“Tutto il resto è niench!”: Tanya&Mara e il Cinquetto al Piccolo Auditorium di piazzetta Dettori

La data è arrivata: da domani è possibile acquistare la prevendita dei biglietti per l’immancabile spettacolo di dicembre delle Lucido Sottile, “Tutto il resto è niench!” Il duo di artiste Tiziana Troja e Michela Sale Musio nei panni di Tanya&Mara si
canale WhatsApp
La data è arrivata: da domani è possibile acquistare la prevendita dei biglietti per l’immancabile spettacolo di dicembre delle Lucido Sottile, “Tutto il resto è niench!”
Il duo di artiste Tiziana Troja e Michela Sale Musio nei panni di Tanya&Mara si esibiranno con il Cinquetto, gruppo vocale nato nel 2008 dall’idea di quattro giovani sardi (Carla Caredda, Daniela Pibiri, Alessandro Ragatzu, Federico Melis e Stefano Onano).
Lo spettacolo “Tutto il resto è niench!” si terrà il 29 e 30 dicembre all’Auditorium Comunale di piazzetta Dettori a Cagliari a partire dalle ore 21:00. I biglietti saranno in prevendita da domani 12 dicembre in piazza Dettori, 9 (secondo piano, ufficio Lucidosottile).
Orari prevendita:
Martedi mattina 10-13
Mercoledì sera 17-20
Giovedì sera 17-20
Venerdì mattina 10-13
Lunedì sera 17-20 (a partire da lunedì 18 dicembre)
I biglietti si possono ritirare in ordine di arrivo. È possibile scegliere il posto (PLATEA €12 +2€ di prevendita e GALLERIA €10 +2€ di prevendita)
L’evento è organizzato da Origamundi, per qualsiasi ulteriore informazione si prega di contattare loro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
SEO o non SEO, questo è il dilemma (Tragedia in un atto solo sul destino dei siti dimenticati)

"SEO o non SEO, questo è il dilemma" è il nuovo articolo del nostro esperto Carlo Pirchio, che affronta con ironia una delle sfide più serie del digitale: l’invisibilità dei siti web. Tra teatro e marketing, racconta la storia di un sito bellissimo ma dimenticato, e di come la SEO possa trasformarlo da fantasma a protagonista. Un testo brillante per capire, senza tecnicismi, perché farsi trovare online non è una scelta... ma una necessità.
canale WhatsApp
“SEO o non SEO, questo è il dilemma” è il nuovo articolo del nostro esperto Carlo Pirchio, che affronta con ironia una delle sfide più serie del digitale: l’invisibilità dei siti web. Tra teatro e marketing, racconta la storia di un sito bellissimo ma dimenticato, e di come la SEO possa trasformarlo da fantasma a protagonista. Un testo brillante per capire, senza tecnicismi, perché farsi trovare online non è una scelta… ma una necessità.
SCENA I: Un sito oscuro, senza luce né traffico
Il sipario si apre.
Nel vasto e mutevole regno di Digitallandia, tra pop-up impazziti e banner lampeggianti, giaceva un sito web. Bello d’aspetto, elegante nei dettagli, ma silente come una tomba.
Era stato forgiato da mani esperte, dotato di gallerie magnifiche e testi che parlavano in versi, ma a nessuno parlava davvero. Nessuna visita, nessun click, nessuna traccia. Solo l’eco vuota delle ambizioni e il mormorio lontano dei competitor già ben posizionati.
Nessun viandante digitale lo incontrava. Gli dèi del traffico organico voltavano il capo. Il sito, pur nato con nobili intenti, restava nell’ombra: dimenticato, sospeso in una rete di pagine invisibili.
Ed ecco che, in quel silenzio denso come nebbia invernale, fece il suo ingresso il Conte Strategus, armato di sapere, dati e pazienza.
Era lui l’architetto invisibile, lo scultore di rilevanza, il domatore di algoritmi, il custode delle chiavi.
Con voce profonda e lo sguardo rivolto al cielo digitale, si rivolse al pubblico:
“Oh voi, spiriti del web, ditemi:
Meglio è essere trovati, o brillare nell’ombra?
È più nobile soffrire le pene dell’indifferenza digitale,
o armarsi di parole chiave e combattere il mare dell’invisibilità?
Essere al primo posto… o perire oltre la terza pagina?
SEO o non SEO, questo è il dilemma.”
Un silenzio carico di significato calò sulla scena.
Il dubbio era lecito, profondo, ancestrale.
SCENA II: La rinascita
Il Conte Strategus non esitò.
Prese la situazione tra le mani come un alchimista col suo elisir.
Cominciò con la ricerca delle parole perdute: quelle che gli utenti usano, che i motori bramano, che gli intenti celano.
Poi si dedicò all’ottimizzazione delle vie: raddrizzò URL tortuosi, cesellò tag dimenticati, rese ogni pagina degna d’essere trovata e amata.
Aggiustò la velocità, perché nessun utente aspetta.
Verificò struttura, navigabilità, mobile-friendliness. Mise ordine nei contenuti come un bibliotecario del sapere.
Infine, tessé link interni ed esterni, ponti verso e dal mondo.
Ogni azione era una nota in una sinfonia invisibile.
E il sito, che prima taceva, cominciò a sussurrare. Poi a parlare. Poi a gridare il proprio valore.
SCENA FINALE: L’ascesa
I motori udirono. Gli utenti risposero.
Apparvero le prime visite. Poi orde curiose. Poi clienti. Poi fedeltà.
Le conversioni salivano come il sole su un nuovo giorno.
Le pagine venivano indicizzate. Le sessioni si allungavano.
L’utente “tocca e fuggi” (bounce rate) diminuiva.
Google, l’Oracolo, prese nota… e lo premiò.
Il sito, un tempo silenzioso, divenne voce potente nell’agorà digitale.
E mentre i dati si allineavano come stelle nel cielo della Centrale di Controllo (Search Console),
il Conte Strategus — con il mantello dell’analisi svolazzante e un calice stracolmo di insights in mano —
si volse al pubblico e pronunciò la morale.
Morale dell’opera
Curare la SEO non è vezzo, ma virtù.
È bussola per chi cerca, luce per chi naviga.
Un sito ben ottimizzato:
– Si fa trovare dai giusti,
– Offre esperienze rapide e fluide,
– Parla il linguaggio dell’utente e del motore,
– Cresce nel tempo, come un albero ben piantato,
– Riduce sprechi pubblicitari e aumenta i ritorni,
– Eleva la reputazione del brand.
Chi rinnega la SEO, rinuncia all’incontro.
Chi la coltiva, apre porte a mondi infiniti.
E tu, lettore, che possiedi un sito:
vuoi brillare… o sparire?
© RIPRODUZIONE RISERVATA