Sua maestà il Civraxiu, re dei pani sardi (VIDEO DELLA RICETTA)
Carasau, guttiau, moddizzosu, pistoccu, coccoi, spianata. Tutti pani buonissimi e testimonianze della grandissima cultura del pane in Sardegna. Ma il vero re nei panifici dell’isola è il civraxiu. Il pane di grano duro originario di Sanluri, ma cucinato in tutta
Carasau, guttiau, moddizzosu, pistoccu, coccoi, spianata. Tutti pani buonissimi e testimonianze della grandissima cultura del pane in Sardegna. Ma il vero re nei panifici dell’isola è il civraxiu. Il pane di grano duro originario di Sanluri, ma cucinato in tutta la Sardegna in forme diverse, possiede in sé tutti i crismi della tradizione.
Dal latino cibarius, che significa banalmente cibo, il pane sanlurese era il componente principale della dieta contadina del Campidano. Semola e farina di grano duro, sale, acqua e lievito naturale, su frammentu. Cristina Pilisi di Narcao, grande esperta di civraxiu fatto in casa, ci racconta come si fa dalle sue parti.
Ingredienti per 7 kg di pane
5kg di semola;
2 kg di farina di grano duro;
140 g di sale da sciogliere in acqua;
4 litri e 900 ml di acqua;
130 grammi di lievito madre (su frammentu).
Procedimento
Lavorare bene la semola con la farina di grano duro e l’acqua con l’impastatrice per almeno 30 minuti. Lasciar riposare e continuare a impastare a mano per altri 15 minuti. Lasciar lievitare minimo tre ore a seconda della temperatura stagionale e del luogo. Preparare le pagnotte e nel frattempo accendere accendere il forno a legna (non sarà mai un vero civraxiu se cotto in altri forni). Cuocere il pane per almeno un’ora.
Ecco il video della preparazione:
Civraxiu e piteccasa pilisi cristinaIo ne ho fatto 7 kg 5kg di semola 2 kg di farina di grano duro 140 g di sale da sciogliere in acqua 4 litri e 900 ml di acqua Procedimento Lavorare bene la semola con la farina di grano duro e acqua con l impastatrice minimo 30 minuti. ….poi lo lascio riposare e continuo a mano x altri 15 minuti Lascio lievitare minimo 3 ore ,dipende dal calore che avete in casa Preparo le pagnotte E nel frattempo accendo il forno a legna. … ci vuole un ora circa. Lievito madre 130 g ( che conservo ogni volta che faccio il pane ) (la notte prima metto su framentu…. metto ad ammorbidire 130 g di lievito madre …..raddoppiando le dosi x ogni kg con 40 ml di acqua e 100 g di farina di grano duro a kg ….cioè si aumenta x ogni kg ) il mio ha pesato un kg (x 7 kg )Cottura un oretta nel forno a legna
由 Cristina Pilisi Alberto Manca 发布于 2017年3月1日
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Accadde Oggi: il 29 aprile del 1929 i Savoia inaugurano l’ippodromo del Poetto (VIDEO)
Il 29 aprile 1929 il re Vittorio Emanuele III inaugurò l'ippodromo di Cagliari.
Il 29 aprile 1929 una folla festante accorse al Poetto: alla presenza del re Vittorio Emanuele III, veniva inaugurato l’ippodromo. Uno straordinario video, realizzato dall’Istituto Luce, conserva il ricordo della cerimonia.
Sul finire degli anni Venti la classe borghese si era ingrossata: imprenditori, commercianti e militari erano poi appassionati di attività ippiche, e di questo l’amministrazione prese atto per ingraziarsi la cittadinanza. Strutture simili sorgevano ormai in numerose città d’Italia, e già dall’anno precedente la Società Ippica di Cagliari raccoglieva un discreto successo.
Gare e concorsi si susseguirono negli anni che intercorsero fra l’inaugurazione e lo scoppio della seconda guerra mondiale, e numerosi furono i cavalli e i cavalieri sardi che conquistarono la fama. Tra questi Antonio “Tonino” Gutierrez, che alla fine degli anni Trenta batté il record del mondo nel salto degli ostacoli. Fantini, appassionati e scommettitori erano soliti partecipare ai sontuosi rinfreschi che si tenevano a Cagliari, e nella sua età d’oro l’ippodromo divenne uno dei principali punti d’aggregazione della città.
La guerra cambiò tutto: molti fuggirono, e la struttura divenne ricovero per i cavalli e rifugio per gli sfollati, tanto che le scuderie vennero trasformate in abitazioni che diedero corpo al quartiere Ausonia, demolito negli anni Sessanta. L’impianto conobbe nuova vita soltanto nel 1959, in occasione delle Olimpiadi, ma già negli anni immediatamente successivi l’ombra dell’abbandono si fece sempre più scura.
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