Il cervello fossile di un antico primate sardo rivela i suoi segreti

La scoperta di un cervello fossilizzato nei dintorni di Golfo Aranci. A chi apparteneva?
canale WhatsApp
Il cervello fossile di un antico primate sardo rivela i suoi segreti.
Sardegna, Golfo Aranci, un’insenatura naturale bagnata da acque cristalline, ma anche un luogo che, milioni di anni fa, era il teatro di una vita selvatica ben diversa da quella che conosciamo oggi. È proprio qui, nelle brecce ossifere di Capo Figari, che il geologo e paleontologo svizzero Charles Immanuel Forsyth Major, nel XIX secolo, fece una scoperta destinata a gettare una nuova luce sulla storia della vita insulare: i resti di Macaca majori, una piccola bertuccia vissuta nel Pleistocene. Ma tra i tanti reperti, uno in particolare ha catturato l’attenzione degli scienziati e ha continuato a stimolare la ricerca fino ai nostri giorni: il calco naturale della sua cavità cranica, quello che comunemente viene definito il suo “cervello fossile”.
Non si tratta del tessuto cerebrale fossilizzato, un evento di per sé estremamente raro, bensì di un endocasto, ovvero un calco naturale formatosi grazie all’azione del sedimento. Come spiega il paleontologo Daniel Zoboli, l’argilla e la sabbia, penetrando all’interno della scatola cranica, ne hanno riempito ogni recesso, solidificandosi nel tempo e replicando con sorprendente dettaglio la forma e le dimensioni del cervello dell’animale. Per renderlo più evidente e per studiarne al meglio le strutture, il reperto è stato colorato, consentendo agli studiosi di analizzare le circonvoluzioni e le proporzioni di quello che era il centro nevralgico di un primate ormai estinto.
Questo piccolo “cervello fossile” è un tesoro scientifico di inestimabile valore. Fa parte della prestigiosa Collezione Major del Naturhistorisches Museum di Basilea, in Svizzera, ed è un’importante testimonianza di un’epoca in cui la Sardegna era un rifugio per specie endemiche, la cui evoluzione è stata modellata dall’isolamento geografico. Studiare l’endocasto di Macaca majori permette ai paleontologi di fare ipotesi sulle capacità cognitive di questo antico primate, confrontandole con quelle dei macachi moderni e di altri primati. Ogni singola piega, ogni solco impresso nel sedimento racconta una storia di adattamento, di sopravvivenza e di evoluzione, offrendo un affascinante spaccato della vita in una Sardegna lontana e dimenticata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA