Sa die da sa Sardigna: “Missa” in Limba in Cattedrale e proclamazione dell’Inno dei Sardi sabato a Cagliari.

Quest'anno, due eventi dal forte spirito identitario sanciranno Sa Die de sa Sardigna, in occasione 70esimo anniversario dello Statuto, sabato 28 aprile, il Vescovo di Cagliari, Monsignor Arrigo Miglio celebrerà, in Cattedrale, la messa in Limba, e nel pomeriggio il Consiglio Regionale proclamerà “Procurad'e moderare” inno di Sardegna.
Sa die da sa Sardigna: “Missa” in Limba in Cattedrale e proclamazione dell’Inno dei Sardi sabato a Cagliari.
Quest’anno, due eventi dal forte spirito identitario sanciranno Sa Die de sa Sardigna, in occasione 70esimo anniversario dello Statuto, sabato 28 aprile, l’Arcivescovo di Cagliari, Monsignor Arrigo Miglio celebrerà, in Cattedrale, la messa in Limba, e nel pomeriggio il Consiglio Regionale proclamerà “Procurad’e moderare” inno di Sardegna.
La ricorrenza de Sa die da sa Sardigna, istituita dal Consiglio Regionale nel 1993 per ricordare la sommossa dei vespri sardi del 1794, con la quale i sardi si ribellarono ai piemontesi, quest’anno acquisisce un valore più profondo, visto che ricorre il 70esimo anniversario della promulgazione dello Statuto. Il 26 febbraio 1948 è stato infatti promulgato lo Statuto Autonomo della Sardegna, per assecondare le istanze di autonomia che il popolo Sardo chiedeva già alla fine del ‘700. E se allora la ribellione dei sardi riuscì solo a cacciare il Vicerè Balbiano e i funzionari sabaudi, nel ’48 si ottenne finalmente il riconoscimento ufficiale di una certa autonomia, così come la conosciamo attualmente. Sabato, 28 aprile due eventi, uno religioso e uno laico sanciranno le due ricorrenze celebrando il senso di appartenenza dei sardi.
In Cattedrale alle 9.30, il Arcivescovo di Cagliari Monsignor Arrigo Miglio celebrerà Sa Missa in Limba, la liturgia comprenderà i canti, i riti iniziali, le orazioni, il Santus, l’Agnus Dei e il Padre Nostro in sardo. La cerimonia verrà trasmessa in diretta su RAI 3. Si tratta di una sorta di prova generale, un grande passo avanti nel lungo percorso intrapreso dalla Fondazione Sardegna diretta da Salvatore Cubeddu, verso il riconoscimento da parte della Santa Sede della possibilità di celebrare l’intera messa in limba. Sarà infatti presente il Sostituto della segreteria di Stato Vaticana, Monsignor Angelo Becciu. L’iter è comunque ancora lungo, occorrerà infatti l’approvazione della Conferenza Episcopale Sarda e soprattutto del competente ufficio romano, la Congregazione del Culto Divino.
Sicuramente vedere riconosciuta la possibilità di celebrare la messa nella propria lingua, perché il dialetto per i sardi è una lingua, rafforzerà quel sentimento di appartenenza che contribuirà a smentire, se mai ce ne fosse bisogno, il luogo comune che definisce i sardi “Pocos, locos y mal unidos”. Dopo la messa, in mattinata, la manifestazione storica e istituzionale proseguirà pochi metri più avanti della Cattedrale, all’interno di Palazzo Reggio e durante il breve percorso il corteo verrà accompagnato dai canti del coro delle voci bianche.
Nel pomeriggio invece, alle 16 si riunirà il Consiglio Regionale per proclamare il brano “Su patriotu sardu a sos feudatarios” inno dei sardi. La canzone che tutti conoscono come “Procurad’e moderare” che Francesco Ignazio Mannu, nobile e magistrato, compose proprio nel 1794, in occasione dei moti antifeudali, è sempre stato in realtà inno dei sardi nell’immaginario collettivo, tanto che viene definito “La marsigliese dei sardi”. L’incipit del brano recita “Baroni, cercate di moderare la vostra tirannia, altrimenti a costo della mia vita tornerete nella polvere” , la chiusura invita tutti all’azione al grido di “Quando si leva il vento, bisogna trebbiare”. Visto questo periodo così difficile economicamente per l’Isola che tocca tassi altissimi di emigrazione giovanile, si spera che la proclamazione dell’inno possa davvero costituire lo stimolo per un impegno maggiore da parte delle istituzioni per migliorare la situazione di precarietà dei lavoratori sardi e per spingere la popolazione a un più profondo senso di solidarietà e collaborazione.

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