Bella vittoria in rimonta per la Dinamo Sassari che sconfitte al PalaSerradimigni la Virtus Bologna per 82-74 al termine di una gara difficile e intensa. Gli ospiti sono scappati praticamente subito grazie ai fratelli Gentile e a Lawson, quindi il rientro biancoblù è avvenuto a partire dal terzo quarto quando l’attacco ha cominciato a girare meglio con William Hatcher ispirato al tiro e una difesa coriacea a bloccare le invenzioni bolognesi. Nell’ultimo periodo il sorpasso con il prezioso Joe Tavernari, dopo di che la formazione ha giocato a mantenere il vantaggio.

CRONACA.
La Dinamo Sassari scende in campo con la nuova disposizione del quintetto con Spissu, Bamforth, Bostic, Pierre e Polonara. La Virtus dispiega da subito le sue ali, Gentile e Aradori fanno scappare gli ospiti eludendo la difesa sassarese nonostante le buone soluzioni di Bostic e Bamforth. Schiacciate di Gentile e Baldi Rossi sul 9-4 bolognese, la Dinamo perde troppi palloni e si lascia sopraffare in ripartenza. I primi cambi di Pasquini avvengono dopo quattro minuti per ripristinare il quintetto classico, ed infatti Polonara e Pierre pareggiano sull’11-11. Gentile e Aradori sono due furie in attacco, Polonara stoppa Gentile ma non riesce a segnare nel ribaltamento di fronte. Stefano Gentile apre il secondo periodo dalla lunetta, ancora alcune palle perse rendono farragginosa la manovra sassarese tanto quanto i continui falli che frenano spesso il tempo. Pasquini deve chiamare il time out perché i suoi ragazzi si sono smarriti, neanche l’ingresso di Stipcevic e Jones smuove qualcosa fino al canestro dalla media di Hatcher. La Virtus va avanti a segnare con Lawson per il 22-13, Bamforth riprende a colpire dalla lunetta ma c’è il solito coriaceo Gentile in attacco al ferro. Botta e riposta dall’arco tra Bamforth e Lafayette, nuovo time out di Pasquini dopo l’ennesimo canestro di Gentile del 33-18. Planinic batte Umeh sotto le plance, ancora sfida di Bamforth con Aradori, l’ultima parola è di Hatcher sul finale di secondo quarto con una tripla: Virtus negli spogliatoi sul 38-25.

Planinic apre il terzo quarto dopo un serie di palle perse da ambo le parti, il croato poi risponde a Baldi Rossi con quattro punti di fila che portano Sassari sul – 10 e la Virtus chiama il time out. Bombe per Umeh e Polonara, brava la stessa ala con Planinic per il 39-44 e successivamente Stipcevic stoppa Gentile. Stoppata anche per Slaughter ai danni di Polonara, ancora un fallo tecnico ai danni della Dinamo che aiuta gli ospiti. Si scatena Hatcher e la Dinamo torna su a poco a poco, anche se Lawson non molla di un centrimetro. Jones trova un canestro con libero convertito del 55-59, poi risponde a Gentile per tenere la gara in pieno equilibrio. Tavernari si rivela un elemento prezioso e opera il sorpasso sul 62-61 con cinque punti di fila, la Virtus chiama la sospensione. Al rientro in campo Sassari scappa col solito Hatcher e i liberi di Bamforth, piccola reazione di Gentile ma ci pensano Jones e Bamforth a tenere tutto invariato sul 74-66. I fratelli Gentile continuano a lottare per conto loro per non far naufrare i compagni, bomba di Lafayette a rispondere a Stipcevic, ma il tempo scorre veloce e Spissu rende palese la vittoria sassares per 82-74.

TABELLINO.

Dinamo Banco di Sardegna 82 – Virtus Bologna 74

Banco di Sardegna. Spissu 3, Bostic 4, Bamforth 16, Planinic 10, Devecchi, Pierre 4, Jones 7, Stipcevic 6, Hatcher 17, Polonara 8, Picarelli, Tavernari 7. All. Federico Pasquini.

Virtus Bologna. A.Gentile 19, Umeh 8, Pajola, Baldi Rossi 5, Ndoja, Lafayette 7, Aradori 8, S.Gentile 13, Lawson 11, Slaughter 3. All. Alessandro Ramagli.

Sara Montalbano, nata a Cagliari nel 1993, è una fotografa che ha saputo trasformare il ritratto in una forma di narrazione emotiva, capace di raccontare l’interiorità delle persone oltre l’apparenza. La sua carriera inizia nella ritrattistica e nella fotografia di moda: nel 2012 trascorre un anno a Oxford in uno studio fotografico, prima di partire per Jakarta, in Indonesia, dove lavora per due mesi con una casa di moda che collabora con le principali riviste del gruppo Femina e partecipa alla settimana della moda di Jakarta come fotografa ufficiale.

«Definirei il mio stile autentico, senza tempo e profondamente nostalgico», racconta Sara. «È una fotografia che nasce dal desiderio di andare oltre la superficie, di cercare la poesia nascosta in uno sguardo, in una postura, in un silenzio». Con il tempo, la fotografa si è resa conto che ogni immagine rappresenta una mappa visiva personale del paesaggio dell’anima umana, un viaggio che va oltre la mera estetica.

Sara Montalbano

Nel 2018 si trasferisce a Londra, dove sviluppa il proprio linguaggio fotografico ascoltando la creatività e le emozioni. L’esperienza più intensa arriva nel 2019, quando trascorre sei mesi a Londra dedicandosi al ritratto emotivo: fotografava quindici persone a settimana, con uno sfondo nero, uno sgabello e un flash. Questo periodo le insegna che la fotografia più potente nasce dalla semplicità e dalla capacità di accogliere l’emozione senza costruirla. Nello stesso anno, vive tre mesi in Asia (India, Vietnam, Thailandia e Birmania) per progetti personali di ritrattistica e fotografia di viaggio, consolidando la sua capacità di osservare le persone e i luoghi con profondità emotiva.

Il suo lavoro si concentra su storie intime e reali: ogni ritratto diventa un esperimento emotivo, un’occasione per far emergere la personalità e la bellezza autentica del soggetto. Le sue ispirazioni arrivano da epoche lontane: fotografia di moda degli anni ’30, musica parigina, jazz e musica brasiliana, mondi che portano con sé eleganza malinconica e lentezza, oggi quasi perdute.

Sara cerca una realtà emotiva, non oggettiva. «Non mi interessa documentare ciò che è visibile a tutti, ma ciò che emerge solo se ci si prende il tempo di ascoltare. Ogni fotografia è filtrata dal mio sguardo, dalla mia storia e dalla relazione che si crea con la persona davanti all’obiettivo». La connessione con i soggetti nasce prima dello scatto: parlano, condividono silenzi e, quando la persona smette di preoccuparsi di come appare, il ritratto prende vita. Da questa esperienza nasce The Portrait Session, il suo servizio di punta, raccontato anche su Instagram con @theportraitsession, dedicato a chi desidera ritratti autentici e personali.

La firma visiva di Sara si manifesta in luce diretta ma morbida, ombre profonde, fondali scuri e colori contenuti, spesso attraversati da una malinconia silenziosa che diventa segno di verità emotiva. «La tecnica è uno strumento», spiega. «Le mie immagini sono il risultato di tutto ciò che ho vissuto: cambiamenti, distanza, incontri e memoria familiare».

Oggi Sara è tornata a Cagliari, pronta a mettere la propria esperienza al servizio delle piccole e medie imprese, aiutandole a espandersi online anche a livello internazionale attraverso la fotografia. Per lei, la fotografia rimane memoria e immaginazione, un incontro umano prima ancora che un’immagine. «Voglio lasciare che siano le persone che fotografo a guidarmi, aprendo uno spazio in cui possano emergere i loro lati più intimi», conclude.

Xiaoni @titaniummanagement

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