Uno dei caffè più antichi di Cagliari, noto per la sua tradizione, i suoi piatti prelibati e per il fatto di essere frequentato soprattutto dall’ élite cagliaritana. Il nome per interno, che recita “Antico caffè 1855“, non deve trarre in inganno, infatti, il locale fu aperto nel 1838 dal commerciante ligure Lazzaro Canepa, originario di Lavagna, da cui prese la dicitura di “Bar Lazzaro”. L’aggettivo “Genovese” arrivò più tardi, proprio nel 1855, e vi rimase fino a poco tempo fa, prima di assumere la sua denominazione attuale.

Una foto storica dell’ Antico Caffè

Una volta varcata l’entrata, è difficile non subire il fascino che la struttura ha conservato nel tempo: suddivisa in due sale, una interna e l’altra esterna, si viene accolti da graziosi tavolini apparecchiati di tutto punto, lo stile è vintage e raffinato. La cura nel dettaglio è tutto e, ad un occhio attento, non può sfuggire il portatovaglioli in argento ed il posacenere in porcellana. La cancellata in ferro battuto che circonda la sala esterna e da cui filtra una luce spettacolare nelle belle giornate nostrane, è densa di storia, infatti, venne realizzata nel 1890 circa  dai detenuti della colonia penale di San Bartolomeo. Meta ideale per una buona colazione, dove a seconda dei gusti, è possibile assaporare una gustosa torta Sacher oppure un classico, come la torta della nonna, altrimenti conosciuta come torta ai pinoli alla ligure, il caffè mostra il suo intero appeal in tarda serata, momento perfetto per provare il bar del locale, magari concedendosi un cocktail.

La torta Sacher e la torta della nonna

Non appena arriva la sera, le luci soffuse e le candele presenti nei tavoli, proiettano i consumatori direttamente nelle atmosfere che ricordano gli anni venti, quelle che, gli amanti del cinema potrebbero etichettare come le “Midnight in Paris” vibes. E, complice questo mood in cui si è immersi, non è difficile immaginare le diverse personalità che, soprattutto durante il Novecento, frequentarono il locale: nomi come Grazia Deledda, Emilio Lussu, Gabriele D’Annunzio, Salvatore Quasimodo, ma anche intellettuali internazionali come D.H. Lawrence.

Il cocktail del momento: il Moscow mule

Da ultimo, ma non meno importante, bisogna riconoscere che anche la  posizione strategica dell’Antico caffè stesso, contribuisce ad aggiungere quel certo charme, capace di renderlo uno dei luoghi più frequentati di Cagliari. Infatti, il locale, che sorge in piazza Costituzione ai piedi del Bastione di St. Remy di cui si può ammirare l’imponente terrazza, risultata essere il crocevia delle principali strade del centro storico, tra cui: via Garibaldi, via Sulis, recentemente rilanciata grazie al disegno imprenditoriale di Nicola Grauso, viale Regina Elena, via Mazzini e via Manno. Proprio in quest’ultima via si trova Piazza Martiri, la piazza dei Martiri d’Italia, al cui interno è presente il monumento commemorativo dedicato alle vittime sarde cadute durante le Guerre d’ Indipendenza, realizzato nel 1886 da Giuseppe Sartorio.

Storia, tradizione, ma anche qualità e design sono gli ingredienti che permettono all’Antico caffè di non subire la concorrenza, dovuta alla modernità e alla crescente nascita di bar e locali nelle vicinanze, ma di fare del tempo che passa un proprio tratto distintivo e, quindi, vincente.

Una folla immensa, il silenzio interrotto solo dalle lacrime e dai singhiozzi, un cielo colmo di palloncini bianchi e un unico, semplice messaggio: “Ciao Mariano”. Si sono svolti oggi pomeriggio, nella chiesa di San Giorgio Martire di Sestu, i funerali di Mariano Olla, il giovane di 16 anni trovato senza vita sabato mattina nelle acque tra Su Siccu e il lungomare di Sant’Elia, a Cagliari.

Attorno al feretro, coperto da fiori bianchi, si è stretta una comunità intera, colpita nel profondo da una tragedia che ha scosso tutti. Decine e decine di amici, coetanei, compagni di scuola e semplici cittadini hanno affollato la chiesa e lo spazio antistante, in un silenzioso e composto abbraccio alla famiglia del ragazzo. Mariano aveva appena terminato la terza classe dell’Istituto “Meucci” di Cagliari.

La cerimonia è stata officiata dall’arcivescovo monsignor Giuseppe Baturi, affiancato dal parroco don Sergio Manunza e da altri due sacerdoti. Proprio don Manunza ha introdotto il rito con la recita del Padre Nostro, pronunciato a voce bassa sulla soglia della chiesa, in un momento carico di emozione.

Durante l’omelia, monsignor Baturi ha scelto parole che potessero offrire un briciolo di conforto nel dolore: «È difficile comprendere la morte, ancor più quella di un giovane. È il mistero della vita, che può finire anche troppo presto. Ma Gesù, passando per la morte, ci mostra che dove l’uomo non può più arrivare, Dio ci aspetta. Nessuna vita è sprecata. I morti non si perdono: restano in noi, come Mariano, in attesa di un nuovo incontro».

Al termine della funzione, il feretro è stato accompagnato in corteo verso il cimitero del paese. Ad accompagnare l’ultimo saluto, un lancio di palloncini bianchi che si sono levati nel cielo grigio del tardo pomeriggio, mentre gli applausi rotti dalle lacrime hanno segnato un commiato doloroso ma pieno d’amore. La morte di Mariano ha lasciato un vuoto profondo tra i suoi coetanei, che oggi si sono trovati a confrontarsi con la crudeltà di un destino che ha portato via uno di loro nel pieno della giovinezza, quando tutto sembrava ancora da scrivere. Oggi, a Sestu, il tempo si è fermato per ricordarlo.