Il 10 settembre sulla statale 131 Roberto Locci, giovane di Villamar, è stato suo malgrado protagonista di un terribile incidente d’auto. Mentre tornava a casa dopo il lavoro, a causa dell’asfalto bagnato, ha perso il controllo della sua vettura, che si è ribaltata più volte.

Dopo dure settimane trascorse in ospedale, Roberto si è finalmente ripreso e oggi, in vista delle festività natalizie, fa correre il suo pensiero agli sconosciuti che quel maledetto giorno di settembre lo hanno estratto dalle lamiere della sua auto distrutta e gli sono stati accanto fino all’arrivo dei soccorsi.

Roberto vorrebbe trascorrere del tempo proprio con loro, con quegli “angeli” che non ha mai dimenticato e che però non sa come rintracciare. Per questo motivo ha deciso di affidarsi ad un appello sui social, sperando che le sue parole possano raggiungere le persone che hanno vegliato su di lui dopo il terribile incidente che gli ha cambiato la vita.

«Quest’anno per me non esisterà né Natale, né Capodanno – si legge nel post di Roberto – Non hanno più per me alcun significato. Anche perché i miei Natali li ho vissuti già il dieci settembre e l’otto dicembre dove sono rinato e affrontato una nuova vita. Però un pranzo o una cena in questo periodo ci tengo a farla. Vorrei veramente con tutto il cuore passare qualche momento e mangiare qualcosa con quelle persone che il 10 settembre 2017 alle ore 17.37 nella statale 131 nel tratto stradale tra Borore e Macomer hanno fermato la loro auto e mi hanno soccorso in quel mio spaventoso e orribile incidente quasi mortale. Vi prego di condividere questo post solo con i vostri contatti del nuorese. Spero di rivedere e stare un po’ assieme a quegli angeli che mi hanno soccorso estraendomi dalle macerie e chiamando l’ambulanza. Io vi ringrazio con tutto il cuore e mi piacerebbe tanto rivedervi e passare qualche momento assieme. Sarebbe il più bel regalo di Natale di tutta la mia vita.  Un abbraccio fortissimo».  

Per contattare Roberto:  Profilo Facebook  Roberto Locci (Lalli Pohis)  3403340124

Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.

Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.

Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.

Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.