La discoteca Cocò chiude fino a nuovo ordine: l’annuncio online degli organizzatori
La discoteca Cocò di via Newton, visti i recenti casi di meningite tra i giovani cagliaritani chiude i battenti: "Dati i recenti avvenimenti, in segno di lutto e rispetto abbiamo deciso di annullare la serata di mercoledì 28 marzo. (...) Ci rivedremo presto"
canale WhatsApp
Visti i recenti casi di meningite tra i giovanissimi cagliaritani, uno dei quali è anche costato la vita a Giovanni Mandas, 19enne di Cagliari, la discoteca Cocò ha deciso di chiudere i battenti e lo fa sapere attraverso un post degli organizzatori pubblicato sulla pagina Facebook del locale.
“Il Coco’ ringrazia le organizzazioni Hangover ed Enjoy per la sensibilità dimostrata:
Dati i recenti avvenimenti, in segno di lutto e rispetto abbiamo deciso di annullare la serata di mercoledì 28 marzo. Vi invitiamo a non farvi prendere dalla psicosi e dalla paura, bastano pochi piccoli accorgimenti e la vaccinazione/profilassi per poter stare sicuri.
Auguriamo a tutti delle buone vacanze di Pasqua, ci rivedremo presto con il prossimo megaevento per riprendere da dove ci eravamo fermati.
Lo staff dell’Hangover”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Marina Cafè Noir, i motivi dell’addio a Cagliari: «Non siamo più considerati una risorsa, ma un peso»

«Troppa burocrazia, troppo poco sostegno»: ecco le ragioni dell'addio a Cagliari del Marina Cafè Noir.
canale WhatsApp
Dopo ventitré anni di attività, il Marina Cafè Noir, storico festival di letteratura, musica e cultura popolare, annuncia l’addio a Cagliari. La decisione, comunicata dall’Associazione Culturale Chourmo, segna la fine di un capitolo importante per la vita culturale cittadina: dal 2003 il festival aveva trasformato piazze e quartieri in luoghi d’incontro, dibattito e partecipazione.
Nato nel cuore del quartiere Marina, il festival si è caratterizzato per la sua natura popolare e accessibile, capace di coinvolgere migliaia di persone ogni anno e di portare in città scrittori, musicisti e artisti nazionali e internazionali. Negli anni ha contribuito a rivitalizzare spazi urbani e a costruire una comunità culturale trasversale, riconosciuta anche fuori dall’isola.
Tuttavia, spiegano gli organizzatori, il rapporto con l’amministrazione comunale si sarebbe progressivamente deteriorato. «È venuta meno la percezione di essere considerati una risorsa per la città», scrivono. «La burocrazia non è stata più un semplice ostacolo operativo, ma uno strumento contraddittorio e incomprensibile che ha reso impossibile programmare e lavorare con continuità».
Tra i nodi indicati: ritardi nell’assegnazione degli spazi e dei contributi, sostegno economico giudicato insufficiente rispetto alla complessità del progetto, difficoltà nei processi autorizzativi e mancanza di un supporto logistico adeguato. Elementi che, nel corso del tempo, hanno finito per pesare più della passione e dell’impegno.
Il Marina Cafè Noir rivendica però di non voler aprire alcun conflitto politico. «Non cerchiamo corsie preferenziali, solo il riconoscimento del valore di un festival gratuito, costruito in strada, capace di avvicinare al libro e alla cultura chi altrimenti non si avvicinerebbe». La scelta non nasce dunque da polemiche personali, precisano, ma dalla consapevolezza di non poter più lavorare «in condizioni dignitose e sostenibili».
Quel che è certo è che il festival non si ferma. La sua storia proseguirà altrove, in un’altra città ancora da svelare. «Un certo nomadismo fa parte della nostra identità. Marina Cafè Noir continuerà, ma non a Cagliari. A breve diremo dove». Intanto, dal pubblico, continuano a arrivare messaggi di sostegno, affetto e riconoscenza. Segno di quanto forte sia stata, in oltre due decenni, la presenza del festival nel tessuto culturale cittadino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


