Cagliari “Città Sana” ed esempio da seguire nell’ambito delle politiche sociali

Cagliari fa parte della Rete italiana delle Città Sane: venerdì 12 maggio si è tenuta a Cortona, in Toscana, l’assemblea annuale della Rete Città Sane, progetto promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite per la salute.
Cagliari fa parte della Rete italiana delle Città Sane: venerdì 12 maggio si è tenuta a Cortona, in Toscana, l’assemblea annuale della Rete Città Sane, progetto promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite per la salute.
Durante la giornata, a cui ha partecipato in rappresentanza della Giunta comunale l’assessore alle Politiche sociali e Salute Ferdinando Secchi, sono state messe in risalto le esperienze significative portate avanti dalla Rete. In particolare, si è discusso di politiche per l’invecchiamento attivo, di contrasto alle dipendenze, di inclusione lavorativa e impatto sociale, di food policy e di lotta allo spreco alimentare.
Affrontato anche il tema sul gioco d’azzardo patologico in cui il Comune di Cagliari è stato citato come esempio virtuoso da seguire per le azioni portate avanti dai Centri di Quartiere, protagonisti nel campo della prevenzione soprattutto rivolta a minori e famiglie, in una logica comunitaria.
In chiusura del suo intervento l’assessore Secchi ha posto l’accento sulle azioni di integrazione sociosanitaria per la domiciliarità, rivolte a persone con disabilità, con bisogni sociosanitari complessi e sulle politiche di integrazione interistituzionale per la tutela dei minori.
Al termine dei lavori, i rappresentanti di tutte le città della Rete hanno ribadito l’impegno comune a mettere la salute al centro delle proprie politiche. Obiettivo: migliorare la qualità della vita dei cittadini.

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La Sardegna era uno dei più grandi bacini di argento e piombo dell’Antica Roma

Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l'organizzazione della vita civile e militare.
In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.
Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.
Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.

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