Al Bazar solidale si può fare di tutto. Si può giocare o farsi realizzare belle acconciature, e, soprattutto, si può aiutare concretamente l’associazione  Codice segreto a creare opportunità per i ragazzi con disabilità intellettive. A promuovere l’iniziativa, che si terrà domani dalle 10 alle 15 nei locali della ludoteca Salsapariglia di via Peretti, a fianco dell’ospedale Brotzu, Francesca Mulas  a capo dell’associazione che conta un centinaio di persone tra ragazzi e volontari. La giovane responsabile del sodalizio ha pensato di organizzare questa giornata per lanciare un messaggio di sensibilizzazione.

«Con Bazar solidale vogliamo promuovere l’associazione , raccogliere fondi e passare una giornata diversa con i nostri ragazzi» fa sapere Francesca. «La ludoteca – spiega – ci ha messo a disposizione  lo spazio che verrà allestito con delle zone riservate ai lavori dei nostri ragazzi». Chiunque potrà acquistare  con una donazione, un lavoro frutto del  riciclo creativo, c’è poi l’angolo riservato ai gadget e ai calendari , ed ancora un’area con l’oggettistica regalata di sostenitori, “Fai tu la tua offerta” è la proposta.  Nel corso della giornata ci saranno anche i volontari che ad esempio si dedicheranno a rendere ancora più belle le ragazze di Codice segreto con acconciature all’ultimo grido. E poi ci sarà il momento dei giochi a premi (messi a disposizione da un  dentista) , e, infine,  non potrà mancare l’omaggio floreale per signore e signorine di qualunque età.

Secondo la tradizione sarda ( ma non solo) il pane messo al contrario sul tavolo da imbandire è portatore di disgrazia e comunica mancanza di rispetto nei confronti degli altri commensali. Sicuramente i vostri nonni, almeno una volta, vi avranno sgridati nel vedervelo fare, ma forse non vi hanno mai spiegato il perchè tenevano al fatto che il pane venisse messo in tavola nel verso giusto.

Le spiegazioni sono varie e affondano le radici nell’antichità.

La prima, quella che tutti probabilmente conoscono, è legata alla religione. Il pane da sempre simboleggia il corpo di Cristo e chiaramente non è cosa bella e gradita che lo si presenti capovolto.

Ma esiste un’altra spiegazione, storica, che affonda le radici nel Medio Evo e che dalla Francia, di bocca in bocca, potrebbe essere arrivata in Italia e poi in Sardegna.  Nel Quattrocento, infatti, quando purtroppo era molto in voga la pena di morte, i fornai del regno avevano una sorta di “codice” tra loro.

Il pane è sempre stato visto, come dicevamo, alla stregua di un alimento sacro e quando i fornai erano costretti a venderlo ai boia che tanto disprezzavano, lo facevano preparandolo di bassissima qualità e porgendolo capovolto agli aguzzini. Si dice che fu per questo che il monarca Carlo VII escogitò la soluzione di far lavorare i boia incappucciati, così da non essere riconosciuti.