La discoteca Cocò chiude fino a nuovo ordine: l’annuncio online degli organizzatori

La discoteca Cocò di via Newton, visti i recenti casi di meningite tra i giovani cagliaritani chiude i battenti: "Dati i recenti avvenimenti, in segno di lutto e rispetto abbiamo deciso di annullare la serata di mercoledì 28 marzo. (...) Ci rivedremo presto"
Visti i recenti casi di meningite tra i giovanissimi cagliaritani, uno dei quali è anche costato la vita a Giovanni Mandas, 19enne di Cagliari, la discoteca Cocò ha deciso di chiudere i battenti e lo fa sapere attraverso un post degli organizzatori pubblicato sulla pagina Facebook del locale.
“Il Coco’ ringrazia le organizzazioni Hangover ed Enjoy per la sensibilità dimostrata:
Dati i recenti avvenimenti, in segno di lutto e rispetto abbiamo deciso di annullare la serata di mercoledì 28 marzo. Vi invitiamo a non farvi prendere dalla psicosi e dalla paura, bastano pochi piccoli accorgimenti e la vaccinazione/profilassi per poter stare sicuri.
Auguriamo a tutti delle buone vacanze di Pasqua, ci rivedremo presto con il prossimo megaevento per riprendere da dove ci eravamo fermati.
Lo staff dell’Hangover”.

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Pensate che la città più antica d’Italia sia Roma? Vi sbagliate! Si trova in Sardegna: ecco dove

La prova di questa antichissima presenza? Un’anfora, un reperto che parla e che racconta di una città viva, organizzata, già profondamente connessa con il mondo esterno, quando Roma non era ancora stata fondata
Quando si parla di città antiche, quasi tutti pensano subito a Roma. Fondata – secondo la tradizione – nel 753 a.C., la Capitale viene spesso celebrata come la “madre” di tutte le città italiane. Eppure, c’è un angolo di Sardegna che ha una storia ben più antica.
Bisogna viaggiare verso il profondo sud-ovest dell’isola, sull’isola di Sant’Antioco, per scoprire una città che esisteva prima ancora che Roma fosse solo un’idea: l’antica Sulky.
Siamo nel IX secolo avanti Cristo. I Fenici, grandi navigatori e commercianti, scelgono questo lembo di terra proteso nel Mediterraneo per fondare un importante insediamento. Non lo fecero a caso: Sulky era un punto strategico per gli scambi con l’Oriente e rappresentava un approdo sicuro nel cuore del Mare Nostrum.
La prova di questa antichissima presenza? Un’anfora, ritrovata proprio nel comune di Sant’Antioco, e datata con certezza all’800 a.C. Un reperto che parla, che racconta di una città viva, organizzata, già profondamente connessa con il mondo esterno, quando Roma non era ancora stata fondata.
Pensate: mentre sulle coste laziali ancora regnavano il silenzio e le paludi, a Sulky c’erano strade ortogonali, case costruite in pietra e mattoni d’argilla cruda, artigiani all’opera e mercanti che arrivavano da lontano.
E non è solo l’anfora a dircelo. A partire dagli anni ’80, gli archeologi Paolo Bernardini e Carlo Tronchetti hanno scavato nell’area chiamata Cronicario, accanto all’ospizio per anziani, trovando resti che raccontano tre epoche sovrapposte: fenicia, punica e infine romana. Oggetti in terracotta, ceramiche finissime, strutture urbane ben definite: tutto parla di una città che aveva già una sua identità forte secoli prima della nascita della democrazia ateniese.
Insomma, mentre a Roma si dibatteva su quale data scegliere per la sua fondazione (sì, perché anche quella fu una scelta politica!), a Sant’Antioco si commerciava già con Tiro e con Cipro.

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