Il Cagliari perde ancora e non riesce a sfruttare la seconda gara casalinga, meritandosi i fischi finali del pubblico. Il Chievo si impone per 2-0 coi gol di Inglese e Stepinski, coronando una partita in cui si è presentata più compatta, paziente e intelligente. Grossa involuzione per gli uomini di Rastelli, ancora lenti e stanchi fisicamente, oltre che penalizzati dalle stesse scelte dell’allenatore. Difesa tremenda, con Fabio Pisacane fuori giri ed espulso e Senna Miangue che ha confermato di essere inadatto al livello della Serie A.  Ora il futuro parla della trasferta di Napoli e di tanto lavoro da fare per tutto lo staff tecnico.

CRONACA.
A differenza di quanto trapelato alla vigilia, Rastelli cambia poco dell’undici in campo facendo riposare solo Capuano e Cigarini in funzione di Miangue e Dessena. Al centro rientra Andreolli mentre Giannetti sfrutta l’infortunio di Pavoletti per garantirsi una maglia da titolare. Apre le danze il Cagliari che attacca diretto verso la curva nord sulle iniziative in corsa di Miangue e punta in maniera continua su un pressing alto e asfissiante. Joao Pedro e Pucciarelli cincischiano davanti al portiere, il sinistro di Birsa va di tanto al lato. Ribattute le conclusioni di Pedro e Barella, Sorrentino para bene su Giannetti quindi Inglese spara alto dal lato sinistro dell’area. Si propone meglio la formazione clivense verso la mezz’ora, con ordine e qualche idea mentre i rossoblù trovano qualche break con Giannetti e Pedro senza però arrivare al tiro da buona posizione. Bellissima discesa di Padoin al 29′ che con l’esterno destro cerca qualche compagno in mezzo all’area, Sau colpisce di testa ma senza la cattiveria ideale per offendere Sorrentino. Cagliari ancora pericoloso con Ionita dai 30 metri, staffilata di poco lontano dall’incrocio dei pali. Al 39′, su un colpo di testa sbilenco di Andreolli, la palla rischia di entrare in porta e Pisacane salva sulla linea, evitando lo svantaggio. Cragno spazza via i cross di Birsa e successivamente blocca basso un tiro di Inglese, il primo tempo si chiude poco dopo a seguito di due minuti di recupero sullo 0-0.

Rastelli decide di smuovere un po’ la sua squadra a livello di palleggio inserendo Cigarini per Dessena. I ritmi sono bloccati, molto lenti da ambo le parti, si cerca l’arrivo in area con lanci lunghi nella terra di nessuno. Al 53′ il Chievo passa in vantaggio: cross di Cacciatore dalla destra, Inglese colpisce di testa in sospensione e riesce a segnare aiutato anche dal rimpallo della palla sul palo. A seguire il sinistro di Sau viene deviato in angolo ed è un buon segnale verso il pareggio, Pattolino ci riprova di testa poco dopo ma non inquadra la porta. Dentro Faragò per lo stanco Padoin, colpo di testa alto per Castro per un Chievo che gioca con maggiore calma e intelligenza, allora Rastelli cala la carta Cossu in modo da migliorare la manovra rossoblù. Il trequartista si presenta con un numero di prestigio seguito da un cross teso, Dainelli sbroglia una situazione pericolosa. Non cambia però il copione della gara, sempre nei piedi degli ospiti che non affondano ma neanche lasciano spazi utili per farsi attaccare sfruttando la lentezza cronica dei cagliaritani. Sorrentino blocca l’occasione del pareggio sui piedi di Faragò, Sau dal limite sfiora il palo con un bel diagonale all’80’. Alto il tiro di Garritano dai 25 metri, quindi l’arbitro Aureliano è costretto ad espellere Pisacane all’83’ per somma di ammonizioni (nuovo fallo su Garritano). Grande salvataggio di Cragno su un diagonale di Stepinski, la girata di testa di Tomovic va alta sopra la traversa. Radovanovic libera l’area gialloblù dopo una incursione di Sau, sfiora la traversa Hetemaj dal limite con un bel sinistro e non replica poco dopo divorandosi il raddoppio. E il raddoppio lo serve invece Stepinski al 92′ con un destro preciso dal limite sul quale Cragno non riesce ad arrivare: 2-0 finale per il Chievo.

TABELLINO.
Cagliari (4-3-1-2): Cragno (6.5); Padoin (5) (al 62′ Faragò 5), Pisacane (4), Andreolli (4.5), Miangue (4); Dessena (5) (al 45′ Cigarini 5), Barella (5) (al 69′ Cossu 5.5), Ionita (5); João Pedro (5); Giannetti (4.5), Sau (5). All. Massimo Rastelli (5)

Chievo (4-3-1-2): Sorrentino; Tomovic, Gamberini, Dainelli, Cacciatore; Castro, Radovanovic, Rigoni (32′ Hetemaj); Birsa (al 75′ Garritano); Pucciarelli (al 84′ Stepinski), Inglese. All. Rolando Maran

Arbitro: Gianluca Aureliano di Bologna. Assistenti: Lorenzo Manganelli e Alberto Tegoni

Gol: Inglese (53′)

Ammoniti: Pisacane (64′), Hetemaj (70′), Castro (78′)

Espulsi: Pisacane per somma di ammonizioni (83′)

Note: recupero 2′ e  3′.

Non era cannabis a uso farmaceutico né coltivazione legale destinata a fibre tessili. Era marijuana pronta per il mercato degli stupefacenti quella scoperta e sequestrata nelle campagne di Assemini, dove la Guardia di finanza ha portato alla luce una delle più grandi piantagioni mai individuate nel Sud Sardegna. A confermarlo, l’altro ieri, è stato il Tribunale del Riesame di Cagliari, che ha convalidato il maxi sequestro eseguito lo scorso 29 ottobre.

In totale sono state sottratte al mercato circa quattro tonnellate di cannabis indica, non sativa: 2.467 piante, oltre 1.400 chilogrammi di infiorescenze, 12 litri di olio, resine e 42 chili di polline. Un quantitativo industriale, incompatibile con qualsiasi utilizzo consentito dalla normativa vigente.

L’operazione, condotta dai militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Cagliari e coordinata dalla Procura della Repubblica, ha preso avvio da una segnalazione della Sezione aerea delle Fiamme gialle di Elmas, che aveva individuato dall’alto una sospetta coltivazione nell’agro di Assemini. Gli accertamenti successivi hanno permesso di risalire a un fondo agricolo concesso in locazione a una ditta individuale formalmente attiva nella coltivazione di piante per fibre tessili, spezie e prodotti farmaceutici.

Ma l’attività reale, secondo gli investigatori, era ben diversa. Le Fiamme gialle del Nucleo di polizia economico-finanziaria, diretto dal colonnello Paolo Pettine, hanno individuato un sito internet riconducibile alla ditta, completo di shop online, attraverso il quale venivano messe liberamente in vendita infiorescenze di canapa e derivati come oli, pollini e resine. Una promozione massiccia che trovava ulteriore riscontro sui social media.

Dall’analisi complessiva è emerso che il vero core business dell’azienda non era la coltivazione lecita di canapa per usi industriali o alimentari, ma la produzione e la commercializzazione di infiorescenze e prodotti derivati, attività ritenuta fuori dai limiti di legge.

Oltre alla piantagione, i finanzieri hanno sequestrato infiorescenze già confezionate per la vendita, centinaia di flaconi di olio di canapa e “polline grezzo” destinato alla preparazione di hashish. Il materiale era custodito in un locale commerciale adibito a laboratorio, dotato di attrezzature per il confezionamento finale: imballaggi, etichette e involucri con il marchio della ditta.

Le analisi effettuate dal laboratorio chimico dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno confermato la presenza di Thc con valori fino allo 0,79%, superiori ai limiti consentiti. Durante i controlli sono state inoltre riscontrate irregolarità in materia di lavoro sommerso, ora al vaglio degli inquirenti.

Un’operazione che, secondo gli investigatori, ha evitato l’immissione sul mercato di un’ingente quantità di droga e smascherato un sistema imprenditoriale che, dietro una facciata agricola, nascondeva un’attività illegale su larga scala.