Arrivano anche a Cagliari le “sciarpe sospese“: un gesto di solidarietà per chi ne ha più bisogno.

Il principio è lo stesso del caffè sospeso e in America si usa già da tempo lasciare le sciarpe appese ai rami degli alberi, o legate ai tronchi, in modo che i senzatetto o qualche bisognoso possa prenderle per scaldarsi: i Guardian Angels ci hanno voluto provare anche qui, a Cagliari.

L’associazione di volontari che gira la città per controllare e dare una mano in caso di emergenza, stavolta si è mobilitata per cercare di aiutare i bisognosi a combattere il freddo di questi giorni. Una storia alla Charles Dickens, che sa di gentilezza e bontà d’animo: di lana o all’uncinetto, di ciniglia o scozzesi, a righe o a quadretti, le sciarpe sospese sono arrivate anche in piazza Matteotti.

Una storia di violenza domestica culminata con un arresto. Un 25enne residente a Uta, già noto alle Forze dell’Ordine, è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Decimomannu con l’accusa di maltrattamenti in famiglia ai danni della madre convivente.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Cagliari, è arrivata al termine di un’attività investigativa avviata lo scorso 3 settembre, dopo una lite domestica che aveva richiesto l’intervento dei militari.

Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, quella sera il giovane, in stato di evidente alterazione psicofisica, avrebbe aggredito verbalmente e fisicamente la madre, costringendola a fuggire di casa per timore di ulteriori violenze. Il giorno successivo, la donna ha trovato il coraggio di sporgere denuncia, raccontando una situazione di vessazioni e maltrattamenti che – secondo il suo racconto – andava avanti da tempo.

Le dichiarazioni, unite agli accertamenti dei militari, hanno fatto emergere un quadro di gravi indizi di colpevolezza nei confronti del 25enne. Gli approfondimenti investigativi condotti dai Carabinieri e trasmessi all’Autorità Giudiziaria hanno consentito di documentare una serie di episodi di aggressioni e comportamenti violenti, sia fisici che psicologici, che avrebbero reso la convivenza impossibile.

Sulla base di questi elementi, il giudice ha disposto la misura cautelare in carcere, ritenendo sussistente il rischio di reiterazione delle condotte violente. I militari hanno eseguito il provvedimento nella serata di ieri. Dopo le formalità di rito, il giovane è stato condotto nella Casa Circondariale “Ettore Scalas” di Uta, dove resta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per i successivi approfondimenti.