Il Cagliari batte per 3-1 i lettoni del Rigas e accede da capolista del girone alla prossima fase del Torneo di Viareggio. I rossoblù di Canzi centrano la seconda vittoria dopo il pari con il Bologna grazie alle reti del solito Gagliano, di Cadili e di Emanuele Fini, figlio di Michele.

Mister Canzi, dopo il turn-over effettuato con il Bologna, schiera un 4-3-1-2 abbastanza standard con Daga; Kouadio, Antonini Lui, Sanna, Cadili; Ladinetti, Marongiu, Caligara; Lombardi; Gagliano e R. Doratiotto. Un Cagliari che parte a razzo, un po’ come era successo nella prima uscita contro il Quindio, e dopo appena tre minuti di gioco è Gagliano a insaccare il pallone in rete di testa su cross di Ladinetti. Al 17 minuto è lo stesso Ladinetti che potrebbe andare a segno ma sul traversone di Kouadio il classe 2000 cagliaritano spedisce fuori di poco. Il gol però è nell’aria e infatti arriva al minuto 25 grazie a Cadili che firma il 2-0 con un bellissimo tiro di destro da fuori area. Allo scadere del primo tempo ancora protagonista Gagliano che manda sulla traversa il possibile 3-0 che avrebbe chiuso il match.

Nella ripresa il Cagliari prova a gestire il vantaggio ma i lettoni del Rigas partono motivati. Al 61′ Svans da dentro l’area di rigore ha la palla per accorciare il risultato ma spara alto. Quattro minuti dopo però lo stesso Svans si riscatta e di testa batte Daga per l’1-2. Nell’ultimo quarto d’ora però il Cagliari sa difendersi e prova anche a chiudere l’incontro in ripartenza. E all’86’ ci riesce grazie a Emanuele Fini, figlio di Michele ora vice di Diego Lopez in prima squadra. Il classe 2000 chiude la gara sull’1-3 con un sinistro chirurgico dimostrando che buon sangue non mente.

Bravo il Cagliari a restare concentrato dopo il rinvio della sfida per maltempo. Ora i ragazzi di Canzi dovranno dare il massimo per andare il più lontano possibile nella Viareggio Cup nella fase a eliminazione diretta (Roberto Pinna).

E’ passato quasi un anno da quel giorno dello scorso giugno quando Federica Ghiani, veterinaria di Cagliari, riesce a strappare dalle fauci del suo adorato cane da guardia Guido, un piccolo passerotto. Sono trascorsi quasi 365 giorni e Paolo, così ha chiamato l’uccellino, non solo sta benissimo ma è diventato il re della sua casa.

Federica vive perennemente col piccolo pennuto sulla spalla, in testa, sul dito: lui non si stacca mai da lei, dimostrando una riconoscenza che solo gli animali sono in grado di provare. I video e le foto delle loro giornate vengono pubblicati quotidianamente sugli account social della veterinaria scatenando valanghe di affetto e anche curiosità relativamente alla vita in comune della strana, bellissima coppia (Facebook, Tik Tok, Instagram).

“Ho salvato Paolo dalle grinfie del mio amatissimo cane che, essendo da caccia, seguiva semplicemente la sua natura. Da allora la mia vita è cambiata. Mai avrei creduto che un passero, un animale libero e per niente incline ai “rapporti sociali”, potesse affezionarsi così a un umano fino a rispondere alla mia voce, quando lo chiamo. E’ semplicemente incredibile”.

Paolo vive in casa con Federica e la sua famiglia ed è legatissimo anche al marito e ai figli ma la sua “mamma” è lei che, d’altronde lo ha accudito e curato fin dal suo arrivo in casa, l’anno scorso. “Una delle cose che più mi lasciano stupefatta, ci racconta, è che Paolo non era piccolissimo d’età quando è stato catturato da Guido. L’imprinting non gliel’ho dato io. Si, io l’ho salvato ma è lui che ha deciso di trasferirsi qui!”.

E da allora pranzano insieme condividendo ciò che c’è sulla tavola, dormono insieme, trascorrono le giornate in perfetta sintonia, l’uno monitorando attentamente gli spostamenti e le attività dell’altra. “Quando devo uscire lui resta in un punto preciso della casa e aspetta il mio ritorno. Non appena apro la porta lo chiamo e lui vola felice da me, proprio come fa Guido scodinzolando!”.

Per chi se lo chiedesse Paolo no, non scappa: “Quando apro la finestra capita che mi accompagni in terrazzo ma poi ritorna subito dentro casa in autonomia, ormai questo è il suo nido, qui, dove viviamo noi, tutti insieme. E per ora va benissimo così perché lui non conosce i pericoli del mondo esterno, non potrebbe sopravvivere tra predatori, intemperie, ricerca di cibo. E se un giorno deciderà di volare via sarò felice per lui e onorata di aver trascorso parte della mia vita insieme a una creatura che, inaspettatamente considerata la sua natura, mi riempie di affetto e riconoscenza”.