grafica monocromatica infinita, seppur piatta, ho voluto arricchirla con la selezione dei tessuti su cui è serigrafata. Un connubio davvero atipico, che mi ha ispirata anche nella realizzazione del disegno site specific riprodotto su uno dei muri perimetrali del nuovo spazio, dove ho voluto creare un dialogo unico con una grande “tela” di lana cardata e annodata a voler raccontare le trame di un vissuto.

Fare della propria passione un lavoro è la chiave per non lavorare mai, cosa ne pensi?

È la frase a me più vicina, la mia vita si interseca continuamente con il mio lavoro, che vivo con grande passione e tanti sacrifici, al fine di raggiungere sempre nuovi traguardi. Ogni giorno inizio un nuovo percorso, approfondisco nuove tecniche e mi pongo nuovi obiettivi col desiderio di sperimentare continuamente; il quotidiano è una sfida, dove metto da parte la monotonia, alla ricerca di stimoli da trasmettere anche ai miei studenti dello IED.

Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.

Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.

Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.

Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.