“I giovani portano ricchezza alla Chiesa”, questo è uno dei messaggi del secondo episodio della campagna di comunicazione della diocesi di Ales-Terralba “Testimoni di speranza”. Si parla tanto di giovani nel racconto della storia di don Andrea Scanu, novello diacono in cammino con gioia verso il sacerdozio.

La seconda storia è quella di don Andrea Scanu, diacono da qualche mese, innamorato di Cristo e della Chiesa e grato al Signore per poter annunciare il Vangelo alle persone che incontra ogni giorno. Don Andrea ci parla di una vita semplice segnata da anni felici vissuti in parrocchia, momenti difficili affrontati con la forza della fede e di un amore grande e disinteressato, il suo impegno quotidiano fatto di fatiche e di doni.

Ci presenta la scelta di un giovane che ha sentito nel cuore la chiamata di Cristo e ha risposto con libertà e gioia mettendosi in cammino verso di Lui. Ci racconta come la vocazione ha iniziato a germogliare e a manifestarsi, ci parla del tempo formativo del seminario e di come la sua vocazione sia sempre in maturazione. Ci ricorda i frutti della testimonianza della famiglia e dei sacerdoti che lo hanno accompagnato. Ci parla del suo desiderio di donarsi e di vivere nella comunità, vicino ai giovani. Don Andrea riscalda il cuore, ci fa sperare ricordandoci che c’è più gioia nel dare che nel ricevere.

Va avanti così con nuove interviste la campagna diocesana promossa dalla Fondazione Santa Mariaquas, in collaborazione con l’Ufficio per le Comunicazioni sociali, l’Ufficio informatico diocesano, la Pastorale Giovanile e Vocazionale diocesana e il Nuovo Cammino. “Nel 2025 vogliamo raccontare la vocazione – in tutte le sue forme – con uno sguardo particolare rivolto ai giovani, perché possano riscoprire la bellezza di una vita donata e di un cammino da compiere nella Chiesa e nel mondo”.

Ogni comunità della Diocesi di Ales-Terralba custodisce testimoni silenziosi: volti concreti, esperienze vissute, parole semplici che parlano di fede, speranza e dedizione. Con l’aiuto di testimoni di speranza si lascia spazio alle storie per raccontare l’amore, la fede e la bellezza della Chiesa – attraverso video, interviste, fotografie, articoli – per dare voce a chi, nella quotidianità, incarna il Vangelo con la propria vita. Non sono solo contenuti. Sono vite che parlano. Esperienze che ispirano.

Un altro giovane italiano ha perso la vita in Ucraina, dove combatteva come volontario al fianco delle forze ucraine contro l’invasione russa. Si tratta di Manuel Mameli, 25 anni, nato a Cagliari il 14 marzo 2000. Era arruolato nella Legione Internazionale, il corpo militare composto da volontari stranieri regolarmente integrati nelle Forze Armate di Kiev.

La notizia della sua morte, riportata dal Corriere della Sera, è stata resa nota dai suoi commilitoni, che hanno informato direttamente l’Ambasciata italiana, attualmente in contatto con la famiglia del giovane. Mameli si trovava da tempo in Ucraina, dove aveva deciso di unirsi alla resistenza contro l’esercito russo. La conferma ufficiale da parte delle autorità militari ucraine, però, non è ancora arrivata.

Secondo quanto riferito dai compagni d’armi, il corpo di Mameli si troverebbe in un’area sotto il controllo delle forze russe, rendendo al momento impossibile qualsiasi tentativo di recupero. A contattare i familiari, che vivono in Sardegna, sono stati gli stessi commilitoni.