Gorizia, il grande gesto di un bambino sardo di 10 anni: prova a rianimare il padre dopo un infarto

Il coraggio di un bambino sardo di soli 10 anni di fronte alla tragedia: assistito al telefono, il tentativo disperato di rianimare il padre e il suo gesto di grande maturità.
Gorizia, il grande gesto di un bambino sardo di 10 anni: prova a rianimare il padre dopo un infarto.
Il coraggio di un bambino sardo di soli 10 anni di fronte alla tragedia: assistito al telefono, il tentativo disperato di rianimare il padre e il suo gesto di grande maturità.
In una mattina che sembrava una tranquilla escursione in montagna, un bambino di soli dieci anni, originario di Cagliari, si è trovato coinvolto in una drammatica scena che ha lasciato tutti senza parole. Il piccolo, figlio di un militare sardo di 49 anni, si trovava insieme al padre lungo un sentiero in salita che conduce al monumento del Monte Calvario, a Gorizia, quando all’improvviso ha assistito a un malore improvviso che ha colpito il genitore. L’uomo, in piedi accanto a lui, si è accasciato senza preavviso, lasciando il bambino nel panico e nella paura. Con una freddezza e una prontezza che sono state riconosciute come straordinarie, il bambino ha preso il cellulare del padre e, con mani tremanti ma determinazione, ha digitato il numero di emergenza 112, mettendosi in contatto con la centrale unica del soccorso del Friuli Venezia Giulia. In un momento di grande tensione emotiva, ha ascoltato attentamente le istruzioni degli operatori del 118, che gli hanno indicato come praticare un massaggio cardiaco. Guidato telefonicamente da esperti, il bambino si è impegnato con tutte le sue forze, tentando di rianimare il padre in quella scena che sembrava uscita da un film drammatico.
Nonostante i suoi sforzi, il malore si è rivelato troppo grave e, purtroppo, l’uomo non ce l’ha fatta, lasciando il piccolo solo con il suo dolore e un senso di impotenza. La scena si è svolta lungo un sentiero di montagna, in una zona isolata ma strategicamente importante, in cui i soccorritori di diverse forze sono intervenuti tempestivamente: oltre all’automedica e all’ambulanza, sono arrivati polizia, vigili del fuoco – che avevano anche fatto decollare un elicottero da Venezia per velocizzare i soccorsi – e tecnici del Soccorso alpino.
Tutti si sono immediatamente attivati per prestare aiuto al bambino, che, in stato di shock, è stato accompagnato a casa dalla mamma, informata nel frattempo della tragedia. L’intera operazione di soccorso è stata seguita con grande commozione anche da chi ha ascoltato le registrazioni dell’emergenza, e il direttore della Struttura Operativa Regionale Emergenza Sanitaria del Friuli Venezia Giulia, Giulio Trillò, ha commentato: «Abbiamo assistito, da remoto, a un gesto straordinario. Il bambino, nonostante la drammatica situazione emotiva, ha garantito l’assistenza più adeguata possibile al padre. È stato guidato dai nostri specialisti e ha eseguito le manovre rianimatorie più corrette, come confermato anche dal rianimatore che è poi arrivato sul posto». Il medico ha voluto sottolineare quanto sia importante che anche i più giovani abbiano consapevolezza delle manovre di primo soccorso: «È giusto che il bambino sappia che nessuno avrebbe potuto fare di più di quanto è stato in grado di eseguire lui per cercare di salvare il genitore. Tutto il nostro staff ha seguito, con commozione, l’audio dell’intera fase dell’emergenza, testimoniando la grande maturità e il coraggio di questo piccolo eroe». La tragedia ha colpito profondamente tutta la comunità, che si è stretta intorno alla famiglia anche attraverso messaggi di solidarietà e affetto, mentre il dolore rimane vivo nel ricordo di questo bambino che, in un momento così difficile, ha mostrato un coraggio e una determinazione che resteranno impressi come esempio di umanità e forza d’animo.

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