Una vera e propria banda di rapinatori professionisti quella che nella giornata di ieri ha messo a segno un colpo al Petit Casino di Sestu e forse anche un’altra rapina alla Elkom di viale Elmas a Cagliari. I quattro componenti del gruppo criminale, Fabrizio Barabino, 36 anni di Selargius, Cristian Busonera, 45 di Monserrato, Carmelo Grasso, 46, di Catania e Bruno Atzeri, 44, di Soleminis, sono però finiti in manette già nel pomeriggio di ieri quando gli uomini della Squadra Mobile di Cagliari, guidati dal capitano Marco Basile, li hanno trovati in un capannone a Soleminis.

Non è stato difficile per gli agenti risalire alla banda, i cui componenti erano noti agli investigatori. Le indagini su di loro erano infatti in corso da diverse settimane e così, dopo aver visionato i filmati del circuito chiuso della sala bingo e analizzato il modus operandi della rapina, hanno capito che si sarebbe potuto trattare proprio della banda guidata da Busonera.

Arrivati a Soleminis, gli agenti hanno individuato un capannone in località Funtanabasciu di proprietà di Atzeri. Dopo aver circondato la zona hanno fatto irruzione nel capannone trovando tre componenti della banda. Infatti Barabino poco prima dell’irruzione aveva tentato la fuga a bordo di una Peugeot 106. I poliziotti, dopo un non facile inseguimento, sono riusciti a bloccarlo e a immobilizzarlo.

All’interno del capannone sono stati trovati 5.000 euro in contanti, una cassetta azzurra uguale a quella presente nel video della rapina, e un tablet, tutti frutti del colpo portato a segno a Sestu. Anche i vestiti indossati da due dei componenti della banda al momento della cattura erano identici a quelli usati per la rapina. Resta ancora un grosso punto di domanda la rapina precedente, quella registrata alla Elkom di viale Elmas a Cagliari, sempre nella giornata di ieri. Gli inquirenti non hanno escluso che possa essere stata messa a segno sempre dalla “Banda di Soleminis”, ma al momento non ci sono prove schiaccianti a riguardo.

Giorgio Sisini non aveva ancora compiuto trent’anni, quando decise di importare in Italia quel passatempo che da anni tiene allenata la mente di tutti gli italiani anche nel tempo libero: il cruciverba.

Giorgio Sisini, inventore de La Settimana Enigmistica

Sisini, neo-ingegnere di Sorso dalle nobili origini (era Conte di Sant’Andrea), faceva parte di una famiglia di imprenditori. Sposato con la viennese Idell Breitenfeld, fu proprio dalla patria della moglie che prese spunto per dar vita alla sua idea. In Austria infatti, i cruciverba riscuotevano già un discreto successo. Al contrario, questo passatempo era praticamente sconosciuto in Italia. Da qui l’intuizione di Sisini di creare a una rivista interamente dedicata ai cruciverba e all’enigmistica in genere.

Pur osteggiato dal padre, che per il figlio Giorgio sognava un futuro alla guida delle aziende di famiglia, Sisini portò avanti con determinazione il suo progetto, consegnando il suo nome alla storia dell’editoria italiana. L’ingegnere di Sorso rimase direttore fino al 1972, anno della sua morte.

Il primo numero uscì il 23 gennaio 1932, con una tiratura di 6mila copie al costo di 50 centesimi. Da allora, La Settimana Enigmistica non saltò mai un numero per i successivi 85 anni, diventando uno dei passatempi più amati di tutti gli italiani