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La cartolibreria in una piccola cittadina non è un semplice negozio, ma un luogo che evoca ricordi spesso legati all’infanzia e che svolge un ruolo di aggregazione sociale importante e anche – se ci pensiamo – di pianificazione del futuro. È infatti quella “bottega” dove i bambini scelgono lo zaino e il diario per il nuovo anno scolastico e dove gli adulti cercano l’agenda perfetta per organizzare la propria vita. Non è vero che il telefono ha sostituito del tutto carta e penna. Continuano a essere un punto di riferimento per la comunità locale, un luogo di consiglio e di fiducia, dove il cartolaio con la sua esperienza può aiutare a scegliere il materiale più adatto alle esigenze sia dello studente che dell’impiegato d’ufficio. Oggi questi negozi affrontano una grande sfida per la sopravvivenza, in un’epoca dominata dal digitale. Resistere e non perdere la propria funzione, trasformarsi anche in negozi dai multiservizi, offrendo prestazioni che vanno oltre la semplice vendita di prodotti. Allo stesso tempo però non abbandonare il proprio fascino che è quello di un luogo dove riscoprire il piacere della scrittura a mano, del valore degli oggetti “analogici”. Dove si acquista carta che si può toccare e annusare e libri su cui si può studiare con evidenziatori alla mano. In questo scenario di trasformazione e resistenza, la testimonianza di chi vive quotidianamente questa realtà diventa preziosa. Per questo è stato bello parlare con Marco Dessì, titolare della storica Cartolibreria di Sestu, Centro Studio: “La mia attività ha quasi 30 anni. È stata aperta dai miei genitori nel 1997 dopo una lunghissima esperienza nel settore dei libri scolastici, acquisita in tanti anni di lavoro con la famiglia Cocco di Cagliari”.
La decisione di mettersi in proprio, in un settore commerciale che conoscevano così bene, è stata comunque una grande sfida.
“Ci vollero tre anni di duro lavoro per renderla competitiva ma poi per ben quindici anni gli affari furono ottimi. Iniziammo a lavorarci anche io e mio fratello e un altro dipendente”.
Dopo gli anni della crescita e del consolidamento, a guidare Marco non è stato solo l’aspetto commerciale, ma soprattutto i valori tramandati dai suoi genitori.
“Mio padre mi ha sempre ricordato che chiunque entri nel tuo negozio deve essere trattato con la stessa gentilezza che rivolgeresti a un tuo caro che viene a trovarti a casa – racconta Marco – La gentilezza infatti non passa di moda. È quella che viene apprezzata da tutte le generazioni di acquirenti e che fidelizza il cliente che non deve sentirsi mai in imbarazzo nel tuo negozio”.
Marco che con il tempo è diventato il solo titolare di Centro Scuola, oggi può dire con certezza di avere l’affetto e la stima di tanti storici clienti. Riuscire, in un’epoca come questa – che tende a isolarci, più che a unirci – a mantenere forti legami umani con chi viene a comprare, è una delle più grandi soddisfazioni del suo lavoro che continua ad appassionarlo ancora come se fosse il primo giorno. Questo però si può realizzare, dice bene Marco: “se non ti concentri sulla concorrenza ma guardi al tuo lavoro e cerchi di migliorarti”.
La svolta lavorativa, che rende ancora oggi Centro Scuola un’attività in salute e punto di riferimento per tutta la zona, è arrivata quando Marco ha deciso di investire sui propri legami con le agenzie librarie. Dal 2010 si occupa infatti della promozione editoriale nel settore dei libri scolastici, instaurando con il mondo della scuola e gli insegnanti di mezza Sardegna, un rapporto di fiducia che lo ha reso uno dei più importanti e affidabili fornitori.
“Credo che gli ingredienti essenziali per fare bene questo lavoro siano sostanzialmente tre. Il primo è quello che ho già ricordato, la gentilezza. Non si può prescindere da questa. Gli altri due invece riguardano un controllo trimestrale delle vendite e investimenti mirati su servizi che servono in concreto a famiglie e lavoratori. Per esempio aiutiamo i genitori a compilare i bandi per i rimborsi sulle spese scolastiche dei figli, non è scontato ed è molto apprezzato dalla clientela”.
Oggi Centro Scuola ha due ottime collaboratrici che organizzano anche laboratori didattici attraverso progetti di lettura per un indotto sempre in crescita. Perché è vero che la popolazione scolastica sta diminuendo sensibilmente con il calo demografico ma i testi cartacei continuano a essere i più richiesti dai docenti che non sono passati – come si crede – ancora del tutto al digitale.
La storia di Centro Scuola non è solo quella di un’attività di successo, ma anche lo specchio di un intero settore che, tra tradizione e cambiamento, ha saputo attraversare le epoche e reinventarsi. La cartoleria, così come la conosciamo oggi, non è nata per caso. La sua vera rivoluzione si è compiuta tra Ottocento e Novecento, quando sono arrivati strumenti destinati a cambiare il modo di scrivere e studiare. La penna stilografica, con il suo serbatoio d’inchiostro, ha sostituito le scomode penne d’oca, permettendo per la prima volta una scrittura continua e senza interruzioni. Qualche decennio più tardi è stata la penna a sfera, brevettata nel 1938 dal giornalista ungherese László Bíró, a rendere la scrittura accessibile a tutti: pratica, economica e senza il rischio di macchie. Poi sono arrivati i pennarelli e le matite moderne, che a partire dagli anni ’70 hanno reso ancora più colorato e creativo il mondo della scuola e dell’ufficio.
Oggi il digitale ha imposto una sfida importante: le cartolerie non possono più limitarsi a vendere quaderni, penne e libri, ma devono trovare nuovi modi per restare vive e necessarie. Eppure, il loro fascino resiste. Restano luoghi in cui riscoprire il piacere della scrittura a mano, della creatività e del contatto con oggetti “analogici” in un mondo che corre sempre più veloce verso il virtuale.

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