Vicenda botulino a Monserrato, finalmente il bambino ricoverato al Gemelli torna a casa

L'undicenne di Monserrato, ricoverato in condizioni critiche, è finalmente pronto a tornare a casa, una notizia che porta un po' di sollievo in una vicenda che ha già mietuto due vittime.
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Vicenda botulino a Monserrato, finalmente il bambino ricoverato al Gemelli torna a casa.
Un raggio di luce squarcia il velo di dolore che ha avvolto la Sardegna dopo l’epidemia di botulino che ha funestato la Fiesta Latina di fine luglio. L’undicenne di Monserrato, ricoverato in condizioni critiche, è finalmente pronto a tornare a casa, una notizia che porta un po’ di sollievo in una vicenda che ha già mietuto due vittime.
Il giovane, di cui si è parlato molto nelle ultime settimane, era stato il primo caso accertato tra i partecipanti all’evento, colpito da un’intossicazione causata dal consumo di guacamole contaminato. Il quadro clinico era apparso da subito molto grave, tanto da richiedere il trasferimento d’urgenza dall’ospedale Brotzu di Cagliari al Gemelli di Roma, una struttura specializzata per questo tipo di patologie.
Qui il piccolo ha affrontato un percorso di cura lungo e complesso, trascorrendo settimane in terapia intensiva e lottando per la vita. Le sue condizioni sono state monitorate costantemente, e solo negli ultimi giorni il quadro clinico ha mostrato un netto e costante miglioramento. Ora, il bambino è finalmente fuori dalla terapia intensiva e ha riacquistato una buona autonomia, riuscendo a muoversi senza assistenza. I medici, fiduciosi, stanno valutando la sua dimissione, che potrebbe avvenire già entro la prossima settimana.
Questa buona notizia rappresenta un momento di speranza in una vicenda segnata da lutti profondi. La stessa intossicazione ha causato la morte di due donne, Roberta Pitzalis, 38 anni, di Guasila, e Valeria Sollai, 62 anni, di Monserrato. La loro scomparsa ha gettato un’ombra di tristezza su intere comunità, rendendo ancora più drammatico l’accaduto.
Nel frattempo, l’inchiesta giudiziaria prosegue senza sosta. Gli inquirenti sono impegnati a ricostruire l’intera catena degli eventi che ha portato alla contaminazione e ad accertare eventuali responsabilità. Mentre la giustizia fa il suo corso, la notizia del ritorno a casa del piccolo undicenne rappresenta un sollievo per tutti, dimostrando la tenacia della vita anche di fronte alle avversità più severe.

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