A 100 giorni dall’elezione Trump rimpiange i tempi andati. “Pensavo fosse più facile. Ora il lavoro è aumentato”

Troppo lavoro, zero privacy, nessuna libertà e questioni troppo complesse da gestire. E’ questo il bilancio che emerge dalle dichiarazioni rilasciate alla Reuters per i suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Un vero
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Troppo lavoro, zero privacy, nessuna libertà e questioni troppo complesse da gestire. E’ questo il bilancio che emerge dalle dichiarazioni rilasciate alla Reuters per i suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Un vero e proprio sfogo durante il quale Trump mostra di non essere affatto felice della piega presa dalla sua vita in seguito all’elezione.
A pesare maggiormente la nostalgia per la sua vita da uomo “libero”. «Pensavo che fare il presidente fosse più facile. Amavo la mia vita precedente: avevo così tante cose da fare, ma attualmente ho più lavoro di prima, pensavo fosse più facile. Mi piace lavorare, ma effettivamente ora il lavoro è di più».
E a mancargli, oltre a possibilità semplici come quella di guidare una macchina la privacy. «Anche nella mia vita precedente ne avevo poca, perché come sapete sono stato famoso a lungo, ma davvero quella attuale è molta meno privacy di quanta ne abbia mai avuta. È qualcosa di davvero incredibile. Allo stesso tempo sei dentro al tuo stesso bozzolo perché c’è una tale quantità di protezione che davvero non puoi andare da nessuna parte».
Troppe e inattese poi le questioni da affrontare, come la questione della sanità, un argomento “incredibilmente articolato” che non si aspettava “potesse essere così complicata”.
Riguardo alle tensioni con la Corea del Nord, sempre più determinata a lottare contro il nemico americano, Trump ammette la «possibilità» che esploda “un grande, grande conflitto”. Anche in questo caso non si aspettava che la situazione avrebbe preso una piega così grave, ma ammette che la possibilità di una soluzione diplomatica sarebbe davvero molto difficile.

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Stefano Corti denuncia uno stalker: «Sa dove viviamo io e Bianca Atzei»

«Il primo messaggio compare tre settimane fa», spiega Corti: una foto di lui con i figli accompagnata dal commento «Complimenti per la tua famiglia». Seguono richieste di chiarimenti, ma l’anonimo risponde: «Non ti preoccupare chi sono io, so chi sei tu».
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Stefano Corti, inviato de Le Iene, ha scelto Instagram per denunciare minacce ricevute da un anonimo che conosce dettagli della sua vita privata. In un breve video mostra alcune chat in cui l’autore dei messaggi minaccia lui e la sua famiglia.
«Il primo messaggio compare tre settimane fa», spiega Corti: una foto di lui con i figli accompagnata dal commento «Complimenti per la tua famiglia». Seguono richieste di chiarimenti, ma l’anonimo risponde: «Non ti preoccupare chi sono io, so chi sei tu».
«Da qui parte una conversazione in cui questa persona fa intendere che ci succederà qualcosa di brutto per colpa del mio lavoro alle Iene», racconta Corti. «Oltre a minacciare i miei figli, mi manda le visure di casa mia e di Bianca, facendomi capire che sa dove abitiamo e quali sono i miei spostamenti. In dieci anni di lavoro a Le Iene non mi era mai successa una cosa del genere».
Corti, fidanzato della cantante Bianca Atzei, conclude: «Farò di tutto per capire chi è questa persona».

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