Il Cagliari piazza a sorpresa i primi due acquisti della stagione: Luca Cigarini e Senna Miangue vestiranno a i colori rossoblù. Una accelerata improvvisa quella operata dal direttore sportivo Giovanni Rossi che nella nottata di ieri ha anche definito il passaggio di Nicola Murru alla Sampdoria per 7 milioni di euro.

Dopo un corteggiamento lungo diversi anni, Luca Cigarini arriva finalmente in Sardegna e sarà il prossimo regista del Cagliari. Il suo approdo chiude definitivamente la strada ad un ritorno di Panagiotis Tachtsidis e rinforza la mediana col proposito di dare qualità ed esperienza alla manovra, oltre che fare da chioccia in favore di Santiago Colombatto e Nicolò Barella. Il giocatore ha firmato un biennale da 700 mila euro a stagione e ha già effettuato le visite mediche a Villa Stuart. Era già stato vicinissimo all’arrivo lo scorso mercato di gennaio in una operazione che avrebbe potuto portare Alessandro Deiola alla Sampdoria: l’accordo saltò per una questione di cifre e per l’intenzione del centrocampista sardo di potersi giocare le proprie chance agli ordini di Rastelli. Ora i due si troveranno compagni di squadra e avranno il compito di gestire la mediana, seppur con ruoli completamente differenti. Il profilo del nuovo regista è certamente di buona qualità: Cigarini ha giocato nell’Atalanta, nel Napoli e nel Siviglia prima di spendere le ultime due stagioni con la maglia blucerchiata, ed ha avuto diverse convocazioni con la nazionale italiana. A 31 anni ha ancora diversi anni per potersi rilanciare dopo il declino delle ultime annate.

Per un Cigarini che arriva, un Nicola Murru che va via: il terzino cagliaritano passa alla Sampdoria e lascia il Cagliari dopo sei anni tra alti (pochi) e bassi (molti). Con la sua partenza, la società rossoblù incassa la bellezza di 7 milioni di euro che verranno reinvestiti nel mercato per acquisire altri profili per rinforzare la rosa. Per Murru una partenza che era nell’aria da due mesi: il giocatore non ha mai convinto dal punto di vista caratteriale, si è distinto per numerose infrazioni alle regole imposte dalla dirigenza ed ha avuto continue frizioni nello spogliatoio coi giocatori di maggiore esperienza (Borriello e Bruno Alves su tutti). Aveva bisogno di cambiare aria e il Cagliari ne ha approfittato per liberarsi di quello che era diventato un peso, oltre che incassare un po’ di soldi che difficilmente arriveranno da altre operazioni (Rastelli preme perché tutti i gioielli rimangano un altro anno, compresi Farias e Joao Pedro). Al suo posto ci sarà Senna Miangue, già visto sporadicamente negli ultimi sei mesi in maglia rossoblù e lasciato libero di tornare all’Inter dopo la fine del campionato. Ieri notte però, appena siglato l’accordo con la Sampdoria, il ds Rossi ha imbastito una trattativa lampo che ha di fatto chiuso per l’arrivo a titolo definitivo del belga in Sardegna sulla base di circa 3 milioni e mezzo di euro. Al giocatore un contratto di tre anni e la maglia da titolare sull’out di sinistra.

Ora mancano solo due acquisti per chiudere la rosa e permettere a Rastelli di partire in direzione Pejo con il gruppo al completo (mancheranno soltato Mauricio Isla e Alessio Cragno, impegnati con le rispettive nazionali nella Confederations Cup e nell’europeo Under 21). Da valutare la permanenza di Dario Del Fabro, Rossi si focalizzerà sul profilo di un difensore centrale di esperienza e su un centrocampista di livello: per Marco Andreolli si attende la scadenza del suo contratto con l’Inter per offrire un accordo biennale a 600 mila euro stagionali mentre per Rolando Mandragora il discorso con la Juventus sarà più lungo, in virtù delle richieste reciproche – il Cagliari punta sul prestito con diritto di riscatto, i bianconeri vogliono il prestito secco. Saltato temporaneamente il sondaggio sulla punta Riccardo Orsolini non avendo la società rossoblù alcuna intenzione di lasciar partire Nicolò Barella.

Lo sapevate? A Monte Urpinu c’è una chiesetta che fu costruita nel periodo bizantino.

Seminascosta dagli alberi sorge, nel parco che precede il Tennis Club cagliaritano, una chiesetta dalle forme molto particolari, che ricordano in dimensioni molto minori la basilica più famosa di San Saturnino.

L’edificio conosciuto col nome di chiesa Aragonese è una chiesa sconsacrata di Cagliari. Sorge all’interno di un cortile, in via Pietro Leo, nel parco di Monte Urpinu.

L’edificio venne eretto tra il XVII e il XVIII secolo, per volontà di Giovanni Sanjust, barone di Teulada, sopra le rovine di una chiesa bizantina. Alla fine del XIX secolo la chiesetta venne restaurata, con l’aggiunta anche di alcune decorazioni in stile Liberty. I danni causati dai bombardamenti del 1943 richiesero ulteriori restauri, attuati nel 1968.

La chiesa Aragonese è di modeste dimensioni e presenta una piccola cupola bizantineggiante, su un corpo cubico, che potrebbe anche essere retaggio (almeno come rifacimento) della chiesa più antica.

Esternamente, presenta in facciata una finestra con balconcino in ferro battuto; lungo il fianco sinistro si trova un contrafforte. Il cupolino bizantineggiante, con copertura in coccio pesto, corona l’edificio. L’interno presenta un’unica navata, con copertura a capriate lignee, rette da mensole di pietra. Addossata alla controfacciata è presente una cantoria, o coro alto, anche questa in legno e sorretta da mensole. Il presbiterio, a pianta quadrangolare, è innalzato di un gradino rispetto al pavimento della navata; vi si accede tramite un arco a sesto acuto. Come già accennato, il presbiterio è coperto da una cupola, con base ottagonale, poggiante su pennacchi cilindrici.

L’edificio, restaurato dal Comune di Cagliari, è stato riaperto in occasione di Monumenti Aperti ed è destinato a ospitare iniziative culturali.