Ieri sera a Nuoro, il Cagliari ha festeggiato coi suoi tifosi la vittoria per 3-0 ai danni della Nuorese nella classica amichevole infrasettimanale. Una festa vera e propria che ha visto il ritorno al gol con la prima squadra di Federico Melchiorri dopo diversi mesi di degenza, e l’utilizzo di tanti giovani in funzione degli assenti. Una macchia però si è allargata sul campo: l’ennesimo errore dal dischetto di un giocatore rossoblù.

Minuto 83′, Niccolò Giannetti si porta sul dischetto e, dopo aver fallito già altre due occasioni, ha la possibilità per sbloccarsi. Il tiro però va ad infrangersi contro il portiere della Nuorese Ferrara prima di insaccarsi dopo un batti e ribatti in area che solo Paolo Faragò riesce a risolvere. Però ancora ununa imprecisione per un giocatore che fatica tremendamente a segnare, e ancora la maledizione degli undici metri che si abbatte sui giocatori rossoblù. Con quello di ieri il bilancio parla di quattro errori su cinque possibilità: per Diego Lopez un problema non da poco ereditato dal suo precedessore Massimo Rastelli e che pare non aver via d’uscita. Per quanto il Cagliari cerchi di variare i suoi tiratori, il risultato rimane il medesimo.

Farias contro la Nuorese

Il primo della serie fu Diego Farìas alla prima giornata di campionato contro la Juventus: il primo rigore decretato dal VAR, il fiato sospeso per una decisione storica da un lato ed un possibile pareggio dall’altra. Il brasiliano si portò sul dischetto e si fece respingere la conclusione da Buffon tirando centralmente. Stessa direzione anche per l’ultimo rigore, quello calciato da Luca Cigarini domenica scorsa contro il Verona e per quello di Joao Pedro contro il Genoa, l’unico che abbia saputo superare il portiere antagonista. Diversa l’esecuzione di Marco Sau che, a differenza dei compagni di squadra, aveva provato a piazzarla sotto l’incrocio dei pali ma alzando troppo la mira.

« Non sbaglia i rigori solo chi non li tira » aveva dichiarato Diego Lopez al termine di Cagliari-Verona, provando a giustificare i suoi ragazzi. Solo che da questo momento in poi dovrà allenare maggiormente i suoi ragazzi e decidere le gerarchie sui battitori, dato che queste occasioni sprecate potrebbero pesare a fine stagione. E dovrà anche iniziare a guardare con preoccupazione in infermeria dato che, nazionali a parte, si fa la conta degli assensi: oltre ai già infortunati Cragno e Capuano, e a Padoin e Pisacane in via di recupero, lo staff tecnico deve fare i conti anche con gli acciacchi di Sau, Rafael e Deiola. Il primo ha avuto bisogno di riposo precauzionale per recuperare il dolore delle tante botte ricevute dai difensori veronesi domenica scorsa; il portiere continua a soffrire di alcuni problemi alla gamba sinistra infortunata nel finale dello scorso campione; il centrocampista invece sembra rincorso da piccoli acciacchi che consigliano però i medici a precauzione e cura. Domani mattina ultimo allenamento prima di due giorni di riposo: la ripresa dei lavori è prevista per lunedì pomeriggio, la trasferta di Udine chiama un altro risultato positivo.

Lo sapevate? A Cagliari, sotto Piazza D’Armi, in una grotta, si nasconde il lago di “Su Stiddiu”.

Su Stiddiu (Foto di Angelo Pili del gruppo speleologico ALOE FELICE)

È capitato tante volte di sentir parlare di reperti archeologici, risalenti all’epoca romana o addirittura più antichi, ma pochi sanno che sotto piazza D’Armi a Cagliari si trova un lago sotterraneo, giusto qualche metro sotto i nostri piedi.

Ebbene sì, probabilmente conosciuto da tanti ma non visitato da tutti, il bacino d’acqua si trova esattamente sotto la piazza, nella Grotta de Su Stiddiu, “della goccia”, chiamata così per via del fenomeno di stillicidio ancora in corso.

Situata a meno dieci metri di profondità ed estesa fin sotto il carcere di Buoncammino è una grotta artificiale appartenente anch’essa alle segrete di Cagliari, fra camere e cunicoli scavati sotto il lastricato della città. Le grotte, risalenti al periodo fenicio-punico e riutilizzate in seguito anche durante il Medioevo, venivano utilizzate per estrarre minerali e pietre calcaree, necessari per la costruzione di case, edifici e mura difensive.

Successivamente i cunicoli sono serviti a convogliare le acque della rete idrica cittadina in una grande vasca di contenimento creando così il lago sotterraneo, che con la sua limpidezza, sembra quasi finto. Uno specchio d’acqua cristallina nel quale si riflettono le bianche pareti rocciose della grotta, che ha reso speleologi e visitatori spettatori di uno scenario incredibile, lontano dalla frenesia della città.

Oggi il livello dell’acqua è diminuito notevolmente, da quasi quattro metri di profondità a un metro e mezzo nel presente, portando alla luce nuovi ambienti utilizzati nei modi più svariati, prima come cava di estrazione mineraria, poi come deposito della fabbrica di birra “Ferrero-Barisonzo”, proprio come una sorta di frigorifero industriale. Poi, circa ottant’anni dopo, cambiando ancora destinazione, diventò un rifugio antiaereo durante i bombardamenti del 1943, quando il Genio Civile incluse la grotta di “Su Stiddiu”, nella lunga lista di tunnel e cunicoli adibiti a riparo.

L’unica entrata attualmente accessibile è quella di viale San Vincenzo, tramite una piccola porta di ferro comunicante con quello che è un paesaggio insolito, basti pensare che, camminando all’interno della grotta, a pochi metri dalla propria testa, è posto uno dei punti nevralgici più importanti del traffico automobilistico cittadino.

L’interno, visitabile solo con la presenza di speleologi e esperti durante visite organizzate, presenta non solo il lago, ma ambienti enormi con un età storica risalente addirittura a 2500 anni fa, che col tempo sono stati in parte modificati artificialmente, come quando insieme alle altre grotte sotto Piazza D’armi, quella de Su Stiddiu venne tenuta sotto osservazione per il timore che i detenuti di Buoncammino, potessero evadere dal carcere, posto esattamente a pochi passi dalla grotta. Per questo alcuni accessi ai cunicoli vennero in parte chiusi con grate di ferro o murati.