Sole e temperature tipicamente primaverili hanno caratterizzato la lunga giornata di sport e divertimento appena conclusasi alla settima fermata del Poetto.

Migliaia di persone, tra cui moltissimi turisti, hanno affollato l’aerea circostante il chiosco Calypso in occasione della giornata organizzata dal Comune di Cagliari per celebrare il titolo di “Città europea dello sport 2017”. L’ambizioso riconoscimento è stato recentemente conferito al capoluogo sardo da Aces Europe, la federazione delle città e capitali europee dello sport.

L’assessore Yuri Marcialis (a destra) stringe la mano al presidente Aces, Gian Francesco Lupattelli.

L’obbiettivo di questa giornata era quello di coinvolgere quanta più gente possibile nello sport all’aria aperta. E la risposta è stata più che positiva. Tantissime persone hanno ballato e si sono fatte coinvolgere nelle varie discipline: zumba,  fitness, danza ritmica e sportiva, beach volley , beach tennis e cross-fit.

Ben cinquanta istruttori hanno guidato i presenti nelle diverse attività.  Spazio anche per i bambini, questi ultimi protagonisti dell’area dedicata all’hockey.

Presenti anche l’assessore allo Sport Yuri Marcialis e il presidente di Aces Europe  e del Movimento sportivo popolare, Gian Francesco Lupattelli, che ha voluto ringraziare il pubblico per aver risposto in maniera numerosa all’iniziativa.

Lo sapevate? Come si dice albicocca in sardo?

Una parola che in sardo fa sorridere (e arrossire) i più, non solo perché indica il famoso e ottimo frutto estivo. Scoprite perché.

Piricocu, frutto del desiderio (e non solo): quando l’albicocca in sardo fa arrossire più della frutta.

In sardo, specialmente nella variante campidanese, la parola che indica l’albicocca è talmente simpatica e carica di doppi sensi da far sorridere anche chi non ha mai messo piede in un frutteto. Stiamo parlando di “piricocu”, un termine che sì, descrive quel delizioso frutto estivo dalla polpa dolce e succosa, ma che nella lingua più ironica, tagliente e particolare del Mediterraneo, ha assunto significati ben più… stimolanti. Eh già, perché “piricocu” in sardo non si limita al cesto della frutta: può essere anche una bella ragazza (“Cussa picciocca esti unu bellu piricoccu”) e, per i più spinti, pure un modo allusivo e sfrontato per indicare l’organo femminile, specialmente se appartenente a una giovane e avvenente fanciulla. Insomma, la prossima volta che qualcuno vi offre unu “piricocu”, chiedete bene a cosa si riferisce: potrebbe essere una merenda o… un complimento ardito.