Perché in molti paesi sardi si mettono le bottiglie d’acqua fuori dai portoni?

Vi è mai capitato di passeggiare in qualche paesino e trovare delle bottiglie piene d'acqua davanti a porte, finestre o scale? Provate a chiedere a cosa servano, riceverete sempre una risposta inequivocabile e certa.
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Perché in molti paesi sardi si mettono le bottiglie d’acqua fuori dai portoni?
Questo fenomeno, narrato come una curiosa usanza, si è insinuato nei racconti di strada e nelle discussioni online, finendo per trasformarsi in una vera e propria leggenda metropolitana in diverse culture, dall’Italia al Giappone. Vi è mai capitato di passeggiare in qualche paesino e trovare delle bottiglie piene d’acqua davanti a porte, finestre o scale? Provate a chiedere a cosa servano, riceverete sempre una risposta inequivocabile e certa: ad evitare che i gatti facciano la pipì nelle vicinanze.
C’è chi sostiene che ciò avvenga in quanto si creano dei giochi di luce che li infastidisce, per altri la riluttanza ad avvicinarsi è data dal loro atavico timore per l’acqua… ma cosa c’è di vero? Beh, niente. Si tratta solo di una leggenda metropolitana ben radicata da decenni non solo in Italia. Nasce tutto nel 1980, quando il giardiniere neozelandese Eion Alexander Scarrow diffuse l’idea che cani e gatti non avrebbero fatto pipì nei punti in cui si faceva rotolare una bottiglia piena di acqua. Tempo dopo lui stesso dichiarò che si era trattato di un pesce d’aprile – Eion, che simpatico umorista -, ma ormai era tardi: la fake news ante litteram si era diffusa a macchia di pip… ehm… d’olio, portando molta gente a crederci.
È una diceria talmente diffusa nel mondo che in Giappone questa pratica ha addirittura un nome ad hoc: Nekoyoke. Una bufala innocua e folkloristica che, tuttavia, evidenzia come sia facile diffondere una diceria, il che, spesso, può avere gravi ripercussioni.

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