Guarda la gallery

---

• 
• 
• 
• 
• 
• 
• 
• 
• 
• 
• 
• 

 I biscotti di Magadiuz 12  

---

Una fantasia che non la tiene ferma un attimo e una manualità incredibile: questi sono solo due degli ingredienti che compongono la maestria di Ina Uzzanu, in arte Magadiuz (da Maga di Oz, soprannome datole tempo fa dal suo maestro di tiro con l’arco, dove Oz è diventato Uz, come il suo cognome). L’artista sarda, da anni appassionatasi alla magica arte della pasticceria, crea delle vere e proprie opere con i biscotti.

Ebbene si, quelli che vedete in foto sono dei veri e propri biscotti: commestibili, preparati e decorati da Magadiuz. Ecco cosa ci racconta di lei: «È dal 2013 che ho iniziato ad appassionarmi ai biscotti, alle infinite possibilità di fragranze e forme che essi possono assumere. Ho reinventato e poi realizzato le ricette dei biscotti da colazione più amati. Ma sentivo di non essere ancora appagata. Non so neanche dire quando mi sono innamorata dei biscotti decorati con ghiaccia reale e la sua versatilità. So che quando ho visto le prime foto di Sweetambs (artista “del biscotto” americana con milioni di followers, ndr) ho sgranato gli occhi e mi sono detta: affascinante ma impossibile. Sono una testarda e quando percepisco che si tratta di una mission impossible ho già imboccato la strada che mi porta dritta in quella direzione. E dopo otto mesi di esperimenti e prove, eccomi qui, a premiarmi con l’apertura di un blog dedicato al fantastico universo dei cookies!».

E tantissimi temi affrontati: dai costumi sardi agli animali alle festività classiche, tutto viene trattato e realizzato con una finezza e maestria incredibile. «Ho scoperto che i biscotti hanno potenzialità espressive infinite. Sono tele su cui dipingere e raccontare». Nella gallery sono stati radunati i biscotti a tema marino ma nella pagina Facebook “I biscotti di Magadiuz” e su Instagram si possono ammirare tante delle sue incredibili dolci creazioni.

Durante l’ultimo massimo interglaciale, avvenuto tra circa 126.000 e 119.000 anni fa, il livello del mare si innalzò fino a 8 metri sopra l’attuale quota, secondo alcuni studi paleoclimatici. Questo fenomeno, come ci spiega il paleontologo Daniel Zoboli, ebbe un impatto significativo sul territorio oggi occupato dal Campidano di Cagliari, che in larga parte si trovava sommerso dalle acque.

Una ricostruzione geologica e paleogeografica mostra che, in quel periodo, il mare formava due insenature principali, separate dai colli di Cagliari e dalla paleo-isola oggi corrispondente all’area di Sant’Elia e della Sella del Diavolo. Le attuali località di Uta, Assemini, Elmas, Quartu Sant’Elena e Quartucciu si trovavano in buona parte sotto il livello marino, come testimoniato dai sedimenti del periodo Tirreniano.

Questi depositi marini contengono una fauna a molluschi significativamente diversa da quella mediterranea odierna. Alcune delle specie presenti all’epoca appartenevano infatti alla cosiddetta categoria degli “ospiti caldi”, oggi tipici delle coste del Senegal e di altre aree tropicali dell’Africa occidentale. Ciò suggerisce un clima più caldo e condizioni ambientali profondamente differenti da quelle attuali.

Un’ipotetica veduta di Cagliari risalente a circa 120.000 anni fa mostrerebbe uno scenario radicalmente diverso, con la città moderna in gran parte sommersa e la paleo-isola di Sant’Elia emergente sullo sfondo, a dominare un paesaggio marino suggestivo e ricco di biodiversità.