Nella prima guida realizzata da una fiera del vino (il Vinitaly), il “5 star wine – the book”, i vigneti sardi hanno ottenuto un grande successo. In particolare il Vermentino Docg “Sciala” 2015 della Cantina Surrau di Arzachena non ha eguali tra i bianchi d’Italia. Grande riconoscimento anche per la Vernaccia di Oristano Doc Superiore “Juighissa” 2008 della Cantina della Vernaccia Società Cooperativa Agricola di Oristano, che si è aggiudicata il Gran premio della Giuria.

Entrambi i vini sardi hanno ricevuto 95 punti su 100, un punteggio che rasenta la perfezione, e saranno inseriti nella prestigiosa guida dei vini in vista del Vinitaly che si terrà come da tradizione a Verona dal 9 al 12 aprile. Il Vermentino di Arzachena e la Vernaccia di Oristano sono stati assaggiati dai critici della guida dal 31 marzo al 2 aprile insieme ad altri 2153 vini provenienti da Italia, Francia, Sudafrica, Ungheria, Slovenia, Croazia, Messico, Romania, Ucraina, Hong Kong, Turchia, Canada e Cina. Tra tre giorni, quando si apriranno i cancelli della più importante fiera vinicola in Italia questi due vini saranno presentati tra i sette più buoni presenti nel salone.

Questa mattina, a Cabras, Silvia Giada Casu ha preso parte alla celebre processione delle Scalze, un gesto straordinario di devozione e memoria. La ragazzina, ora quattordicenne, ha deciso di partecipare all’evento in onore della madre, Rita Carrus, scomparsa cinque anni fa a soli 45 anni a causa di un tumore.

Silvia Giada con la mamma in una vecchia foto

All’epoca, Silvia Giada aveva solo 9 anni e la malattia aveva strappato la madre al suo affetto nel pieno della pandemia di Covid-19, costringendo Rita a trascorrere gli ultimi giorni in ospedale lontana dagli abbracci della figlia. Nonostante il dolore e la solitudine, Rita aveva trasmesso a Silvia Giada una passione speciale: l’amore per la tradizione e per la fede. Sin da piccolissima, infatti, la madre la portava con sé alle processioni locali, insegnandole il rispetto e la devozione per il santo.

Oggi, partecipando alla processione come voto e tributo alla madre, Silvia Giada trasforma quel legame in un gesto pubblico di amore, memoria e speranza. La storia ci è stata raccontata dalla zia Eva Ennas, che ha sottolineato come il filo invisibile tra madre e figlia continui a vivere attraverso la fede, la tradizione e la memoria, commuovendo chi assiste a questo momento di profonda emozione.

Silvia Giada questa mattina durante la processione

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