Ospedale civile, consiglieri contro la chiusura: “Salviamo il presidio sanitario del centro storico”

«L’idea di privare il centro storico di Cagliari di un servizio sanitario - spiega Agus - mi vede totalmente in disaccordo: stiamo parlando di una zona peculiare della città frequentata quotidianamente, oltre che dagli abitanti, da decine di migliaia di persone che lavorano o accedono a servizi e attività commerciali e da un numero sempre crescente di turisti».
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Mozione in Consiglio regionale di alcuni consiglieri di maggioranza – che vede come primo firmatario l’esponente di Campo progressista Francesco Agus – per chiedere il mantenimento di un presidio sanitario presso l’Ospedale San Giovanni di Dio.
«L’anno scorso, quando il Consiglio regionale approvò la ridefinizione della rete ospedaliera – spiega Agus – la scelta fu rimandata attribuendo provvisoriamente allo stabile un ruolo “da definire”. Oggi è importante che assessorato e maggioranza prendano in merito una decisione chiara e non fraintendibile».
«L’idea di privare il centro storico di Cagliari di un servizio sanitario – prosegue Agus – mi vede totalmente in disaccordo: stiamo parlando di una zona peculiare della città frequentata quotidianamente, oltre che dagli abitanti, da decine di migliaia di persone che lavorano o accedono a servizi e attività commerciali e da un numero sempre crescente di turisti. Il mantenimento del presidio sanitario sarebbe pienamente compatibile con la creazione, all’interno del complesso, della cittadella della solidarietà auspicata dal Consiglio comunale di Cagliari e apprezzata dalle associazioni che si occupano di assistenza e sostegno. Occorre che venga presa una decisione il prima possibile e che non si lasci decadere la struttura: è alto il rischio che si ripeta un caso “ex Ospedale marino”, questa volta nel centro storico della città. Abbiamo già visto edifici di grande pregio che, privati del loro ruolo e dimenticati, da risorsa per la città sono diventati ruderi. Credo sia importante fare chiarezza e evitare che accada un’altra volta».

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Un cane «cui è stata violata l’anima»: Giulia, abbandonata quando aveva più bisogno, lotta per tornare a vivere

Chi volesse contribuire al suo recupero può contattare il canile Tana di Bau al numero 328 3661490.
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È stata accolta in condizioni disperate, ridotta a pelle e ossa, svuotata nello sguardo e nel corpo. Così è arrivata Giulia – come è stata chiamata dai volontari – al rifugio Tana di Bau di Quartu Sant’Elena. Dietro di sé una storia di abbandono, indifferenza e crudeltà che ha lasciato ferite profonde, non solo fisiche.
«Raramente troviamo cani così messi male, svuotati nell’animo e nel corpo, cani a cui è stata violata l’anima», racconta Elena Pisu, responsabile del canile. Le sue parole pesano come macigni e descrivono un dolore che non si può ignorare.
Giulia è affetta da leishmaniosi, ha una grave insufficienza epatica, ed è «anemica da far paura». È uno scheletro con il pelo, e fino a pochi giorni fa non riusciva nemmeno a stare in piedi. Queste – precisano i volontari – sono solo le patologie visibili. Il danno più grande, quello più difficile da curare, è forse quello emotivo: lo smarrimento negli occhi, il tremore al contatto umano, la paura del mondo.
Ora Giulia ha finalmente un nome e una cuccia calda. Ma la strada per la guarigione è ancora lunga e in salita. «Le stiamo dando tutto quello che possiamo», dice Elena Pisu, «ma ha bisogno di aiuto, di cure veterinarie costanti e di tanto, tantissimo amore per recuperare anche solo un frammento di fiducia».
Chi volesse contribuire al suo recupero può contattare il canile Tana di Bau al numero 328 3661490. Ogni piccolo gesto può fare la differenza per questa anima spezzata.

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