La protesta dei passeggini vuoti: nell’Oristanese sono 24 i comuni senza pediatra
Passeggini vuoti contro il silenzio: la protesta dei 24 Comuni senza pediatra scuote l’Oristanese.
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A Baratili San Pietro l’immagine è di quelle che non si dimenticano facilmente: una cinquantina di passeggini, dondoli e tricicli vuoti, allineati nel piazzale dell’ex cantina di via Madau. Un colpo d’occhio potente, scelto dai genitori dei bambini di 24 Comuni dell’Oristanese per denunciare una situazione che va avanti da mesi: l’assenza totale del servizio pediatrico in diversi centri del territorio.
L’occasione è stata la riunione dei sindaci del Distretto sanitario di Oristano, convocata per fare il punto sulle crescenti criticità. I genitori – affiancati anche da tanti nonni – hanno deciso di trasformare l’incontro in un momento di mobilitazione civile, avviando anche una raccolta firme che sarà inviata ai primi cittadini, al Distretto sanitario, alla direzione generale della Asl e al prefetto. Nessuna richiesta generica, dicono: servono azioni immediate e concrete per garantire assistenza di base ai bambini rimasti senza riferimento medico.
A far esplodere il malcontento è stato quello che, inizialmente, sembrava l’inizio della soluzione: l’arrivo della dottoressa Gaia Serrau, entrata in servizio il 1° dicembre. Nella notte precedente all’attivazione, come spiega il quotidiano LinkOristano, molti genitori avevano tentato invano di effettuare la scelta della pediatra sulla piattaforma regionale ZenteWeb, convinti di trovarsi davanti a un problema tecnico. Solo il mattino seguente hanno scoperto la verità: l’accesso era riservato esclusivamente ai residenti dell’Ambito territoriale 1, comprendente Oristano e pochi altri Comuni limitrofi. Un dettaglio mai comunicato dall’Asl nell’annuncio ufficiale.
La notizia ha provocato la reazione immediata delle famiglie dell’Ambito 2, che riunisce numerosi centri come Baratili, Bauladu, Nurachi, Riola Sardo, Solarussa, Tramatza e Zerfaliu. Da mesi prive di un pediatra, le comunità si sentono ora doppiamente penalizzate. Una protesta che ha spinto i sindaci del Distretto a convocare d’urgenza un incontro per chiarire la situazione e sollecitare soluzioni strutturali.
Mentre la politica prova a riorganizzarsi, i genitori rivendicano ciò che ritengono un diritto fondamentale. Tra loro c’è anche una mamma che, sui social, ha affidato alle sue parole il senso profondo della manifestazione: «Questa mattina ho aperto la casellina numero 9 del mio calendario dell’Avvento e dentro ci ho trovato la parola diritti. Una parola bella, ma troppo spesso svuotata, usata come un sacchetto della spesa per propaganda politica. La cosa più triste è vedere come la politica di oggi non si fermi nemmeno davanti alle esigenze dei più piccoli, il futuro della nostra Nazione. Oggi sono scesa in piazza per rivendicare i diritti di mio figlio e di chi non ha potuto esserci. Molti dicono che non servirà. A loro rispondo che è grazie alla perseveranza dei pochi che hanno creduto nei propri ideali che oggi possiamo parlare di diritti e pretendere che vengano applicati».
Una protesta civile, silenziosa e potentissima, che chiede soltanto ciò che dovrebbe essere garantito senza bisogno di manifestazioni: un pediatra per ogni bambino. Ora la responsabilità passa alle istituzioni. I passeggini vuoti, intanto, restano lì a ricordarlo.
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